Lo strombazzato ritorno in Rai dopo quasi 30 anni passati a Mediaset ha visto Alessia Marcuzzi ritrovare il sorriso e la verve dei tempi che furono, prima che Grandi Fratelli e Isole dei Famosi la limitassero in scalette da pseudo reality. Peccato che Boomerissima, format da lei ideato, sia il trionfo del già visto, una raccolta a strascico di idee altrove celebrate.
Il meglio di Boomerissima è l’antipasto
Il game show che prova ad essere varietà attraverso la solita, sfiancate sfida generazionale tra Boomer e Millennial non ha davvero più niente da dire, perché ridondante riciclo del riciclo. Meteore, Ciao Darwin, I migliori Anni, Furore, House Party, il Karaoke, Sarabanda, BellaMà, Name That Tune. Boomerissima prende a piene mani da decenni di format per frullarli e servirli agli unici spettatori realmente interessati al progetto, ovvero i soliti “vip” o pseudo tali felicemente ringraziati dall’immancabile gettone di presenza.
Nella primissima puntata del 31 ottobre, Asia Argento, Caterina Balivo, Cesare Bocci e Biagio Izzo per i boomer, Aurora Leone, Alvise Rigo, Giulia Salemi e Tommaso Zorzi per i millennial, con quest’ultimo richiamato in studio dopo aver già partecipato alla prima puntata della prima edizione. Non si contano più i programmi con ‘squadre vip’ a sfidarsi, tra canzoni da indovinare e/o cantare e quiz di vario tipo da superare, con quella spruzzata di malinconico sguardo al passato mai dimenticato che incombe su tutto e tutti.
Il meglio di Boomerissima 2 si è visto con l’anteprima di due minuti e mezzo, con omaggio agli spot anni ‘80 Ferrero Rocher e Amadeus negli abiti del mitico Ambrogio, maggiordomo dell’elegante e “vogliosa” signora in giallo interpretata da una camaleontica Alessia Marcuzzi, una e trina per 150 minuti.
Perché Alessia, che è anche co-autrice, fa tutto. Balla, canta, recita, presenta, trasformandosi e divertendosi. Ma è forse l’unica a riuscire nell’impresa di trovare giubilo al cospetto di simile circo. Perché i giochi di Boomerissima sono drammaticamente lunghi e ripetitivi, perché gli ospiti sono spesso e volentieri così abbagliati dalla propria immagine da sgomitare tra ego non richiesti, mentre lei, Marcuzzi, prova a tenere le redini di un caos solo apparentemente organizzato.
Tolti gli ospiti il nulla
Non a caso la godibilità del programma cresce unicamente al cospetto degli ospiti, musicali o meno che siano, dando fiato al telespettatore medio bombardato da inquinamento acustico mascherato da game show. Oltre al già citato Amadeus, che oramai dove lo metti sta che è una meraviglia, Antonella Clerici si è ben spesa per un’ora piena, tra doppi sensi e amarcord festivaliero, mentre gli Snap hanno ritrovato con gioia un bonifico Rai per una volta non marchiato Carlo Conti, al fianco di uno spaesato Alfa e di Paola e Chiara, dallo scorso febbraio tornate meravigliosamente a fatturare come non capitava da oltre 20 anni.
Nel mezzo spazio al monologo mai comico di Biagio Izzo, a cui qualcuno dovrebbe chiedere di aggiornare un repertorio rimasto agli anni di Buona Domenica, al momento danzante di un Tommaso Zorzi che nessuno ha ancora capito quale ruolo voglia avere sul fronte televisivo nazionale, mobile e agile come il ceppo che diede poi forma a Pinocchio, e ad un nome a caso dei The Jackal, ormai moltiplicatisi come i Gremlins e senza i quali parrebbe impossibile fare tv al giorno d’oggi.
Se non ce n’è almeno uno, uno qualsiasi, non si va in onda. Semplicemente non registrati, invece, Cesare Bocci e Alvise Rigo, ex rugbista lanciato da Milly Carlucci ora reinventatosi attore per Ferzan Ozpetek, colosso di rara beltà e ancor più rara utilità contenutistica.
Una prima puntata di Boomerissima quasi interamente dedicata a Friends ma sfortunatamente registrata pochi giorni prima della morte di Matthew Perry, con inevitabile ma manchevole omaggio ad uno dei suoi storici protagonisti, e l’appartamento di Rachel&Co ricostruito alla bene in meglio, come quei musei delle cere dell’Europa dell’Est in cui credi di trovarti al cospetto della statua di Gegia per poi leggere stupefatto Dua Lipa.
Il riscontro Auditel di Boomerissima
Centocinquanta minuti, quelli andati in onda il 31 ottobre, che hanno fatto registrare il peggior dato Auditel da quando Boomerissima ha preso vita, con 873.000 telespettatori e il 5,97% di share.
Il 10 gennaio scorso, con la prima puntata della prima edizione, furono 1.310.000 i telespettatori, pari al 7,37% di share.
Il picco è stato raggiunto 7 giorni dopo, con l’8,49% di share, per poi scendere al 6,92%, sgonfiarsi con il 6,51% della 4a e chiudere con il 7,29% della 5a. Ma mai, fino ad oggi, si era scesi sotto la soglia psicologica del milione di telespettatori.
Quasi mezzo milione di teste (ovvero un terzo del totale) si sono perse per strada in sei puntate appena, con Rai2 martedì sera sconfitta da Rai1, Rete4, Canale5, Italia1 e La7.
Per fortuna di Marcuzzi c’è chi fa assai peggio di lei sul secondo canale della tv pubblica (citofonare Bianca Guaccero), ma è necessario risalire la china da qui al prossimo 28 novembre, quando andrà in onda l’ultima puntata di un programma che al momento fatica ad esplicitare tangibili segnali di utilità catodica.
La ritrovata Alessia meriterebbe altro e di ben altro spessore, a partire da quel ritorno al fianco di Amadeus quasi 30 anni dopo l’indimenticata doppietta Festivalbar 1996/1997. Il “languorino” da soddisfare si chiamerebbe Ariston 2024, in coabitazione, ad abbracciare boomer, millennial e gen z.
Perché Sanremo è Sanremo.
Il programma della settimana è stato Bar Stella, su Rai2.
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