Cinquantotto anni all’anagrafe. Per quanto sembri incredibile, Enrico Papi fa televisione da 35 anni, ovvero dal lontano 1988, quando si inventa ideatore di candid camera per Fantastico bis su Rai1. Conduttore, autore, opinionista, scopritore di format e persino cantante, Papi fa il suo esordio nel mondo dello show business come cabarettista, ad aprire i concerti altrui. Giancarlo Magalli lo nota e lo vuole al suo fianco, dando così il via ad una carriera infinita, che ha spaziato nei generi e tra le reti, accarezzando il successo e il declino, la scomparsa e la rinascita.
Da Paparazzo a Sarabanda
Pur avendo raramente incantato per simpatia, veracità, spontaneità e brillantezza, Papi, che in un’altra vita sarebbe potuto essere un ottimo animatore da villaggio vacanze, è da decenni onnipresente. Nel 1990 sbarca a Unomattina, mentre nel 1993 fa sua la rubrica del Tg1 Fatti e misfatti. Ed è qui che Enrico diventa “re dei paparazzi”, ben prima di Fabrizio Corona. In pochi anni Papi si trasforma nell’acchiappavip d’Italia, una sorta di “iena” ante litteram, che ronza attorno ai personaggi famosi per carpire gossip, scandali, rumor da riviste. Litiga con tutti, è pungente, non conosce vergogna e fa centro. Le sue “Chiacchiere”, nel 1996, vengono chiuse da Carlo Rossella per violazione del codice deontologico. Mediaset ne coglie comunque il potenziale e gli affida subito Papi quotidiani, per poi ritagliarsi uno spazio all’interno di Verissimo e ideare Edizione straordinaria.
L’anno di svolta è il 1997. Enrico abbandona le trasmissioni da tabloid per abbracciare un’altra sua grande passione. La musica. Prende vita Sarabanda su Italia1. “Mooseca” diventa il suo secondo nome, l’epitaffio che si farà scrivere sulla tomba, il marchio di fabbrica che da un quarto di secolo lo contraddistingue, suscitando ormai malinconica tenerezza. Dieci le edizioni condotte, con mitologici personaggi da lui inventati, e ascolti così clamorosi da far stranire Antonio Ricci, padre di quella Striscia la Notizia che – leggenda narra -pretese e ottenne un cambio di programmazione da parte di Italia1, per non non dover competere contro quel varietà musicale. 1757 le puntate da lui condotte, con venti speciali in prima serata, in cui Papi fa tutto. Canta, suona, conduce, inventa personaggi da sfottere. Sono i suoi anni d’oro e ne è consapevole. Si monta probabilmente la testa e deraglia. Maurizio Costanzo lo vuole con sé a Buona Domenica, in sostituzione dell’insostituibile Fiorello, mentre Canale 5 gli affida Beato tra le donne, rimasto orfano di Paolo Bonolis. E qui casca l’asino, perché ipotizzare che Papi possa essere anche solo lontanamente paragonabile a due numeri uno come Fiorello e Bonolis è fantascienza estrema alla Philip K. Dick, tra navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e l’Uomo Gatto.
Il DopoFestival del dileggio
Nel 2001 succede l’inimmaginabile, perché Enrico co-conduce Sanremo al fianco di Raffaella Carrà, Megan Gale e Massimo Ceccherini. Visto lo strambo assortimento, è facile dedurre che all’epoca in Rai pescassero i nomi da Festival dal sacchetto della tombola. Non contento, Enrico fa suo anche il DopoFestival e riesce a far infuriare Franca Pilla, consorte dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. In un collegamento con Buenos Aires il conduttore prende in giro la funzionaria del Consolato generale d’Italia nonché preside coordinatrice di tutte le scuole italo-argentine, giocando sulla sua inflessione dialettale e deridendo il suo abbigliamento. La signora Ciampi, poche settimane dopo in visita in Argentina, etichetta Papi come “un cretino”, parlando pubblicamente di “trasmissioni che ci involgariscono, ci imbastardiscono”. Nel 2007 Papi viene condannato per dileggio a 10.000 euro di multa e 10.000 euro di spese processuali, in seguito all’azione legale intentata dalla funzionaria italo-argentina Carmelina D’Antuono.
Il declino
Ma è una breve parentesi da servizio pubblico, perché Papi torna immediatamente a Mediaset, ritrovando Sarabanda, abbracciando Matricole e i primi sonori flop di inizio millennio. Toccato il cielo dell’Ariston con un dito, Enrico va incontro ad un rapido declino. Anello debole, 3, 2, 1 Baila, L’imbroglione, il nuovo Gioco dei Nove.
L’impressione è che più il conduttore provi giustamente a smarcarsi da Sarabanda, che nel frattempo perde sempre più appeal, e più Mediaset continui ad affidargli programmi a perdere, puntualmente deludenti e facilmente dimenticabili. Nel 2006, con la prima edizione di La pupa e il secchione, Papi torna prepotentemente a galla, per poi inciampare nuovamente in show come Prendere o lasciare, Distraction, il reboot de La Ruota della Fortuna, Jackpot, Il colore dei soldi, Cento x Cento, Trasformat e Top One. In 25 anni di Mediaset Papi conduce oltre trenta programmi, che diventano quasi cinquanta dal 1988 ad oggi.
Un’indigestione che ha dell’inspiegabile, tanto dall’andare incontro ad un inevitabile stop. Ospite in qualità di concorrente di Ballando con le Stelle e Tale e Quale Show, Enrico torna a farsi vedere, a bussare alla porta della tv generalista nel 2016, ma da comprimario, da spalla, meno ingombrante e per questo più facilmente digeribile Nel 2017 l’approdo a Sky, dove Tv8 gli affida un nuovo quiz show, Guess My Age – Indovina l’età, prima di condurre La notte dei record, due finali di Italia’s Got Talent e un clone di Sarabanda, Name That Tune, che funziona a tal punto da convincere Mediaset a riportarlo all’ovile.
Il ritorno a Mediaset
Riparte così il treno delle opportunità puntualmente mancate. Nel 2022 ha cinque serate in prime time su Canale5 con Big Show, che parte con un già misero 13,68% di share e chiude con un disastroso 8,25%. Enrico conduce anche la quindicesima e sedicesima stagione di Scherzi a Parte, format ormai logoro che cala pesantemente negli ascolti. Accettabile 16,34% di share medio il primo anno, precipitato al 12,65% con il secondo. Eppure le possibilità per Papi non finiscono mai. Arriva così la poltrona di opinionista all’Isola dei Famosi 2023, in cui si dimostra da subito anello debole dello studio. Ruba continuamente la parola alla conduttrice Ilary Blasi, semina discutibili commenti, ride da solo nel fare battute che non suscitano l’ilarità di nessuno. Ma Papi cade sempre in piedi, perché tralasciando le repliche estive di Scherzi a Parte non rimarrà a lungo in panchina, visto e considerato che su Italia1 dovrebbe ritrovare La Pupa e Il Secchione quattordici anni dopo l’ultima volta, e a due anni dalla conduzione flop di Barbara D’Urso.
Volto indiscutibilmente riconoscibile agli occhi del grande pubblico, Enrico Papi è stato il “vorrei ma non posso” della tv generalista degli ultimi 30 anni. Ha avuto più seconde occasioni lui di Balotelli, ma se il fu Super Mario è tristemente finito a trotterellare in campo tra Turchia e Svizzera, Papi è ancora oggi in Champions League, pronto a rientrare da chissà quale porta secondaria dopo aver sprecato l’ennesima maglia da titolare. Mooseca!
Il programma della settimana è stato Blob, su Rai3.
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