Con l’intelligenza artificiale generativa (IA), tutti i flussi di lavoro tradizionali della produzione saranno stravolti second Marco Tempest, director’s fellow del MIT Media Lab, parlando di questa tecnologia trasformativa e di come potrebbe essere utilizzata ben oltre gli ambienti dell’ingegneria. “Credo che sia la prima volta che ci troviamo di fronte a un nuovo vento tecnologico che non richiede esperti di tecnologia per essere sfruttata”.
Tempest ha fatto queste osservazioni durante un keynote virtuale International Broadcasting Convention, che si è conclusa lunedì 18 settembre ad Amsterdam. L’IA, non a caso, è stata l’argomento più importante dell’evento e la comunicazione sul suo potenziale è stata spesso ottimistica, ma a volte rischiosa.
Alcuni noti sviluppatori tecnologici di Hollywood, come Avid, Adobe e Blackmagic Design, hanno partecipato alla conferenza e alla fiera per evidenziare lo sviluppo di strumenti guidati dall’intelligenza artificiale per i creativi, ma anche per dissipare le preoccupazioni che tali strumenti sottraggano posti di lavoro. Nelle parole del presidente e CEO di Avid, Jeff Rosica, l’obiettivo è “promuovere la creatività attraverso la potenza dell’IA”.
“L’IA è in grado di apprendere i comportamenti. Se consuma qualcosa, in ultima analisi può essere istruita ad aiutare”, ha affermato Rosica, parlando di ciò che potrebbe significare, ad esempio, per i montatori che usano Avid. “Aiuterà ad automatizzare i processi e a sbarazzarsi di compiti banali. Così il montatore potrà dedicare più tempo alle decisioni creative”.
IA ed efficienza nella creatività
Sempre all’IBC si è parlato di IA nel contesto degli scioperi WGA e SAG-AFTRA in corso. I rappresentanti degli Studios hollywoodiani si sono generalmente astenuti dal commentare l’argomento durante i panel, tra cui quello ospitato da MovieLabs, una joint venture no-profit per la ricerca e lo sviluppo fondata dai principali Studios di Hollywood.
Quando i dirigenti hanno discusso la “Visione 2030” di MovieLabs per Hollywood, hanno invece sottolineato la richiesta di interoperabilità tra le diverse tecnologie utilizzate dai registi. L’amministratore delegato di MovieLabs, Rich Berger, ha osservato che se tutti gli strumenti dialogano tra loro, i registi possono essere “più efficienti e dedicare più tempo al processo creativo. In definitiva, i team creativi dovrebbero avere la possibilità di scegliere, in modo da non essere vincolati a un determinato strumento o flusso di lavoro”.
La presenza di Avid
Durante l’evento, gli occhi erano puntati su Avid, non solo perché è il produttore di strumenti ampiamente utilizzati come il software di video editing Media Composer, ma anche perché il mese scorso ha annunciato un accordo per l’acquisizione da parte di una società di private equity affiliata a STG per ben 1,4 miliardi di dollari.
All’IBC, Avid ha presentato Ada, il marchio generale dell’azienda per la sua tecnologia basata sull’intelligenza artificiale. Avid offre già ScriptSync AI e Media Composer PhraseFind AI, che utilizzano entrambi la tecnologia IA speech-to-text (da voce a testo, ndr) di Avid.
Avid ha anche sviluppato un motore di ricerca guidato dall’intelligenza artificiale per la sua piattaforma Media Central. “Il motore esaminerà la parola scritta e fornirà suggerimenti per i contenuti (compresi video, audio o parole)”, ha spiegato Rosica, suggerendo che questo potrebbe essere utile per i montatori, i supervisori delle sceneggiature o altri, soprattutto per aree come i documentari, la programmazione di reality o le notizie. L’azienda continua a lavorare su strumenti guidati dall’intelligenza artificiale per la produzione e la post-produzione, alcuni dei quali sono brevettati e altri in attesa di brevetto.
“Consideriamo l’intelligenza artificiale come un copilota, per aiutare i creativi a svolgere il loro lavoro”, spiega Rosica a The Hollywood Reporter a proposito della loro strategia generale, aggiungendo che col tempo “potrebbe apprendere il modo in cui un montatore struttura visivamente una storia”.
Il dirigente di Avid suggerisce che a quel punto “potrebbe fare un montaggio grezzo per gli highlights degli sport; potrebbe suggerire delle modifiche, se sono abbastanza schematiche. Imparare uno schema e applicarlo a qualcosa di nuovo”. Ha chiarito che, a suo avviso, non verrebbe utilizzato per montare, ad esempio, un lungometraggio narrativo. “Non farà il montaggio al posto vostro, ma farà risparmiare tempo”.
L’approccio di Blackmagic e Adobe
Nel frattempo, lo sviluppatore Blackmagic include già un motore neurale nel suo software di color grading e postproduzione Resolve, che abilita funzioni guidate dall’intelligenza artificiale per montatori, assistenti e altri, come la conversione dell’audio in testo e l’analisi dei volti. La novità della versione 18.6, presentata all’IBC, è uno strumento VFX nel software Fusion, che consente di ottenere forme 3D da immagini 2D.
Analogamente all’approccio di Avid, il direttore delle vendite di Blackmagic per il Nord America, Bob Caniglia, ha dichiarato a proposito dell’approccio della sua azienda a questa tecnologia: “Utilizziamo l’IA in Resolve da alcuni anni e intendiamo aggiungere altri strumenti in futuro. La usiamo per aiutare a svolgere i compiti, ma non per sovvertire le capacità artistiche degli artisti”.
Anche Adobe continua a far progredire le sue funzionalità basate sull’IA e all’IBC ha mostrato il suo strumento di IA generativa Firefly, ora disponibile per Photoshop e Illustrator. Intervenendo in un panel, Kylee Pena, responsabile marketing editoriale di Adobe pro, ha esortato il settore a “rendere l’etica parte della conversazione”.
Adobe è tra le aziende che fanno parte di una Coalition for Content Provenance and Authenticity (Coalizione per la provenienza e l’autenticità dei contenuti) che ha l’obiettivo di sviluppare standard tecnologici per identificare ciò che è stato alterato dall’intelligenza artificiale e creare un modo per contrassegnare il potenziale materiale di origine con le credenziali “non addestrare”.
Proteggere i creativi dall’IA
All’IBC, queste riflessioni sono arrivate anche da giovani aziende come la startup Strada, che ha recentemente raccolto 1,9 milioni di dollari in finanziamenti pre-seed per costruire una piattaforma cloud basata sull’IA con strumenti per la produzione e la post-produzione.
Parlando con THR, l’amministratore delegato Michael Cioni suggerisce che conoscere la fonte dei contenuti IA potrebbe consentire un modello di licenza a pagamento e altre tutele. “Chiederemo alle aziende che producono questi modelli di IA di rivelare dove si sono addestrati”, ha dichiarato, il che significa che “sarà possibile effettuare una ricerca per provenienza etica o meno… in modo da filtrare gli strumenti o i modelli che non hanno la giusta tutela del copyright”.
Rosica di Avid ritiene che siano necessarie delle tutela in vari settori. “Come industria creativa dobbiamo proteggere il ruolo dei creativi”, afferma Rosica. “L’IA non sostituisce la creatività. L’IA deve essere utilizzata per aiutare la creatività”. Cioni afferma che “abbiamo bisogno di guardrail a un certo livello, ma non credo che abbiamo bisogno di guardrail a tutti i livelli”, aggiungendo che i contenuti “usa e getta” di TikTok potrebbero non avere bisogno delle stesse regole di Hollywood in termini, ad esempio, di modalità di approvvigionamento dei contenuti IA.
Un fondo di ottimismo
Michael Cioni, in definitiva, si è detto un ottimista in campo tecnologico, e vede potenziali vantaggi per gli interpreti che – in questo momento – si preoccupano dell’IA. “Se un attore sceglie di concedersi in licenza per un film, può rendere i suoi programmi più flessibili”, suggerisce. “Può fare scene in cui deve essere presente di persona e scene in cui non deve esserlo”.
“Penso che sia assolutamente possibile che l’IA possa vivere in completa armonia con i creatori di contenuti, i visionari e i narratori, perché non credo che l’IA sia qui per raccontare le storie al posto nostro – conclude Cioni – “se si vuole raccontare una storia come Se mi lasci ti cancello, l’IA non lo farà di certo”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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