Quella della Direzione Rai Cinema e Serie Tv non è solo una conferenza stampa per la presentazione dei palinsesti autunnali, legati a grandi film, serie di successo e documentari d’autore. Non è solo lo sguardo attento e complessivo su un’offerta nell’anno di circa 20mila ore di programmazione, proposta appunto dalla Direzione Cinema e Serie Tv, tra grandi produzioni internazionali, cinema italiano e coproduzioni della Rai. È anche la celebrazione di un servizio pubblico che negli ultimissimi anni è tornata a guardare al grande schermo come serbatoio di idee e di ascolti, come giardino segreto da rivalutare come risorsa di palinsesti che hanno bisogno, nella nuova televisione generalista, di specializzarsi, di inseguire la frammentazione altrui senza al contempo perdere in identità.
Il cinema nei palinsesti autunnali Rai
Mai come quest’anno il palinsesto sarà caratterizzato dalla qualità e varietà delle opere italiane e straniere. Stefano Francia di Celle, ex direttore del Torino Film Festival, e responsabile della programmazione cinematografica d’autore ci tiene a sottolineare, ad esempio, come l’offerta voglia legarsi alla modernità della fruizione – “tanto che le grandi anteprime su RaiMovie avranno una replica domenicale in originale con i sottotitoli, dopo la prima visione doppiata, per andare incontro a tutti i tipi di pubblico” -, ma anche all’attualità: “nell’ambito del ciclo dedicato a Ken Loach (ce ne sarà uno anche su Billy Wilder, scelte meravigliose) ci sarà Paul, Mick e gli altri, che racconta di un incidente sul lavoro su una tratta ferroviaria, come successo recentemente in Lombardia, e la programmazione è prevista nella giornata nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, l’8 ottobre”.
Per non dimenticare un film bellissimo come Fortuna di Nicolangelo Gelormini, con Valeria Golino (ma anche con Libero De Rienzo, una delle sue ultime apparizioni al cinema), che con stile da favola nera e un linguaggio cinematografico tanto sperimentale quanto affascinante, racconta l’inferno di Caivano ancora prima delle avvilenti scoperte giudiziarie degli ultimi giorni. Tanto che, seguendo quello che negli ultimi anni ha fatto solo La7, al film si accompagnerà uno speciale curato da Federica Sciarelli.
A Rai3 torna il cinema d’autore
Una Rai quella annunciata oggi nella Sala degli Arazzi di Viale Mazzini che assomiglia a quella arrembante e coraggiosa che al cinema dedicava i lunedì e una delle melodie più azzeccate di Lucio Dalla, che la cucì proprio per quell’appuntamento. Che ritrova una visione d’insieme e non più casuale del cinema in tv, con Rai 3 che torna luogo del cinema d’autore e di impegno – tra questi vedremo il bellissimo e premiatissimo Settembre di Giulia Steigerwalt (sceneggiatrice di un’altra delle grandi anteprime, Marilyn ha gli occhi neri) che si dichiara felice “non solo per i grandi numeri che si possono raggiungere ma soprattutto perché ci si rivolge a un pubblico che è sensibile a un certo modo di raccontare” – e Rai Due quello delle serie televisive, da quelle ormai storiche (NCIS, ormai alla ventesima stagione) a quelle trovate sul mercato spagnolo, luogo di talenti e di ascolti che la nostra tv pubblica “batteva” ben prima di Netflix e de La casa di carta.
E poi, ovviamente, la promozione su Rai1 per chi riesce a trovare un successo meritato. Ma anche il tentativo di dar luce a chi se lo meriterebbe, pensiamo agli esordi cinematografici che trovano collocazione nella seconda serata del sabato, fascia a suo modo protetta ma allo stesso tempo favorevole, o a Morgane – Detective Geniale, adorabile serie tv francese arrivata alla terza stagione incentrata su una donna delle pulizie il cui quoziente intellettivo è inversamente proporzionale al suo gusto nel vestire, che definire kitsch è un eufemismo. Impossibile non amare Audrey Fleurot e Mehdi Nebbou (oggi in conferenza), il loro rapporto assurdo e meraviglioso, la scrittura melò e comica di una serie gialla unica nel suo genere e scovata dalla Rai ben prima del grande successo internazionale, a conferma di un lavoro di scouting di alto profilo di tutti i comparti (Cristina Cavaliere, Paola Tucci, Leopoldo Santovincenzo – sua la battuta più geniale, sulle madri apprensive “Psycho”, e, appunto, Stefano Francia di Celle).
E ancora vedremo sempre sulla rete ammiraglia Alfredino – Una storia italiana, con Anna Foglietta e di Marco Pontecorvo, quattro puntate sulla storia tragica dell’incidente capitato al piccolo Rampi (cadde in un pozzo artesiano, si provò a salvarlo per tre giorni senza successo, nel 1981), un prodotto Sky Originals che arriva in Rai.
Quella Rai che seguì in diretta quello strazio e contribuì a farne un fatto dirimente nella memoria collettiva del paese. Da quel momento nulla fu più lo stesso. Nei palinsesti, così come in Italia: per fare un esempio, allora nacque l’idea della Protezione Civile, di un’istituzione che coordinasse tutte le altre in casi di emergenza. Da lì, purtroppo, nacque anche la tv del dolore. Da una diretta in buona fede, nessuno poteva e voleva immaginare un finale così tragico per quella storia fatta di inutili e tragici eroismi.
Confermata, poi, soprattutto sui cicli sui grandi autori e sui documentari, ma non solo, una rinnovata e strutturata sinergia con Raiplay, a tutt’oggi la piattaforma più completa e sottovalutata (e economica) tra tutte quelle disponibili al pubblico.
Come ai tempi di Vieri Razzini
La Rai, insomma, per guardare al futuro, torna in parte al passato, al servizio pubblico che con Vieri Razzini ha portato un’alfabetizzazione cinematografica di massa, all’opera del grande schermo che arriva al piccolo come generatrice di dibattiti popolari e sociali, all’utilizzo delle tre reti con una razionalità politica, emotiva e di genere (Adriano De Maio, Direttore della Direzione Cinema e Serie TV ha sottolineato come abbia fondato la sua struttura su una divisione per generi cinematografici e televisivi), ma anche delle altre (Rai 4, Rai 5, Rai Movie) non come magazzino e ruote di scorta ma invece come serbatoio di idee, integrazioni per il lavoro delle ammiraglie, laboratori.
Senza dimenticare, ovviamente, i grandi titoli internazionali, in anteprima e non, da House of Gucci che aprirà la stagione a Licorice Pizza, fino allo struggente The Father, mentre tra gli italiani spiccano Il bambino nascosto di Roberto Andò, il primo Diabolik dei Manetti Bros e Freaks Out di Gabriele Mainetti.
Una sintesi tra passato, presente e futuro che è tra le soluzioni più virtuose delle tv pubbliche europee.
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