The Problem with Jon Stewart: lo show Apple TV+ cancellato su richiesta della Cina?

La camera dei rappresentanti americana interroga il Ceo Tim Cook per sapere se la programmazione della piattaforma sia stata influenzata da ingerenze esterne

Un gruppo di legislatori della camera dei rappresentanti vuole sapere: la Cina è stata la causa dell’uscita di Jon Stewart da Apple TV+?

Lo show di Stewart, The Problem with Jon Stewart, è terminato il mese scorso quando il conduttore, regista e comico e il suo team si sono separati a causa di “divergenze creative”. All’epoca, alcune fonti hanno riferito a The Hollywood Reporter che “c’erano state tensioni tra Apple e Stewart in vista del ritorno della terza stagione dello show, a causa degli argomenti trattati in The Problem“. Tra questi argomenti c’erano questioni legate alla Cina e all’intelligenza artificiale.

Ora, lo House Select Committee on the Chinese Communist Party (comitato speciale della camera dei rappresentanti sul partito comunista cinese, ndr) ha inviato una lettera ad Apple e al suo amministratore delegato Tim Cook, menzionando la storia di THR e chiedendo se dietro la mossa ci fosse il lungo rapporto del gigante tecnologico con la Cina.

“Se queste notizie sono esatte, ciò potrebbe essere causa di preoccupazioni più ampie riguardo all’influenza indiretta del partito comunista cinese (PCC) sull’espressione creativa di artisti e aziende americane riguardo a tematiche legate al PCC”, si legge nella lettera, firmata dal presidente Mike Gallagher e da Raja Krishnamoorthi. “Appoggiamo la facoltà di artisti, scrittori, Studios e piattaforme di creare contenuti senza temere potenziali ritorsioni e punizioni da parte della PCC”.

I rappresentanti hanno anche riconosciuto che Stewart, ex conduttore del Daily Show, ha probabilmente delle opportunità che altri comici o attori non hanno.

“Se Jon Stewart può essere potenzialmente ostacolato nell’offrire commenti sul PCC, cosa significa questo per le personalità meno importanti?”, continua la lettera. “Se da un lato c’è la possibilità che un personaggio di alto profilo come Jon Stewart possa trovare un altro servizio di streaming dove esprimere le sue opinioni su questioni legate alla Repubblica popolare cinese, dall’altro un aspirante comico che voglia usare la satira per esprimere considerazioni più ampie sui diritti umani e sull’autoritarismo si trova di fronte a prospettive ancora più fosche. Con tutto il rispetto, riteniamo che questa situazione debba cambiare e che i professionisti creativi debbano essere messi in condizione di scrivere ed esibirsi liberamente su argomenti legati alla Repubblica Popolare Cinese”.

La decisione è legata a un problema più ampio, secondo loro, quello dei funzionari cinesi che influenzano indirettamente Hollywood attraverso il timore di ritorsioni o di ripercussioni commerciali.

“Sebbene riconosciamo la difficile situazione in cui le aziende possono trovarsi, le potenziali decisioni di non rinnovare gli spettacoli, o di non produrre un film o uno spettacolo in primo luogo, a causa di obiezioni presunte da parte del PCC a particolari contenuti, negano agli spettatori statunitensi e al pubblico globale l’accesso a importanti informazioni sulla Repubblica popolare cinese che riflettono una più ampia varietà di prospettive”, si legge nella lettera. “Questo significa che il comportamento coercitivo del PCC danneggia gli operatori culturali che non sono in grado di esprimere la propria opinione attraverso i contenuti senza gravi conseguenze professionali, le case di produzione e i canali di distribuzione che si assumono la responsabilità di contenuti controversi legati al PCC e spesso subiscono ritorsioni, nonché il pubblico che potenzialmente non è in grado di visionare contenuti che parlano di un’importante sfida geopolitica del nostro tempo”.

Traduzione di Pietro Cecioni