E alla fine è arrivato il giorno di Barbenheimer. Per chi non lo sapesse, è il giorno in cui negli USA arrivano nei cinema contemporaneamente sia Barbie che Oppenheimer. Chi si sia inventato il termine non si sa, ma è sicuramente geniale e ha contribuito a rendere ancora più evento un evento che lo era già di per sé, ovvero l’uscita nello stesso giorno dei due film più attesi – e radicalmente opposti – del 2023.
Di e intorno a Barbenheimer si parla da settimane, il tutto condito con operazioni geniali come le locandine finte con Barbie che guarda in lontananza il fungo atomico, le magliette, i siti dedicati, gli articoli di giornali seri come il Times che al fenomeno hanno dedicato pagine e pagine. Nello specifico, il Times si è addirittura preso la briga di andare a chiedere ai cinefili in quale ordine andranno a vedere i due film, se meglio la leggerezza rosa prima o dopo, se meglio la tragicità della guerra per pranzo o per cena e cose così (ovviamente ci sono teorie diverse, ma la quasi maggioranza pare andrà a vedere prima Oppenheimer e dopo Barbie, considerata come il dolce a fine pasto, una cosa gustosa per rimettersi in pace con il mondo).
Purtroppo Barbenheimer è e resta un fenomeno solo americano: in Italia il film di Christopher Nolan esce infatti non il 21 luglio, ma il 23 agosto, quindi ben lontano dall’uscita di Barbie che invece esce in contemporanea con gli Usa. Pare che le ragioni di questo slittamento siano nella particolarità, o meglio nelle differenze del mercato e delle abitudini dei due paesi.
In Italia, dove è già difficile portare la gente al cinema d’inverno, in estate è considerato quasi proibitivo. Con le città che si svuotano e la gente in vacanza, al massimo quello che funziona sono le arene estive, una situazione che però non è adatta al dramma di Nolan che, secondo suo stesso suggerimento, andrebbe visto in IMAX 70 millimetri, il formato concepito dal regista quando lo ha girato (in Italia le sale che possono proiettare IMAX 70 millimetri neanche ci sono, nel Regno Unito sono tre e in Usa una ventina, per dire).
Una decisione quindi che ha senso – quella di posticipare il film – e che rispecchia la verità del botteghino italiano. Diverso per gli americani dove invece la stagione estiva è una di quelle più forti, insieme a quella intorno alle vacanze di Natale. In USA andare al cinema d’estate è comune e la ragione sta anche in un dettaglio non insignificante: la comodità delle sale. Ampie, con l’aria condizionata (per noi persino troppa, ma vabbè), piene zeppe di cibo, rumorose, affollate: l’esperienza cinema in USA è all’insegna del divertimento e della comodità. Se vogliamo, è un’esperienza che riflette quello che è il cinema per loro: più divertimento che arte. Per noi italiani è l’inverso e infatti per l’arte siamo disposti anche a soffrire su poltroncine scomode. Andare al cinema negli USA è un’esperienza diversa, non migliore o peggiore: diversa. E consiglio sempre a tutti di farla. Per chi si trova adesso in vacanza negli Stati Uniti un motivo in più per sperimentare Barbenheimer, anche solo per dire: io c’ero, io l’ho fatto.
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