Circa sei settimane prima che l’intelligenza artificiale diventasse un tema scottante nello sciopero degli sceneggiatori, un fotografo berlinese ha conquistato Internet con Harry Potter by Balenciaga, un video che fonde i personaggi del mondo dei maghi con modelli all’avanguardia che rappresentano il marchio di moda di lusso.
L’intelligenza artificiale è giù qui
Ancora più di recente, una società chiamata Curious Refuge ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare un trailer virale di un film di Star Wars diretto da Wes Anderson e intitolato The Galactic Menagerie. Sebbene si tratti chiaramente di parodie che non cercano di ingannare nessuno, sono la dimostrazione che ricreare le sembianze e la voce di qualcuno utilizzando l’intelligenza artificiale non è più solo un’operazione di fantascienza: il prossimo film di Robert Zemeckis, Here, utilizzerà infatti uno strumento chiamato Metaphysic Live per ringiovanire Tom Hanks e Robin Wright.
Così come l’IA è diventata un punto critico durante le trattative della Writers Guild con gli studios, l’impatto della tecnologia sui talenti dello schermo sarà probabilmente una questione da affrontare quando la SAG-AFTRA si recherà al tavolo delle trattative a giugno. “Per gli sceneggiatori, il problema dell’IA è limitato al linguaggio. Mentre per gli attori un’intera scena può essere influenzata in moltissimi modi dall’IA: dall’illuminazione, all’età dell’attore, alla rimozione di un difetto, alla sovrapposizione di una navicella spaziale nella scena”, afferma Darren Trattner, avvocato di diversi attori.
L’era dell’informatica assistita
“Stiamo entrando nell’era dell’informatica assistita”, osserva Amy Webb, fondatrice e CEO del Future Today Institute, che si occupa di pianificazione di scenari a lungo termine e di consulenza per aziende della lista Fortune 500 e creativi di Hollywood. “Posso facilmente immaginare un futuro molto prossimo in cui una nuova figura sul set, una sorta di specialista dell’intelligenza artificiale, inserisce una riga di codice che dice ‘ringiovanisci Tom Hanks di vent’anni’ e la applica automaticamente a tutto il film”.
Fa anche notare che le app sugli smartphone lo fanno già, su scala minore, permettendo alle persone di trasformarsi in un bambino, di invecchiarsi di dieci anni, o di diventare un dipinto rinascimentale. Quindi è solo questione di tempo prima che la tecnologia sia disponibile nel contesto più sofisticato della cinematografia. Webb afferma: “Ci stiamo avvicinando molto a questo traguardo, in un modo accessibile, senza attriti e facile”.
Questo potenziale solleva domande su quanto l’IA possa essere utilizzata per modificare, o addirittura ricreare, l’immagine di un attore e su quanto controllo gli attori stessi avranno su di essa. “Gli attori devono già scendere molto a compromessi quando firmano un contratto per recitare in un progetto”, afferma Trattner, aggiungendo che “di solito c’è una pagina intera di metodi con cui lo studio o il finanziatore possono alterare l’immagine e/o la voce di un attore”.
Il ruolo degli avvocati e la tutela dei talenti
L’avvocato ritiene che alcuni punti già presenti nei contratti, come l’approvazione delle controfigure o l’esonero dalla nudità, potrebbero fornire un quadro di riferimento per ottenere il consenso per le alterazioni dell’IA, ma una questione fondamentale sarà la definizione di ciò che si qualifica come IA. “Per alcuni attori negoziamo l’approvazione sull’aspetto delle foto e sui loro ritocchi”, afferma Trattner. “Il fotoritocco è la stessa cosa dell’IA? E se la macchina da presa ha un filtro per far apparire un attore migliore o diverso? Dove tracciamo il confine? Dovremo informare gli attori che il ruolo richiederà miglioramenti computerizzati della loro immagine?”.
Nel frattempo, un altro avvocato del settore, Leigh Brecheen, osserva che chi rappresenta gli attori sta anche cercando modi per proteggerli dopo la fine di un progetto. “Al momento stiamo cercando di inserire clausole per impedire che le performance e il lavoro dei clienti vengano utilizzati per addestrare l’IA, e per vietare la creazione di versioni digitali dei nostri clienti e del loro lavoro”, afferma l’avvocato. “I rappresentanti fanno sempre più spesso dichiarazioni volte a limitare l’uso dei diritti concessi e a circoscriverli alla produzione specifica per la quale sono stati pagati. Io dico sempre che il nome, l’immagine, l’aspetto e la performance del cliente possono essere utilizzati solo nel lavoro per il quale è stato ingaggiato”.
I sindacati: sull’IA dovete trattare con noi
In vista delle trattative SAG-AFTRA, la posizione del sindacato è che queste questioni non dovrebbero essere regolate da ciò che è o non è contenuto nel contratto individuale di un attore. “Dal nostro punto di vista, questo è chiaramente un argomento obbligatorio di contrattazione”, afferma Duncan Crabtree-Ireland, direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore della SAG-AFTRA. “Se le compagnie vogliono fare qualcosa di nuovo con l’IA, devono negoziarlo con noi. Non è che se non è menzionato nel contratto possono fare quello che vogliono. Devono contrattare, proprio come per qualsiasi altro termine e condizione di lavoro che oggi non esiste e che vogliono applicare in futuro”.
L’avvocato del settore Richard Thompson afferma che potrebbe sembrare “ovvio” per il sindacato e gli attori chiedere trasparenza e consenso, “ma non è così semplice, perché molti usi dell’IA saranno innocui ed è difficile prevedere in anticipo cosa sarà possibile fare o cosa diventerà standard”. Thompson afferma che potrebbe facilmente citare esempi di modi problematici in cui l’IA potrebbe essere utilizzata, ma che per ognuno di essi è altrettanto facile trovare una ragione per cui un interesse concorrente dovrebbe prevalere sull’approvazione di un attore. Sebbene non sia consigliabile rimandare completamente la questione, l’autore avverte che una regolamentazione eccessiva e prematura potrebbe rivelarsi controproducente: “Se adesso iniziamo a procedere alla cieca, ci sfuggiranno questioni importanti e faremo cose che inibiranno sviluppi vantaggiosi”.
La questione del doppiaggio
Il doppiaggio è una delle aree in cui gli esperti vedono un potenziale. Crabtree-Ireland indica Flawless AI come esempio: “Possono modificare i movimenti della bocca e del viso degli attori per adattarli a una traccia di doppiaggio, in modo che i copioni non debbano essere modificati per adattarsi ai movimenti della bocca, il che consente di ottenere un prodotto di traduzione più autentico”.
Sottolinea che questa applicazione non utilizza voci sintetiche per sostituire i doppiatori umani e afferma che la tecnologia non può replicare la loro abilità artistica. “Per esempio, se si usa il nuovo strumento text-to-speech di Apple per leggere un audiolibro, non è la stessa cosa che ascoltare un audiolibro registrato da un attore professionista”, dice Crabtree-Ireland. “È come ascoltare qualcuno che legge la dichiarazione dei redditi”.
La SAG-AFTRA vede anche un altro potenziale vantaggio nella tecnologia emergente. “Una delle cose che può davvero danneggiare la carriera di un attore è l’impossibilità di accettare altri progetti che potrebbero essere offerti in contemporanea”, spiega Crabtree-Ireland. “Nella misura in cui la tecnologia AI può aiutare a realizzare ripetizioni di scene per le quali altrimenti dovrebbero rimanere disponibili, rifiutando così altre opportunità di lavoro, questo potrebbe essere un vero vantaggio per i nostri membri”.
Proteggere gli attori e l’innovazione
Naturalmente, la possibilità di attori interamente generati dall’IA è una preoccupazione reale, anche se le implicazioni relative al copyright potrebbero essere un deterrente. (Attualmente, i contenuti generati dall’IA non sono tutelati dal diritto d’autore). “Mid Journey e Stable Diffusion creano immagini a partire da testi”, osserva Trattner. “Possono creare una scena in cui l’attore non è reale e non è basato su una persona reale. Uno studio può creare un membro del cast generato dall’IA e risparmiare sui costi non assumendo una persona reale per il ruolo?”.
Per proteggere gli attori senza soffocare l’innovazione, la SAG-AFTRA vorrà assicurarsi che l’IA sia utilizzata per “aggiungere e non per sostituire”, afferma il negoziatore. “Ovviamente, ci sono altri tipi di applicazione dell’IA generativa che ci preoccupano e che sembrano portare alla sostituzione degli attori”, afferma Crabtree-Ireland. “Ma se ci sono un’etica e delle tutele appropriate, incentrate sull’elemento umano, il problema, fondamentalmente, non è la tecnologia, ma l’uso che se ne fa. Quando viene utilizzata con il consenso informato e con un compenso per gli attori in carne e ossa, pensiamo che possa andare bene”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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