È indubbio che il nuovo Pomeriggio 5 firmato Myrta Merlino al posto di Barbara D’Urso abbia calamitato le attenzioni di chiunque mastichi un po’ di televisione, per capire quanto la nuova conduttrice arrivata da La7 abbia cambiato rispetto al recente passato, sposando le direttive di Pier Silvio Berlusconi che ha dichiaratamente voluto mettere un punto al trash pomeridiano a lungo cavalcato dall’ex padrona di casa. Ma al netto delle aspettative, è davvero andata così?
Una prima puntata chiamata gobbo
Pronti, via e Merlino è comparsa di bianco vestita come Morgan Freeman nei panni di Dio al fianco di Jim Carrey, accerchiata da autori, dietro le quinte, con una scenetta appositamente ideata che ha subito dato una chiara impronta al nuovo format e alla nuova conduzione. Che sa di posticcio, di perennemente costruito, di plastificato, di raramente spontaneo.
Vagamente affievolite le luci di dursiana memoria, Merlino ha esordito su Canale5 con due mani sul petto, quasi a voler dire “con lo sterno” non potendo più dire “col cuore”, leggendo vistosamente e ripetutamente il gobbo cartaceo, inizialmente lasciato al centro dello studio, in bella mostra, prima di sparire dalla vista dello sbigottito telespettatore medio.
Ma Myrta a quel gobbo non ha mai rinunciato, cercandolo ripetutamente con gli occhi, seminando perplessità sulla scelta di non affidarle una semplice cartellina, o un telepromter preso banalmente in prestito dagli studi del Tg5 che sono a due metri da quello di Pomeriggio 5, apparso tutt’altro che rivoluzionato rispetto allo sgabuzzino affidato un anno fa a Barbara D’Uso. Perché piccolo era quello, da Cologno, e piccolo è questo, dal centro di Roma. Di nuovo c’è solo e soltanto il ritorno del pubblico, mediamente anziano.
Ma è davvero cambiato qualcosa?
Solo apparentemente più presentabile e meno urlato, con servizi comunque sensazionalistici e puntualmente segnati da musiche strappalacrime, il Pomeriggio 5 di Myrta è più soporifero e meno ritmato del Pomeriggio di Barbara D’Urso, con gli ospiti inizialmente seduti tra il pubblico, a distanza dalla conduttrice, a voler quasi rimarcare il distacco, e un’esagerazione sempre di casa.
Alla prima puntata Merlino si impegna pubblicamente a trovare un loculo per la piccola Fortuna Loffredo, bimba del Parco Verde di Caivano violentata e poi gettata nel vuoto dal suo aguzzino, Raimondo Caputoina, nel 2014, e ancora oggi senza tomba al cimitero. Come Barbara prometteva di trovare lavoro a chi le chiedeva aiuto in diretta tv, Myrta si fa portavoce di un’indignazione sociale un tanto al chilo, prima di andare in pubblicità esattamente come faceva la D’Urso, sottolineando quanto gli spot “ci facciano campare”, dopo aver chiesto all’avvocato di turno di darsi del tu, e non del lei.
Come Barbara, anche Myrta ostenta amicizie e vicinanza con i suoi ospiti, ovvero Claudio Amendola, Tommaso Cerno, Rosanna Cancellieri e Sabrina Scapini al debutto, prendendo pubblicamente posizioni nette, cedendo ad un monologo sulla violenza contro le donne vistosamente letto e mal recitato, con Ivano Fossati in sottofondo, carrellata sui volti di donne vittime di femminicidi e uno stacco improvviso in pubblicità con tanto di sconcertante jingle.
Perché si può essere trash anche senza parlare del GF Vip, di Mark Caltagirone e di Giacomo Urtis che promette di voler sposare Fabrizio Corona. Si può essere trash affrontando tematiche più impegnate, legate alla stretta attualità e alla cronaca, come il caso dell’orsa uccisa a colpi di fucile in Abruzzo, dello stupro di Palermo da parte del branco, degli stupri di Coivano, dell’omicidio di Giulia Tramontano. Sono sempre toni e modi, a fare la differenza, andando oltre il contenuto.
Via il regista dopo una sola puntata
Tralasciando la sempre più sconcertante somiglianza con Barbara Foria, che è ormai più vera dell’originale, Myrta Merlino appare da subito una copia sbianchettata e ripulita di Barbara d’Urso, nel modo di condurre, nella gestualità, nella scelta di tematiche sicuramente meno sfacciatamente pop ma ugualmente populiste, se trattate con una specifica e riconoscibile cifra. Al termine della prima puntata Mediaset ha rimosso il nuovo regista di Pomeriggio 5, Ermanno Corbella, sostituendolo con Franco Bianca.
E il cambio è stato da subito evidente. Basta telecamere in vista alle spalle della conduttrice, basta gobbi cartacei al centro dello studio, basta ospiti tra il pubblico, in quanto ora al fianco di Myrta, con immagini e collegamenti non più a tutto schermo ma incorniciati. Evidentemente qualcosa non deve essere piaciuto a Pier Silvio Berlusconi, che ha così immediatamente imposto un cambio di rotta al programma, dopo una sola puntata di un’ora e mezza, come era solito fare suo padre ai tempi della Fininvest, ovvero prima che entrasse in politica.
Certo è che per Merlino deve essere stata dura da digerire, perché Corbella era un suo fedelissimo, arrivato direttamente da L’Aria che Tira, su La7. Gli sono bastate meno di due ore per essere defenestrato. I cambi “scenografici” in corsa d’opera dalla seconda puntata in poi hanno avvicinato sempre più Pomeriggio 5 al competitor La Vita in Diretta, al momento ancora in vacanza, in una sorta di sfida copia/carbone che vedrà Merlino confrontarsi con Matano, lo scorso anno quotidianamente trionfatore al cospetto di Barbara D’Urso.
Myrta, la prima settimana Auditel
Nell’attesa l’Auditel ha parzialmente promosso il nuovo corso. La prima puntata del Pomeriggio 5 di Myrta Merlino si è infatti presentata come leader assoluto di fascia con 1.632.000 spettatori totali e il 21.37% di share nella prima parte e 1.572.000 spettatori totali e il 19.34% di share nella 2a parte. Un inatteso exploit. Battuta sia la concorrenza di Rai1, ancora affidata a Nunzia De Girolamo e alla sua Estate in diretta, quanto gli esordi passati di Barbara D’Urso.
Il 5 settembre del 2022 Pomeriggio Cinque debuttava infatti con 1.397.000 spettatori e il 18.7% di share nella prima parte e 1.318.000 spettatori con il 17% di share nella seconda. Nel 2021 la prima puntata di Pomeriggio Cinque era partita con 1.413.000 spettatori e il 16.05% di share nella prima parte del programma e 1.347.000 spettatori con il 14.3% di share nella seconda. Myrta ha quindi fatto meglio di Barbara, trainata anche dalla curiosità di un cambio di conduzione epocale e dalla mancanza del suo vero competitor.
Il resto della prima settimana made in Merlino ha però iniziato a suonare i primi campanelli d’allarme: 20.1% di share nella 1a parte e il 17% nella 2a parte con la seconda puntata; calo al 18,6% nella prima parte e al 17,8% nella seconda con la terza puntata; recupero al 20.1% nella prima parte e al 17.5% nella seconda parte con la quarta puntata e infine preoccupante crollo al 16.7% nella prima parte e al 16.6% con la seconda nella 5a nell’ultima puntata del venerdì, che ha visto De Girolamo battere Merlino.
Complessivamente è andata bene, visto e considerato che la scorsa edizione si era fermata ad uno share medio del 16,10%, ma bisognerà ora capire se e quanto durerà, perché l’11 settembre Alberto Matano tornerà in onda e sarà da lunedì che Myrta dovrà iniziare a correre, perché le vedove di Barbara D’Urso non vedono l’ora di impallinarla. Col cuore.
Il programma della settimana è stato Ulisse – il Piacere della Scoperta, su Rai1
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