Amore criminale, fin dai suoi inizi, ha rappresentato uno di quei programmi di nicchia che hanno saputo scavare nell’immaginario televisivo. Cecilia Hazana, così si chiama la protagonista della puntata di oggi del programma che indaga sui femminicidi che più hanno colpito la collettività, per l’efferatezza e la ferocia subite dalla vittima.
Trasmissione ideata e diretta da Matilde d’Errico e Maurizio Iannelli, realizzata in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato, e con il Patrocinio della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, va in onda il giovedì sera.
La terza puntata della 26esima edizione, in onda il 30 novembre 2023 alle 21.20 su Rai 3, parla di un femminicidio in particolare. Quello di Cecilia Hazana, con il solito mix di docudrama e narrazione ad opera della conduttrice attuale (Emma D’Aquino, erede nell’ordine di Camila Raznovich, Luisa Ranieri, Barbara De Rossi, Asia Argento e Veronica Pivetti).
Il programma esordì nel 2007 – il reato di stalking è del 2009 – ed è sempre stato una roccaforte contro la violenza sulle donne, un luogo in cui ricordare le vittime di una strage continua (muore una donna uccisa da un maschio che ha una relazione con lei ogni 72 ore).
Un angolo di televisione e servizio pubblico di alta qualità che racconta le storie che troppo spesso rimangono sepolte da quintali di retorica fatta di “la amava troppo”, “era solo troppo geloso”, “le faceva anche i biscotti”, “non era riuscito a superare l’abbandono”, per eludere le allusioni infami a vite troppo libere, a nuovi fidanzati, alla volontà di essere libere, come fosse una colpa. O all’oblio, puro e semplice.
Chi è Cecilia Hazana, uccisa dall’ex compagno e raccontata nella 3^ puntata dell’ultima edizione di Amore Criminale
Incontriamo Cecilia Hazana a 34 anni. Ha già sofferto molto, ma ha anche molto di cui essere orgogliosa. Peruviana, ha cercato fortuna e serenità in Italia. Pompiere volontario a Lima, si trasferisce a Reggio Emilia. Lì conosce Corrado Lolli, albergatore, con cui ha una storia da cui nasce Alessandro, che ora ha tre anni e mezzo. Dura poco la relazione e decidono a Natale del 2020 di lasciarsi stabilendo un affido condiviso.
Juana Cecilia Hazana Loayza è di nuovo sola, ma c’è Alessandro con lei e in fondo per una donna così forte e indipendente non è mai stato un problema. Si rimbocca le maniche, come sempre, e come sempre lavora per gli altri. Per salvare loro la vita, come faceva in Perù da vigile del fuoco, per renderla migliore nella cooperativa che si prendeva cura di una comunità di anziani nella città emiliana.
Inizio 2021: è a casa, non lavora, è il suo giorno libero. Suona il campanello e apre a un rappresentante. È Mirko Genco, un giovane – ha 10 anni meno di lei – con cui familiarizza subito. Alessandro lo trova simpatico, la mamma pure. Lui sembra da subito molto attaccato a entrambi e dopo una breve e appassionata frequentazione si trasferisce da loro.
Dopo pochi mesi, però, quel grande amore dichiarato da lui si rivela per ciò che è: ansia di possesso, ossessione, incapacità di convivere con chi ha una propria indipendenza, ferocia mentale, verbale, fisica. Tutto precipita in poco tempo, Cecilia capisce che quell’uomo deve essere allontanato dalla sua vita. Si sono conosciuti a febbraio, ad agosto è già finita.
Cecilia si fida del sistema. Lo denuncia, perché da subito lui la pedina, la molesta, la minaccia, la stalkera. Lo Stato sembra reagire subito e bene. Cecilia è quella vittima su sette che denuncia il suo carnefice, per stalking: la polizia lo arresta per ben due volte (il 5 settembre per atti persecutori, la seconda volta il 10 settembre, per violazione della misura di divieto di avvicinamento).
Lui patteggia una pena di due anni il 3 novembre, era incensurato, e quindi la detenzione non viene messa in atto. Non gli viene imposto neanche un percorso di riabilitazione. Eppure nel 2020 un’altra sua fidanzata lo aveva denunciato, fino a riparare in una struttura protetta. Non conta, non risulta recidivo.
Siamo a inizio novembre, sembra però che Mirko si sia rassegnato.
È autunno inoltrato e Cecilia Hazana sembra aver finalmente recuperato quel sorriso che sui social è sempre presente. Sta con amici e amiche in un pub e posta una foto, un po’ goliardica, con alcuni dei ragazzi presenti alla cena.
Mirko si infuria. È il 19 novembre del 2021, tarda serata. Sosterrà, il suo aguzzino, di aver dedotto, da quell’immagine, che fosse ubriaca. Che si mette in macchina, da Parma verso Reggio Emilia, e fa chilometri e chilometri, dice, per riportarla a casa dal suo bambino. Sosterrà, il carnefice, che dopo i due arresti avevano ricominciato a frequentarsi. Molti testimoni negheranno entrambe le circostanze.
Dopo una tempesta di chiamate compulsive Cecilia Hazana accetta di incontrarlo in un ristorante messicano. Un connazionale di lei, rugbista, le scrive, è preoccupato. Lei risponde sbrigativamente, tranquillizzandolo “Stiamo tornando a casa, tutto bene”. Siamo a ridosso della mezzanotte.
Non è tutto tranquillo, però, dopo un dialogo solo apparentemente sereno, Mirko Genco la aggredisce. La porta nel parco di Via Patti, la violenta brutalmente, poi tenta di soffocarla strangolandola. Juana Cecilia Hazana Loayza sviene. Lui entra a casa di lei, prende un coltello. E con quello la finisce, con due fendenti al collo, sta per arrivare l’alba del 20 novembre 2021.
Mirko Genco confesserà subito il reato, indicando dove ha lasciato il cadavere, attenuante generica che gli ha permesso di evitare l’ergastolo – insieme alla circostanza che lo vide rimanere orfano di madre nel 2015, e dell’omicidio di Alessia Della Pilla, così si chiamava la donna, viene accusato il suo convivente – e di vedersi comminati solo 29 anni e 10 mesi.
Alessandro, il figlio della vittima, allora di soli due anni, rimane con Dina, la nonna materna, che da qualche settimana era in Italia per aiutare la figlia, lasciando in Perù il marito e i 5 fratelli della ragazza. Condannato a vita all’essere orfano di madre, lui.
In Italia nonna Dina è rimasta, per prendersi cura del nipote insieme al padre del bimbo, Corrado Lolli, che ogni giorno lo accompagna e lo riprende dall’asilo, stando con lui quanto più possibile.
Di Cecilia invece rimane solo quel sorriso sui social. E una puntata di Amore criminale. Che ha potuto collezionare 26 edizioni anche perché non mancano questo tipo di storie. Anzi. Nonostante la quantità di stagioni che solitamente mettono insieme le soap, ha finora narrato solo una minima parte delle vittime.
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