Andrea Giambruno, 42enne di Milano, è il primo first gentleman d’Italia, in quanto compagno della premier Giorgia Meloni, nonché giornalista Mediaset da due settimane debuttante su Rete4 con Il Diario del Giorno. Perché nel Bel Paese in cui da oltre 30 anni si discute inutilmente di conflitto d’interessi può serenamente capitare che il fidanzato della presidente del consiglio conduca sulla tv nazionale un programma giornalistico che si occupa anche di temi politici. D’altronde perché stupirsi?
In principio fu una banana
Giambruno nasce come autore. A Mediaset si occupa di programmi come Matrix, Mattino 5, Stasera Italia e Quinta Colonna. Le cronache rosa narrano che proprio qui, grazie ad una banana, prende forma il colpo di fulmine con Giorgia Meloni, all’epoca semplice volto d’opposizione. Ospite in studio per presentare la propria autobiografia, Meloni ha fame. La sua assistente ha solo una banana. Durante un break Meloni la divora e al ritorno in onda ha ancora la buccia di banana tra le mani. Andrea, supereroe per caso, si fionda in studio per strappargliela dalle dita, onde evitare di mandarla in diretta come se fosse un Minion.
Nel farlo i rispettivi sguardi si incontrano. Nasce un amore. In un multiverso Marvel Andy Warhol ha tratto ispirazione da questo struggente racconto firmato Nicholas Sparks per dare vita all’iconica copertina dei Velvet Underground. Da allora Meloni e Giambruno diventano un tutt’uno. Andrea, nel mentre, fa carriera. Nel 2020 da autore dietro le quinte passa al bancone di conduttore di Studio Aperto, in onda dalla Brianza. In piena campagna elettorale Giambruno passa la mano, anche per opportunità politica e giornalistica, torna a Roma per stare al fianco della madre di sua figlia, a colei che aspira a diventare la prima premier donna della storia d’Italia.
“Il suo uomo è un mio dipendente”, ricorda Silvio Berlusconi alla neoeletta presidente del consiglio nell’ottobre del 2022, con Giambruno che chiede a Mediaset di poter lavorare da Roma, in modo da poter stare al fianco di Ginevra, nata 7 anni or sono. E viene accontentato con Diario del Giorno, ad oggi però ancora registrato a Cologno Monzese. Poi da settembre si vedrà.
Da Studio Aperto a Diario del Giorno
Diario del Giorno è una rubrica del Tg4 nata a fine febbraio del 2022, con il titolo Diario di Guerra, per documentare l’invasione russa dell’Ucraina. Un anno fa si è trasformata in Diario della Crisi, per occuparsi della crisi del governo Draghi e delle elezioni anticipate del 25 settembre, poi vinte proprio da Giorgia Meloni. Ora è semplicemente Diario del Giorno, con Manuela Boselli e Andrea Giambruno a darsi il cambio, ogni pomeriggio dalle 15.30 alle 16.30.
Pronti, via e martedì 18 luglio Giambruno diventa immediatamente virale perché dichiaratamente scettico sui cambiamenti climatici che stanno segnando questa torrida estate italiana. “Qualcuno si domanda se sia una novità che nel mese di luglio si raggiungano certe temperature, secondo noi non è poi una grande notizia”, ha sentenziato al suo debutto il first gentleman, per poi strappare la linea ad un’inviata di diverso avviso.
Lunedì 24 luglio lo stesso Giambruno ha iniziato il suo Diario del Giorno parlando del monsone che nella notte si è abbattuto su Milano e sulla Brianza, abbattendo centinaia di alberi, con alle sue spalle a tutto schermo un articolo del 1967 in cui si parla di “grandine su Milano” e “42 gradi a Roma”. Della serie “56 anni fa come oggi”, per non smentirsi e non cambiare posizione, pur precisando che “qui nessuno è negazionista, a differenza di quanto qualcuno vuol sostenere”. “Questa è la notizia, che a luglio ci siano questi eventi è una notizia e noi la diamo. Che faccia caldo a luglio o ad agosto non mi sembra una grande notizia”.
Due secondi dopo il meteorologo Andrea Giuliacci, da lui invitato a parlare, sentenzia l’ovvio: “Sono due facce della stessa medaglia”, ma Giambruno finge di non capire e lo ringrazia per aver dato lui manforte citando gli incontrovertibili “dati della scienza”. Nel dubbio, per non saper leggere né scrivere per due settimane l’ex volto di Studio Aperto ha parlato quasi esclusivamente del tempo, pur “non essendo una notizia”. Perché il signor Meloni è così, apparentemente molto permaloso, stracolmo di sé e assai poco incline all’ascolto.
Non ci si inventa conduttori
L’Italia scopre così la nuova fatica televisiva di Giambruno, punto d’incontro tra Derek Zoolander, Emilio Fede, l’indimenticato Olmo di Fabio De Luigi e la Lilli Gruber del Tg1 che fu. Perché lo stile di conduzione di Giambruno è un trionfo di pose e ammiccamenti, di mimica ostentata e gesticolare compulsivo. Per la prima volta in piedi da solo al centro dello studio, il giornalista non sa dove mettere quelle mani che fanno da intralcio alla sua elegante e slanciata figura, tanto da non dar mai loro tregua.
Nel corso della diretta le mani di Giambruno potrebbero creare vasi sulle note di Unchained Melody, risolvere cubi di Rubik, realizzare intere collezioni autunno/inverno all’uncinetto, vincere i mondiali di ombre cinesi e sfornare quintali di zabaione, perché non stanno mai ferme, mulinando per un’ora mentre lui, con voce impostata da attore cresciuto a pane, Vittorio Gassman e Mario Giordano, lancia la linea a inviati in esterna, si collega con ospiti in studio e in collegamento, sentenzia attraverso commenti inopportuni e a dir poco avventati e parla con chissà chi mentre altri da lui interpellati espongono opinioni, come se non sapesse di avere il microfono perennemente aperto.
Non c’è puntata di Diario del Giorno in cui Giambruno non sussurri qualcosa a qualcuno mentre non è inquadrato, anticipando domande in arrivo, chiedendo lumi, commentando stizzito quanto eventualmente appena esposto da altri. In aiuto del conduttore un piccolo leggìo che gli consente di appoggiarsi, di mostrarsi a tre quarti come le indimenticata mezzobusto degli anni d’oro, di dare una posizione ferma e adeguata a quelle braccia che se solo volessero potrebbero perfettamente coreografare la sigla di Passaparola mentre il diretto interessato discute di clima con Vittorio Feltri e bacchetta incredibilmente il ministro tedesco della Sanità Karl Lauterbach.
Giambruno e il collegamento dalla Casa Bianca
Colpevole di aver osato ipotizzare la futura fine del turismo in Italia a causa proprio del cambiamento climatico, Lauterbach è stato così apostrofato da Giambruno: “La Merkel sta qua, lui sta sempre qua, se non ti sta bene stai a casa tua. Stai nella foresta nera, stai bene, no?”. Testuale, come un Vittorio Sgarbi qualunque a gridare “Capra! Capra! Capra!” da una sfera di barbaradursiana memoria, se solo Giambruno non fosse il compagno della presidente del consiglio. Da un punto di vista prettamente televisivo il first gentleman non ha neanche lontanamente l’impronta del conduttore, senza dimenticare quel piccolo appunto deontologico che in un Paese normale deraglierebbe in quanto fidanzato dell’attuale premier.
In tal senso venerdì 27 luglio Giambruno si è collegato in apertura di trasmissione con Washington per il viaggio negli States e la visita di Stato alla Casa Bianca di colei che è primo ministro nonché madre di sua figlia. Che tutto ciò stoni dovrebbe essere lampante agli occhi di chiunque, ma negli ultimi 30 anni il concetto di “indignazione” dell’italiano medio si è squagliato al cospetto di un conflitto di interessi mai risolto.
La risposta Auditel
Eppure l’Auditel, per ora, parrebbe promuoverlo, con circa 400/500.000 telespettatori a puntata. Partenza al 5.4% di share con picchi del 6,4% sette giorni dopo, come se le polemiche e i meme diventati virali su Twitter avessero aiutato Andrea Giambruno e il suo Diario, rubrica che nel dubbio non prova neanche lontanamente ad allontanarsi dall’informazione sovranista, populista e filo-governativa di Rete4, megafono di una destra di governo che dopo aver colonizzato mamma Rai epurando volti scomodi ha direttamente e sfacciatamente piazzato il first gentleman d’Italia alla guida di un’ora di informazione quotidiana.
Il programma della settimana: i Mondiali di Nuoto, su Rai2
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