Mentre un tempo la sottotitolazione era un servizio utilizzato soprattutto dagli spettatori non udenti, il mercato delle trascrizioni è esploso nell’era dello streaming. In un sondaggio del 2021, Stagetext, associazione umanitaria guidata dai non udenti, ha rilevato che l’80% dei giovani tra i 18 e i 24 anni utilizza sottotitoli quando guarda la tv su qualsiasi dispositivo, e solo il 10% degli intervistati è non udente. Solo il 23% delle persone di età compresa tra i 56 e i 75 anni, invece, beneficia del servizio di didascalia, nonostante il tasso di perdita dell’udito sia nettamente più elevato.
Questo cambiamento culturale coincide con la nascita di una quantità di contenuti streaming senza precedenti. “Tutto è cambiato negli ultimi 10 anni”, afferma Heather York, vicepresidente marketing di Vitac, la più grande società di sottotitoli degli Stati Uniti.
Gli studios e gli streamer hanno raramente dei veri sottotitolatori interni. Affidano piuttosto il lavoro a società esterne, alimentando un mercato da circa 170 milioni di dollari, solo negli Stati Uniti. Alcuni studios si occupano direttamente del processo di didascalia, mentre altri chiedono ai produttori di consegnare loro i contenuti già precedentemente sottotitolati.
Un settore fatto perlopiù da freelancer
Sebbene alcune delle principali società di sottotitolazione di Hollywood abbiano dipendenti altamente qualificati, oggi il settore è costituito per lo più da traduttori freelance sparsi in tutto il mondo.
Aziende come Rev sono in prima linea, con 70.000-75.000 freelancer internazionali che svolgono ogni anno attività di trascrizione. La candidatura è aperta a tutti, “studenti universitari, genitori che stanno a casa, persone che lavorano nel settore da anni o pensionati”, dice Pat Krouse, vicepresidente operativo di Rev.
La piattaforma paga per ogni minuto di produzione, con tariffe variabili in base alla difficoltà. Si offre un compenso da 0,54 a 1,10 dollari per ogni minuto di registrazione per i sottotitoli, e da 1,50 a 3 dollari al minuto per le descrizioni in lingua straniera. Una tariffa maggiore viene assicurata per i lavori con più interlocutori che si incrociano o per contenuti legali o medici, dove il linguaggio può essere molto specifico e richiede una conoscenza preliminare.
Il processo di formazione per la sottotitolazione
Anche altre importanti società di sottotitoli di Hollywood adottano il modello freelance, in particolare per i sottotitoli e le traduzioni non in inglese. Alla Vitac – i cui clienti includono Fox, CNBC e Bravo – i dipendenti anglofoni vengono mantenuti nello staff e sottoposti a una formazione rigorosa. La formazione per la sottotitolazione di contenuti preregistrati può durare fino a quattro mesi; circa sei per chi lavora su contenuti in diretta. “Molte persone che fanno domanda non vengono accettate, e molte di quelle che iniziano il corso non lo portano a termine”, aggiunge York a proposito del processo di sottotitolazione dal vivo.
Parte della formazione consiste nell’apprendere i requisiti specifici dei vari studios in materia di sottotitoli. La guida di stile di Netflix, che è pubblica, include regole come un limite di 42 caratteri per riga, una velocità di lettura massima di 20 caratteri al secondo per gli spettacoli per adulti (fino a 17 per i programmi per bambini) e un’attenzione particolare al fatto che il dialogo non va mai censurato. Un dirigente afferma che la guida della Disney sarebbe così dettagliata da specificare quali parole devono essere utilizzate per i bip di R2-D2 o per il suono di una spada laser in movimento.
A parte questo, la sottotitolazione può essere un processo molto creativo, che porta ad alcuni comici botta e risposta tra società e produttori. York ricorda “In un progetto abbiamo descritto un attore come calvo e siamo finiti nei guai per questo. Ma giuro che era calvo!”.
Jodene Antoniou, proprietaria di Capital Captions, osserva: “A volte descrivi un suono e il cliente ti dice: ‘Non credo che sia descrivibile così'”.
Quando possibile, è preferibile che i sottotitolatori si occupino di un programma specifico per motivi di coerenza, in modo che le scelte creative corrispondano sempre da un episodio all’altro.
La soggettività dei sottotitoli
“C’è un certo livello di soggettività nel mettere i sottotitoli. Non si tratta solo di avere la capacità di catturare e trascrivere i dialoghi e l’audio, ma bisogna anche essere esperti di cultura pop”, dice Magda Jagucka, senior vp di Deluxe. “È molto importante anche la conoscenza della musica, della storia e degli aspetti culturali di tutto ciò che un determinato film rappresenta”.
Gli studios hanno anche preferenze diverse per quanto riguarda il livello di dettaglio richiesto per i sottotitoli. Come osserva Antoniou, “la regola generale è quella di inserire la descrizione del suono se è rilevante per quello che sta succedendo. Quindi, se una porta si apre con un clic, e l’azione si vede, non c’è bisogno di specificare ciò che succede, perché lo spettatore lo vede già”. Alcuni streamer, tuttavia, vogliono che ogni singolo suono sia trascritto e impongono anche una didascalia per le parolacce, la posizione fisica dei sottotitoli sullo schermo e l’identificazione degli altoparlanti.
Anche se la FCC non regolamenta i sottotitoli nello streaming come fa con la tv, York osserva che tutto ciò che è andato originariamente in onda in tv deve essere sottotitolato nel momento in cui viene trasmesso su una piattaforma web, come ad esempio è successo con Friends e Seinfeld. Gli streamer si stanno cominciando a rendere conto che la sottotitolatura è molto utile, in quanto permette di diffondere i contenuti ad un raggio sempre più ampio.
I sottotitoli in diretta
I sottotitoli in diretta rappresentano un elemento completamente diverso: gli operatori usano macchine steno, come quelle utilizzate nelle aule di tribunale, per creare didascalie iperveloci.
Per prepararsi a eventi dal vivo come le premiazioni, i sottotitolatori ricevono in anticipo un copione che contiene tutto ciò che verrà scritto sul gobbo della trasmissione, tranne i nomi dei vincitori. Quando le star fanno i loro discorsi di accettazione, però, i sottotitoli vengono creati da zero. “Spesso il vincitore si alza e inizia a ringraziare gente con dei nomi complicati. Tiriamo a indovinare, ma c’è un margine di sbaglio molto alto” spiega York.
L’incertezza della diretta televisiva ha portato a un momento virale ai Grammy di febbraio 2023, quando Bad Bunny è salito sul palco per un mash-up dei suoi successi El Apagón e Después de la Playa. Durante la performance, non è apparsa alcuna didascalia, ma solo le parole “singing in non-English”, e la scritta “speaking in non-English” quando il cantante è stato poi premiato. L’incidente ha indotto George Cheeks, presidente e amministratore delegato della CBS a fare marcia indietro: “Avremmo dovuto usare un sottotitolatore bilingue in tempo reale. I termini passati sullo schermo erano offensivi per molti”. I sottotitoli sono stati poi corretti sia per lo streaming del giorno successivo su Paramount+.
Necessità di globalizzazione
La globalizzazione dei contenuti ha creato la necessità di sottotitoli in sempre più lingue, con grande enfasi sui progetti non anglofoni.
“Gli streamer stanno investendo e promuovendo prodotti provenienti da regioni specifiche”, afferma Jagucka. “I contenuti internazionali stanno diventando ancora più popolari di quelli tradizionali in inglese, e questo crea una nuova sfida per noi fornitori di servizi, perché dobbiamo cambiare i nostri flussi di lavoro e le nostre risorse. Il processo per portare contenuti originali non inglesi al pubblico richiede molteplici fasi di traduzione e adattamento”.
I social media hanno dato al tutto un’ulteriore scossa, dato che molti creatori di contenuti su Instagram, TikTok e YouTube ora sono soliti inserire didascalie ai loro video.
“Si tratta di un vero e proprio boom”, afferma Krouse. I singoli creatori spesso vogliono i loro video sottotitolati in quindici lingue per espandere la propria base di follower.
Antoniou afferma che “I sottotitoli per i social media possono essere particolarmente spinosi a causa delle diverse configurazioni dei video. Se un contenuto viene pubblicato su Facebook, ha una risoluzione standard e i sottotitoli sono piuttosto lunghi. Se va su Instagram, di solito viene guardato su un telefono che ha una forma più allungata, quindi i sottotitoli devono essere molto corti. È un’ulteriore sfida per il lavoro”.
Intelligenza artificiale e sottotitoli
Anche se alcuni sono scritti manualmente, i sottotitoli dei social media sono spesso creati dall’intelligenza artificiale perché è l’alternativa più economica. L’IA viene spesso utilizzata per una prima trascrizione, per poi essere ulteriormente corretta dai redattori umani.
“C’è una diatriba importante attorno all’intelligenza artificiale. Noi crediamo che la tecnologia sia davvero al servizio del talento umano, quindi l’IA è un mezzo per aiutare sia i traduttori che gli adattatori a velocizzare il lavoro, ove possibile”, dice Jagucka. Per quanto riguarda le limitazioni attuali, continua: “Ci sono tuttavia molte sfumature, e la traduzione audiovisiva non si basa solo sul testo. Quando si pensa all’IA, si passa attraverso la base testuale, ma i traduttori traggono spunti dal suono, dalla vista, dall’immagine, dalla tonalità del dialogo e dalla recitazione degli attori”. Secondo molti, l’intelligenza artificiale non sarebbe in grado di descrivere gli effetti sonori o i testi delle canzoni, inciampando spesso in contenuti con più interlocutori.
“L’intelligenza artificiale è davvero utile quando velocizza le attività”, afferma Krouse. “Permette che gli esseri umani si concentrino su cose più sfaccettate, invece che sul puro lavoro di battitura. Quindi l’IA è fondamentale, in primis perché aiuta gli esseri umani a svolgere meglio il loro lavoro”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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