“Le trattative tra l’AMPTP e la SAG-AFTRA sono state sospese dopo che la SAG-AFTRA ha presentato la sua ultima proposta l’11 ottobre”, ha dichiarato mercoledì sera in un comunicato stampa l’associazione di categoria che rappresenta gli studios e le piattaforme streaming. “Dopo un lungo confronto è chiaro che il divario tra l’AMPTP e la SAG-AFTRA è troppo profondo. La conversazione non è più produttiva”.
L’AMPTP avrebbe respinto la proposta del sindacato degli attori di destinare una parte dei proventi delle piattaforme streaming al cast, considerandola “un onere economico insostenibile” che costerebbe più di 800 milioni di dollari all’anno. L’associazione di categoria ha inoltre fatto riferimento a “numerose questioni ancora sul tavolo”, senza però specificare quali. Quando le parti hanno ripreso le trattative il 2 ottobre, non erano ancora arrivate a un accordo sulla regolamentazione delle IA e sui salari minimi.
Lo strappo è avvenuto dopo il quinto giorno di trattative tra il sindacato SAG-AFTRA – in sciopero dal 14 luglio – e gli studios e le piattaforme streaming. Durante gli incontri, che si sono svolti presso la sede della SAG-AFTRA a Los Angeles, alla presenza dei dirigenti degli studios (tra loro anche Ted Sarandos di Netflix, Bob Iger di Disney, Donna Langley di NBCUniversal e David Zaslav di Warner Bros. Discovery), la questione relativa ai proventi dello streaming sarebbe stata, secondo le fonti, uno dei principali punti critici.
Nel suo comunicato l’AMPTP sostiene di aver presentato la sua proposta “ultima e definitiva” al sindacato degli attori. La proposta comprendeva anche i “diritti di replica (i “residuals”, ndt) calcolati in base al successo” per i titoli SVOD ad alto budget, ovvero uno dei punti già richiesti e ottenuti dalla Writers Guild of America nelle sue trattative. L’offerta degli studios includeva anche temi su cui la SAG-AFTRA si batte da anni: l’aumento dei massimali dei contributi pensionistici e sanitari, tra il 22 e il 33%, e l’inserimento del lavoro di “performance capture” nell’accordo televisivo/cinematografico della SAG-AFTRA.
L’AMPTP ha dichiarato di aver offerto gli stessi aumenti dei minimi proposti alla DGA e alla WGA (5%, 4% e 3,5% per tutta la durata del contratto) e ha inoltre sottolineato di aver proposto “un aumento del 76% dei diritti di replica all’estero sui titoli SVOD ad alto budget per i quattro maggiori servizi di streaming” – il che fa pensare che alla SAG-AFTRA sia stata proposta la stessa formula dei diritti di replica all’estero precedentemente accettata dalla Directors Guild of America e dalla WGA.
Per quanto riguarda la regolamentazione delle IA, l’AMPTP avrebbe proposto l’introduzione del consenso di attori e comparse per la creazione e l’impiego di “repliche digitali” – un consenso “scritto”, che contiene la descrizione dell'”uso previsto” della replica. Secondo la proposta, nessuna alterazione digitale “che modifichi la natura della performance di un attore” può essere attuata senza il consenso dell’attore, e le repliche digitali non possono essere riutilizzate senza consenso e compenso.
L’AMPTP ha concluso così il messaggio di mercoledì: “Speriamo che la SAG-AFTRA ci ripensi e torni presto al tavolo in modo produttivo”.
Giovedì mattina la SAG-AFTRA ha risposto all’AMPTP comunicando a tutti i membri del sindacato che gli studios avrebbero abbandonato il tavolo della trattativa usando “tattiche da bulli”. “[Gli studios] hanno intenzionalmente sovrastimato il costo della proposta, comunicandolo alla stampa maggiorato almeno del 60%”, si legge nel messaggio inviato agli iscritti. “Hanno fatto lo stesso con le intelligenze artificiali, sostenendo di voler difendere gli interpreti, ma continuando a chiedere il loro “consenso” per una replica digitale utilizzabile in un intero universo cinematografico (o per qualsiasi progetto di franchising)”.
SAG-AFTRA aggiunge: “Le aziende stanno mettendo in atto la stessa strategia fallimentare già usata con la WGA: diffondere informazioni false per convincere i nostri membri ad abbandonare la lotta e far pressione sui negoziatori. Ma, proprio come gli scrittori, i nostri iscritti sono più intelligenti di loro. E non si faranno ingannare”.
La notizia dello strappo è un duro colpo per i lavoratori del settore che speravano nella conclusione imminente dello sciopero degli attori, considerato l’immediato ritorno alle trattative delle due parti, subito dopo la fine dello sciopero della WGA, e l’arrivo al tavolo delle trattative degli amministratori delegati delle principali aziende. In un intervento di mercoledì, Donna Langley di NBCUniversal ha dichiarato che i dirigenti avrebbero dedicato “tutto il tempo necessario” al raggiungimento di una soluzione. Ma i tempi, a quanto pare, si sono allungati.
Kim Masters ha contribuito all’articolo.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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