Degli studi cinematografici in Toscana, con un investimento di 50 milioni di euro. Una Cinecittà nel Chianti, a venti chilometri da Firenze.
È il progetto di Andrea Iervolino, produttore cinematografico che, a trentacinque anni, ha già una filmografia impressionante: da The Humbling con Al Pacino fino ai recenti Tell It Like a Woman, candidato all’Oscar per la miglior canzone originale, a Lamborghini: The Man Behind the Legend con Mira Sorvino e Gabriel Byrne, per arrivare a Ferrari, il film di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz che sarà in concorso alla Mostra del cinema di Venezia.
“Si chiameranno Tuscany Film Studio, e nasceranno in un’area a pochi chilometri da Firenze, che per il momento non posso rivelare”, dice Andrea Iervolino. “L’altro giorno ero a Roma, a cena con James Franco. Gli ho parlato del progetto che è già in fase operativa, e lui mi ha detto: ‘Verrei a girare da voi anche domani!’. La mia idea è semplice: creare un polo cinematografico d’avanguardia in un luogo che è, già di per sé, uno dei più belli del mondo, dove le star verrebbero volentieri a girare”.
E ce ne sono, di star, che sono state o sono tuttora sotto contratto con Andrea Iervolino. “Penso prima di tutto agli attori con cui ho lavorato di più: Johnny Depp, Antonio Banderas, John Travolta”.
Chi è Andrea Iervolino, l’uomo dei Tuscany Film Studio
A trentacinque anni, Andrea Iervolino è fra i produttori più intraprendenti del panorama internazionale, considerato uno dei “produttori da tenere d’occhio” dagli addetti ai lavori e dai media internazionali e che a trent’anni è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella, per i suoi meriti nella produzione cinematografica.
Niente male, per un ragazzo cresciuto in un sobborgo di Cassino, nato povero, bullizzato dai compagni di scuola per la sua timidezza e per una lieve balbuzie, che si accentuava proprio quando si sentiva preso di mira dai suoi carnefici. Un ragazzo che ha costruito la sua carriera dal nulla: per produrre il primo film, a diciannove anni, convinse i negozianti del suo paese a investire nel progetto, in una sorta di crowdfunding primitivo. E adesso, nelle sale italiane uscirà il 14 settembre In the Fire con Amber Heard, sempre prodotto da Iervolino e lady Bacardi. Così come Tell It Like a Woman, il film a episodi diretto da sette registe donne, arrivato quest’anno alla nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, Applause.
Il progetto
Ma torniamo agli studi cinematografici. Il progetto di Andrea Iervolino prevede la costruzione di una serie di studi cinematografici: alcuni tradizionali, altri attrezzati per la VR e per il live action 360. “Il nostro sarà il più grande studio cinematografico d’Italia attrezzato per la realtà virtuale e per la realizzazione di contenuti 360. Produrremo contenuti adatti per i visori annunciati da Apple qualche settimana fa, e saremo i primi al mondo a farlo”, dice Iervolino. “Il cinema 360 live action è la grande frontiera del futuro: gli spettatori potranno immergersi nell’azione, scegliere dove guardare”. E con i visori Apple la qualità salirà enormemente, fino ad arrivare ai 4k per occhio.
“Abbiamo già acquisito una enorme library di sfondi e di scenari da tutto il mondo, così che – anche per la realtà immersiva del 360 – per girare una scena ambientata in Siberia o a Bangkok non ci sarà bisogno di andare in Siberia o a Bangkok”.
Il cinema in realtà virtuale, cioè quella cosa che si guarda con i caschi e con i visori. La nuova frontiera della visione: sia per i contenuti immersivi che si possono vedere solamente muovendo la testa – e quindi, che possono accogliere anche cento spettatori contemporaneamente – sia per i più sofisticati contenuti in 6DOF, quelli che permettono di muoversi con tutto il corpo dentro lo spazio virtuale: in quel caso, servono spazi più grandi, e gli spettatori sono in numero limitato.
Viene da chiedersi se ci sarà spazio per il cinema tradizionale. “Certamente: ci saranno studi cinematografici per il live action tradizionale; ci sarà una sala cinematografica aperta al pubblico, che noi utilizzeremo per gli screening test. Ci saranno uffici per la produzione. E ci sarà un hotel”.
“L’hotel – prosegue Iervolino – sarà un resort luxury pensato per ospitare le star che veranno a girare da noi. Ma sarà anche aperto a clienti privati. E, contemporaneamente, organizzeremo visite ai dintorni, nei luoghi del vino. Legheremo il turismo di qualità alla produzione cinematografica”.
L’investimento previsto è di 50 milioni di euro, 55 milioni di dollari circa. Per il luogo, si parla delle colline intorno ad Impruneta, paese a sud di Firenze, alle porte del Chianti.
“Il mio obiettivo è di essere operativo, per le prime produzioni, già nell’autunno 2024, anche se i lavori proseguiranno per tutto l’anno. I miei sceneggiatori stanno già sviluppando soggetti, trattamenti, sceneggiature ambientati in Toscana. E naturalmente siamo pronti a collaborare con le strutture e le istituzioni locali, le scuole di cinema che si trovano in loco, la film commission”.
Insomma, un competitor per Cinecittà, la città del cinema nata nel 1937, quella del mitico Studio 5 amato da Federico Fellini, gli studi cinematografici dove, negli ultimi anni, hanno lavorato Martin Scorsese e Paolo Sorrentino.
Ma, a dire la verità, proprio la Toscana vanta un primato, riguardo alla nascita di uno studio cinematografico. Nel 1921 – sedici anni prima del sorgere di Cinecittà – nacquero a Firenze gli studi cinematografici di Rifredi. Creati da un nobile, il conte Giovanni Montalbano, e pensati per accogliere le riprese di “un film grandioso su Dante Alighieri”. Nasceva la storia, oggi dimenticata, della prima Cinecittà italiana. Il film poi si fece: prese il titolo “Dante nella vita e nei tempi suoi”, era un kolossal per l’epoca, con armature e costumi presi a prestito direttamente dai musei, e con il divo dell’epoca Amleto Novelli.
Sempre in Toscana, a Tirrenia – fra Pisa e Livorno – e sempre prima della nascita di Cinecittà, sorsero nel 1933 gli studi cinematografici di Tirrenia. Poiché Tirrenia era a mezza strada fra Pisa e Livorno, gli studi vennero chiamati “Pisorno”. Il nome non era gran che, ma gli studi prosperarono: sia prima della nascita di Cinecittà, sia negli anni ’60, quando furono acquistati da Carlo Ponti. E videro recitare Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Claudia Cardinale, Klaus Kinski e Philippe Noiret. Furono utilizzati per l’ultima volta nel 1987 dai fratelli Taviani, per girarvi Good Morning Babilonia: negli studi venne ricostruita la Hollywood degli anni Venti.
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