La Disney è accusata di aver ostacolato un accordo tra i 20th Century Studios e la TSG Entertainment Finance, nel tentativo di aumentare gli iscritti a Disney+ e Hulu, i prezzi delle azioni e i compensi dei dirigenti.
In una nuova causa, la TSG Entertainment Finance afferma che una verifica indipendente su tre titoli, tra cui il vincitore del premio Oscar per il miglior film La forma dell’acqua, ha rivelato che le spettano più di 40 milioni di dollari – a conti fatti, la società sospetta che il totale sarà nell’ordine delle centinaia di milioni – e che l’ammanco di denaro le ha fatto assumere una posizione peggiore nel suo investimento in Avatar – La via dell’acqua.
Martedì 15 agosto la TSG ha citato in giudizio i 20th Century Studios per violazione del contratto e la Disney per induzione alla violazione. Il finanziatore afferma di aver investito più di 3,3 miliardi di dollari in oltre 100 film, tra cui Bohemian Rhapsody, Deadpool, L’alba del pianeta delle scimmie, Sopravvissuto – The Martian, Grand Budapest Hotel e Gli spiriti dell’isola.
In un’introduzione incisiva, l’avvocato di TSG John Berlinski ha esordito parlando di “contabilità hollywoodiana” e sostenendo che si tratta ormai di una pratica comune utilizzata dagli Studios per “truffare” i partecipanti ai profitti.
“Disney (e quelli che la dirigono) aveva e continua ad avere ogni incentivo a fare tutto e il contrario di tutto, compreso manipolare la distribuzione dei film qualificati e impedire a TSG di liquidare i suoi interessi in alcune tranche di film qualificati, per tentare di aumentare il prezzo delle azioni Disney a spese di TSG e di altri partecipanti agli utili”, scrive Berlinski nella denuncia.
Berlinski – che ha guidato la lotta di Scarlett Johansson contro la Disney per il pagamento di Black Widow dopo che il film era stato distribuito in contemporanea su Disney+, e le star di Bones nella loro disputa sulla partecipazione agli utili con la Fox – ha descritto tutto questo come un “esempio agghiacciante” di questa pratica.
Gli accordi di TSG
Secondo TSG, la 20th e la Disney “hanno cercato di usare quasi tutti i trucchi del manuale contabile di Hollywood” per sottrarre loro centinaia di milioni di dollari. L’accordo iniziale di partecipazione ai ricavi risale al 31 dicembre 2012. In base all’accordo, che da allora è stato modificato nove volte secondo la denuncia, TSG avrebbe cofinanziato i costi di produzione e marketing in cambio di una quota degli incassi lordi definiti.
Nel corso degli anni, il denaro che TSG riceveva dai suoi investimenti “è diminuito drasticamente” e la società ha avviato un audit indipendente per indagare sui documenti finanziari. In base a ciò che i revisori hanno trovato nel loro campione, stimano che gli incassi lordi definiti di TSG siano stati ridotti di almeno 54,5 milioni di dollari dalla distribuzione Electronic Sell-Through e che le siano stati impropriamente addebitati 35 milioni di dollari di costi relativi a Movies Anywhere.
Secondo la denuncia, i revisori hanno esaminato tre film e hanno scoperto che 20th non ha accreditato a TSG le entrate, ha addebitato decine di milioni di commissioni di distribuzione non consentite dal loro accordo, ha dedotto spese non correlate ai film nella loro lista.
Hanno inoltre “scoperto un dilagante ‘self-dealing’, la pratica con cui uno studio stipula accordi ‘di favore’ con i suoi affiliati licenziatari per minimizzare artificialmente i pagamenti dei profitti alle parti interessate come TSG”.
Con La via dell’acqua, ad esempio, TSG sostiene che la 20th abbia ignorato un accordo permanente con FX Networks che calcolava i diritti di licenza in base all’andamento degli incassi nazionali e “abbia concluso un accordo segreto per una frazione di quello che le parti avevano precedentemente concordato come valore equo”. TSG afferma inoltre di essere stata danneggiata dai cambiamenti nelle finestre di distribuzione.
Secondo la denuncia, 20th aveva accettato di concedere in licenza i film alla Hbo per la “finestra Pay 1” dal 2012 al 2022 per una cifra riportata di 200 milioni di dollari all’anno. La situazione è cambiata nel 2019, quando la Disney ha acquisito la 21st Century Fox. TSG ritiene che la Disney abbia costretto la 20th a rinegoziare l’accordo con Hbo per potenziare Disney+ e Hulu, “rinunciando a una parte significativa dei diritti di licenza garantiti da Hbo”, e che abbia accorciato la finestra di distribuzione home video per far arrivare più velocemente i film sui suoi servizi streaming.
“A quanto risulta, queste deviazioni dalle tradizionali finestre dei film della Fox – nonostante gli obblighi espliciti e impliciti della Fox nei confronti di TSG – sono state il risultato diretto dell’interferenza della Disney con la RPA nel perseguimento del suo obiettivo finale: sostenere le piattaforme di streaming che possiede interamente o in maggioranza, e il prezzo delle sue azioni, utilizzando contenuti di altre divisioni dell’azienda”, scrive Berlinski nella denuncia.
“Inoltre, come ha ammesso lo stesso amministratore delegato della Disney, Bob Iger, la sua azienda ha perseguito questa strategia in modo sconsiderato e con poca lungimiranza. Ad esempio, durante la riunione di presentazione degli utili di Disney del 9 agosto 2023, in cui Iger ha annunciato il secondo aumento del prezzo dell’abbonamento a Disney+ in un anno, Iger ha ammesso, a proposito di Disney+: ‘Abbiamo fatto crescere questo business molto velocemente, prima ancora di capire quale dovesse essere o potesse essere la nostra strategia di prezzo’”. (La denuncia utilizza un’abbreviazione per la 20th, chiamandola “Fox”, anche se da allora la Disney ha sostituito questo nome con 20th Century Studios).
I mancati commenti della Disney sulla causa
A causa di tutto ciò, TSG sostiene che nel 2022 non aveva la liquidità necessaria per finanziare i film futuri. Così, ha iniziato a esplorare la “Procedura di riacquisto di film qualificati” inclusa nel loro accordo, che consentiva a TSG di richiedere il riacquisto di un gruppo di cinque film usciti consecutivamente. Se TSG e 20th non riuscivano a trovare un accordo sul prezzo di riacquisto, TSG poteva commercializzare e vendere la tranche di film a terzi per liberare liquidità da destinare a film futuri.
Secondo la denuncia, da giugno 2022 a giugno 2023, TSG ha chiesto informazioni su 13 diverse tranche di film, ma sostiene che la 20th non era interessata. Citando come prova un’e-mail del direttore finanziario della Disney Paul Shurgot, la TSG sostiene che la Disney stia interferendo nel suo accordo con la 20th.
Shurgot ha scritto: “Sebbene non siamo d’accordo con la vostra caratterizzazione dell’accordo, siamo aperti a trovare un percorso per risolvere la questione che abbia senso dal punto di vista economico. Tuttavia, come discusso, non siamo disposti a fornire un’offerta su determinate tranche non consecutive che sono tra le tranche più redditizie uscite fino ad oggi, poiché ciò è contrario all’accordo e comprometterebbe la nostra capacità di recuperare i contributi aggiuntivi di TSG”.
Non avendo liquidità a disposizione, TSG afferma di aver dovuto chiedere un anticipo alla 20th per far fronte ai suoi obblighi di finanziamento su film come Avatar – La via dell’acqua, il che riduce la sua quota di incassi lordi definiti e fa scattare una clausola che dà diritto alla 20th di ottenere parte dei suoi profitti.
“Forse la cosa più grave è che, dopo che TSG ha informato Fox della sua intenzione di intentare questa azione legale, Fox e Disney hanno sfruttato le violazioni della RPA da parte della stessa Fox in un tentativo in malafede di ripulirsi dalla loro cattiva condotta”, scrive Berlinski.
“L’11 agosto 2023, Fox ha inviato a TSG un’e-mail in cui sosteneva che, poiché aveva precedentemente emesso il Fox Picture Advance, aveva il diritto di invocare una disposizione della RPA che le avrebbe permesso di riacquistare tutti i film qualificati usciti e di estinguere le centinaia di milioni di dollari di richieste legali di TSG”.
La Disney non ha ancora rilasciato commenti sulla causa.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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