Quando da bambina viveva in un palazzone abbandonato dell’East Village di New York, Rosario Dawson ha sempre notato la bontà in mezzo all’estrema povertà. “Le persone sono davvero compassionevoli, amorevoli e generose, e ci sono l’una per l’altra”, dice l’attrice. “Sono cresciuta tra poveri che aiutano i poveri”.
Nel corso della sua carriera hollywoodiana, Dawson ha applicato questo spirito caritatevole su tutti gli aspetti della sua vita. Il suo ultimo sforzo, la neonata Rio Dawn Foundation Inc. – di cui parla per la prima volta in esclusiva con THR – ha l’obiettivo di sostenere e valorizzare molte delle organizzazioni no profit con cui ha lavorato negli anni.
Questo non è certo il primo passo di Dawson nel mondo della filantropia. È cofondatrice di Voto Latino, che incoraggia i giovani latini a votare e a impegnarsi politicamente. È membro del consiglio di amministrazione di V-Day, un’organizzazione attivista globale che lotta per porre fine alla violenza contro donne e ragazze.
Nel 2013 ha contribuito a lanciare Studio 189, una società di moda e media con sede in Ghana, che offre opportunità di lavoro alle donne e promuove la moda locale. L’attivismo di Dawson si estende anche alla sua vita creativa. Ha curato la narrazione e la produzione esecutiva di The Need to Grow, un documentario del 2019 che esamina la diminuzione del suolo coltivabile sulla Terra.
Dawson ha spiegato che le persone rimangono spesso sorprese dal numero di cause che sostiene. “Mi chiedono: ‘Perché ti occupi di tutti questi problemi?’”, dice. “E io rispondo: ‘Perché comprendo l’intersezionalità di questi temi'”.
Rosario Dawson e l’impegno della fondazione
Ma gli anni di attivismo di Dawson e la sua esperienza in numerosi consigli di amministrazione e di organizzazioni no profit le hanno aperto gli occhi sul peso che le raccolte fondi hanno sui dipendenti e sui volontari delle organizzazioni di beneficenza. “Il problema che continuo a vedere – e che mi ha spinto a creare la fondazione – è che loro sono costantemente impegnati nella raccolta fondi, ed è davvero difficile”, spiega Dawson. “Se ne fanno carico con il loro corpo e la loro vita. Si sacrificano così tanto”.
Con Rio Dawn, che ha assunto il Social Impact Fund come sponsor fiscale, Dawson spera di contribuire ad alleviare questo peso. “Gli organizzatori devono limitarsi a organizzare, e gli attivisti ad essere attivi. Perché costringerli a fare i salti mortali?”, dichiara.
La fondazione si propone di raccogliere fondi e promuovere organizzazioni che portino avanti le cause a lei care. Progetti volti a trasformare le esistenze attraverso le arti creative e uno stile di vita olistico, a dare potere economico ai cittadini globali svantaggiati, a lottare per la giustizia ambientale, a investire nei giovani, a difendere i diritti delle donne, a promuovere l’equità e a rendere l’istruzione disponibile per tutti.
Rio Dawn si concentrerà inizialmente su organizzazioni no profit con cui Dawson ha un rapporto di lunga data, tra cui Shine On Sierra Leone, che ha sostenuto cliniche e scuole nel Paese africano, e il Lower Eastside Girls Club di New York.
Dawson spera che Rio Dawn possa attirare sostenitori che potrebbero non aver trovato il loro spazio nel movimento attivista. “Non tutti possono fare i volontari, ma alcuni di noi possono raccogliere fondi, altri possono spargere la voce, altri ancora possono condividere”, dice. “È bellissimo mostrare alle persone tutti questi modi diversi in cui ci si può impegnare”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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