Pochi secondi dopo che aver varcato la porta della Wigmaker Associates di Beverly Hills, in una mattina di luglio pre-sciopero, Jamie Lee Curtis – fresca vincitrice di un Oscar per Everything Everywhere All At Once – si trova di fronte a un esercito di nomi famosi. Ce ne sono file su file, etichette con soprannomi su teste fatte di blocchi di tela, che il proprietario dell’atelier Rob Pickens e il suo staff usano per creare parrucche su misura indossate da Ana de Armas in Blonde, Millie Bobby Brown in Stranger Things e Amanda Seyfried in Mank.
“Vedo molti dei miei amici”, afferma Curtis mentre scruta gli scaffali, prestando attenzione a uno in particolare. “Ciao, tesoro! Ecco il mio amore”, dice, dando un bacio a quella con il nome di Christopher Guest, regista nonché suo marito dal 1984.
Tuttavia, durante una visita di quasi due ore al negozio di Pickens, una prima consultazione per un misterioso progetto cinematografico, Curtis non recita affatto il ruolo di quella che ne ha viste di tutti i colori a Hollywood.
L’attrice, che compie 65 anni a novembre, stringe la mano a tutti i dipendenti al suo arrivo e, con occhi spalancati e curiosi, dice al parruccaio: “Sono nel mondo dello spettacolo da quando avevo 19 anni. I miei genitori sono star del cinema. Ho visto e indossato parrucche per tutta la vita. Sono affascinata da quello che fai”.
Jamie Lee Curtis e Victoria Wood
La collaborazione di Jamie Lee Curtis con l’atelier risale al reboot della saga di Halloween, nel 2018, quando ha ripreso il ruolo di Laurie Strode. All’epoca ha lavorato con l’allora proprietaria del negozio Victoria Wood, parruccaia con più di quattro decenni di esperienza dentro e fuori Hollywood. Artigiana che ha collaborato con personalità del calibro di Barbra Streisand, Oprah Winfrey, Jamie Foxx e Sigourney Weaver.
“Victoria Wood stava salendo le scale del mio giardino e, mentre veniva verso di me, ho letteralmente detto: ‘Voglio assomigliare a te. È tutto quello che voglio. Voglio i tuoi occhiali. Voglio la tua camicia. Voglio i tuoi capelli’. E Victoria Wood mi ha fatto una parrucca identica ai suoi capelli”, racconta Curtis, che ha replicato lo stile dell’artigiana per il suo personaggio in Halloween.
“Ho ordinato i suoi occhiali. Ho indossato una croce perché lei aveva una croce – afferma l’attrice – e ho indossato una camicia uguale alla sua”. Questo look ha dato anche i suoi frutti, quando Entertainment Weekly ha avuto bisogno di una sosia per un servizio con il fotografo Art Streiber.
Passaggio di testimone
Nel 2020, Wood ha ceduto le redini dell’azienda al suo protetto Pickens, che oggi ha 28 anni. Il suo percorso verso la creazione di parrucche risale alle scuole elementari, quando si accese la sua passione per l’intrattenimento. “I capelli in realtà erano l’ultima cosa che volevo fare”, ammette l’artigiano, originario di Little Rock, Arkansas, che da bambino sognava di diventare architetto o scenografo.
Ma a otto anni circa, sua madre lo iscrisse a un corso di recitazione in un teatro per bambini. Per entrare in classe, gli studenti dovevano passare attraverso l’atelier delle scenografie e Pickens rimase affascinato da quel centro creativo, che di solito ospita i reparti di scenografia, illuminazione, suono e costumi.
“Poi un giorno, mentre ero dietro le quinte, li ho visti fare un cambio veloce e hanno strappato una parrucca dalla testa di qualcuno e ho pensato: ‘Aspetta un attimo’. Era incredibile vedere questo oggetto, che sembrava così reale, essere tolto da una testa e sostituito da un’altro durante un cambio costumi. Ne sono rimasto affascinato”.
L’interesse lo ha portato su eBay, dove si è accaparrato un volume dell’Ottocento e si è tuffato subito a studiare il mestiere da autodidatta. “Era un vecchio libro per parrucchieri e barbieri, e aveva un piccolo capitolo sulla creazione delle parrucche che mostrava un diagramma dell’uncinetto e dell’ago. Mia madre mi diede la sua carta di credito e mi permise di ordinare del pizzo, un ago e dei capelli. A circa otto anni ho steso del pizzo e ho provato il mio primo nodo, che era terribile”, ricorda Pickens.
Gli inizi del giovane Pickens
Il giovane prodigio aveva già avviato un’attività secondaria al liceo affittando e vendendo le sue prime creazioni tramite un sito web. Un insegnante di recitazione gli suggerì che, se voleva davvero trasformare questa passione in una carriera, avrebbe dovuto contattare Rafael Castanera, cioè il direttore di produzione e costumista dell’Arkansas Repertory Theatre.
Seguì il consiglio e presto ottenne un ingaggio. E ha aiutato Castanera a creare più di 60 parrucche per una produzione di Les Misérables. “È stato durante il mio terzo anno di scuola superiore, e ha dato il via a una piccola carriera da designer teatrale”, racconta Pickens. Il percorso è proseguito dopo il liceo con un periodo alla University of Tennessee a Knoxville, prima che la nonna lo mettesse in contatto con l’attore Judge Reinhold, che lei aveva incontrato casualmente a una cena.
L’attore, noto soprattutto per Beverly Hills Cop e Fuori di testa, lo ha spedito da Linda Flowers, hair designer e caporeparto veterana con decine di produzioni nel curriculum, tra cui Hunger Games e The Morning Show, nonché collaborazioni strette con star come Melissa McCarthy. Dopo una breve telefonata, Flowers gli ha presentato Victoria Wood.
L’incontro tra Wood e Pickens
Dopo una telefonata di tre ore, Wood invitò Pickens a Los Angeles per un mini-apprendistato di quasi una settimana. Al termine di questo periodo, Wood ha incoraggiato il giovane a iscriversi alla scuola di cosmetologia, in modo da poter affinare le sue capacità imparando tutti gli aspetti dell’industria dei capelli, compresa la colorazione. “Era estremamente generosa. Non mi ha mai detto una volta: ‘Dovresti lavorare per me’ o ‘Dovresti fare questo’. Ha solo offerto una settimana del suo tempo”, racconta Pickens di Wood, definendola “molto gentile e incoraggiante”.
Alla fine è diventata una mentore e una partner commerciale. E il giovane ha seguito il suo consiglio, trasferendosi a Los Angeles all’età di 20 anni per frequentare la scuola di cosmetologia, e lavorando part-time con Wood nella sua casa di Long Beach. Quando si è diplomato, Wood ha ottenuto un lavoro per creare parrucche per la prima stagione di Feud di Ryan Murphy, andata in onda nel 2017 e interpretata da Jessica Lange e Susan Sarandon.
“Una volta terminata la scuola, sono diventato il direttore del suo negozio, senza un accordo formale, e poi un giorno lei era pronta a rallentare e io ero pronto a iniziare”, spiega Pickens a proposito della transizione che l’ha portato a rilevare l’attività qualche anno fa.
Quando è stato il momento di creare un nuovo set di parrucche per gli altri episodi di Halloween, Halloween Kills del 2021 e Halloween Ends del 2022, Wood si era già ritirata, così Curtis e Pickens hanno cominciato a lavorare insieme. “È qui che sono venuta per le prove di Halloween“, dice Curtis, ammirando l’atelier. “È un’idea vecchia e nuova allo stesso tempo. È una tradizione, che è ciò che amo di questo lavoro”.
Il processo di creazione
Curtis dice di adorare l’ambiente che Pickens e il suo team hanno creato nell’atelier. Nonché il modo in cui supporta il processo creativo di costruzione di un personaggio, un percorso collaborativo che coinvolge molti reparti e che di solito è guidato da un regista o dal creatore di una serie: “Mi sento elegante qui. È bello. Di solito c’è della bella musica. C’è una bella squadra. È tranquillo. Non c’è tensione, perché quando si crea un personaggio, le decisioni sono molto emotive”.
Il primo passo è quello di far accomodare l’attore sulla sedia di Pickens per una prova. L’artigiano crea poi un modello della testa dell’attore utilizzando cellophane e scotch, sul quale traccia con un pennarello l’attaccatura dei capelli e i contorni. Una volta completato, l’involucro viene posizionato su un blocco di tela, che viene modellato per adattarsi alla testa della star in un processo chiamato “imbottitura del blocco”. Le misure possono cambiare a seconda delle specificità di un personaggio e se il ruolo richiede un’attaccatura dei capelli o una forma del viso diversa.
“Poi prendiamo un blocco di tela e sughero e lo martelliamo per ottenere la forma esatta. È un buon modo per sfogare la rabbia”, dice Pickens con una risata. Assieme al suo team cominciano a costruire la parrucca legando una ciocca alla volta in un processo che può richiedere dalle 50 alle 150 ore, a seconda della complessità della parrucca, con costi che vanno dai 4mila dollari (per un parrucchino) ai 10mila-20mila dollari per la maggior parte delle parrucche. “I capelli non crescono sugli alberi”, dice. “È una merce”.
In pochi anni, Pickens e la sua Wigmaker Associates sono diventati anche loro merce richiesta, con un elenco di collaborazioni da Don’t Worry Darling a Babylon.
La parrucca per The Bear
Jamie Lee Curtis ha anche collaborato con l’atelier di Rob Pickens a una parrucca per la sua interpretazione della matriarca Donna Berzatto in The Bear di FX. Un elemento basato sulla visione del creatore della serie Christopher Storer.
“Ero molto commossa quando ho ricevuto il copione”, osserva Curtis, e ammette che, sentendo Carmen “Carmy” Berzatto (interpretato da Jeremy Allen White) parlare di sua madre durante un episodio della prima stagione, aveva avuto la premonizione che un giorno il ruolo sarebbe stato suo. Quando il suo agente le ha telefonato per dirle che le era stata effettivamente offerta la parte, “i miei occhi si sono riempiti di lacrime”.
Ma sapeva che non poteva presentarsi sul set di Chicago con i suoi “capelli alla Jamie”, perché avrebbero distratto troppo. Dopo aver chiesto consiglio a Storer, Curtis e Pickens hanno collaborato per realizzare i suoi desideri. “Sapevo che i capelli dovevano muoversi e che lei li avrebbe dovuti spostare con il dorso delle mani, poiché queste erano sempre coperte di cibo”, racconta l’attrice.
Qualche istante dopo, si rimette la parrucca di Donna per la prima volta dopo le riprese: “Istantaneamente, senza uno spillo, lei esiste. È scioccante quello che si può fare. Per me è sconvolgente come il personaggio appaia istantaneamente”.
Per Jamie Lee Curtis questa è una “forma d’arte collaborativa”. Un processo che rende omaggio ai contributi creativi di tutti, dagli scenografi agli esperti di costumi, dagli showrunner agli acconciatori e a tutti coloro che hanno a che fare con la creazione di film e televisione.
Per quanto riguarda il modo in cui una parrucca influisce sul suo processo creativo, l’attrice si prende del tempo per rispondere. “Mi cancella e mi permette di portare tutta la mia esperienza, la mia tristezza, la mia rabbia, il mio dolore, le mie complicazioni e le mie dinamiche familiari nella dimensione della recitazione. È uno strumento. È così liberatorio guardarsi allo specchio e vedere qualcosa di diverso. Dà forma a tutto. Cambia tutto”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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