Cartabianca, il talk-parodia che resiste (nonostante tutto)

Tutto quello che non dovreste vedere in tv durante la settimana e ancora non sapete: Bianca Berlinguer nuova vittima della rubrica tv di THR Roma, tra le ospitate di Alessandro Orsini e la permanente maurocoroneide

“Mi hanno detto che oggi pomeriggio lei è andato a fare legna. Quando va a fare la legna, la spacca anche con un’accetta oppure no?”.

Ha preso così vita, con questa domanda esistenziale che l’Italia intera attendeva come il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, l’ultima puntata di Cartabianca, su Rai3, con il solito, infinito, sfiancante e tendenzialmente inutile botta e risposta tra la conduttrice Bianca Berlinguer e Mauro Corona, scrittore e alpinista che da anni imperversa in prima serata Rai tra un fiasco di vino e un ciocco di legno grazie all’ex direttrice del Tg3, da lui chiamata “Bianchina”.

“La preoccupa una nuova potenziale pandemia cinese? Le sembra possibile?”, ha proseguito Berlinguer.  “I cinesi ci comprano la roba e ci regalano le malattie”, ha sentenziato Corona con la sua solita proverbiale diplomazia, per poi replicare a domanda diretta sull’amore di Joe Biden nei confronti del gelato. “Io sono per il vino”, la risposta di Corona. “Quello si era capito”, la chiusa di “Bianchina”, che ha così fatto partire l’ennesima puntata di Cartabianca dagli ospiti solitamente estratti a caso da un sacchetto della tombola e dai contenuti a macchia di leopardo.

Tra talk e promozione editoriale

Se con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini si è parlato dell’alluvione che ha devastato la regione, con il pluri-incaricato sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi e la brava Chiara Francini si è disquisito di Salone del Libro e di maternità, con Mauro Tozzi, Pietro Senaldi, Nicola Fratoianni e la leghista Silvia Sardone di cambiamenti climatici, con Mariolina Sattanino, Gad Lerner e un Bruno Vespa sempre più pubblicamente filo-governativo di Chiara Colosimo all’antimafia, effettiva italianità dei ristoranti in giro per il mondo e contestazione ad Eugenia Roccella.

Un calderone di temi in cui infilare forzatamente la promozione di un libro ad opera di qualunque ospite (Francini, Vespa, Sgarbi, Tozzi, tutti con copertina a traino), con la conduttrice a bacchettare autori e regia come nella mitica parodia di Virginia Raffaele, ad alzare il tono di voce per sovrastare quelli altrui e ad ascoltare con sincero disinteresse alcune dibattiti da lei stessa introdotti.

Cartabianca è un talk di Rete 4 inspiegabilmente finito su Rai3, con questa ossessione per il pluralismo estremo che vede il filo-putiniano Alessandro Orsini ospite praticamente fisso, a cavallo di una narrazione bellica che vorrebbe la Russia vittima dell’Ue e della Nato.  Martedì sera incredibilmente assente, nell’ultimo anno Orsini ha tramutato il talk di Rai3 in una sorta di “tele Putin”, raccontando il suo punto di vista sull’invasione russa dell’Ucraina, facendo precipitare la credibilità giornalistica e informativa del programma stesso.

Polarizzazione e litigi

In ogni puntata di Cartabianca il dibattito in studio è talmente polarizzato, a causa di ospiti agli antipodi nell’esprimere opinioni su qualsivoglia tematica, che il conseguente talk cede raramente ad una qualunque ipotetica forma di concreta utilità, lasciando tempo e spazio a scaramucce da asilo mariuccia. È bastato che martedì sera Tozzi chiamasse Senaldi “Pietruzzo” per far volare stracci, al grido “Pietruzzo un cavolo, la mia maestra mi chiamava così ora ho 50 anni, io non ti chiamo Marietto, pensa di essere Corona, ma lo spazio Corona è prima!”.

Uno “spazio Corona” che ha evidentemente divorato l’intero programma, arrivando a coprire quasi 50 minuti sui 150 totali, mentre i toni si alzano, gli argomenti più disparati vengono sviscerati come in un qualsiasi Pomeriggio Cinque, gli spettatori in studio osservano catatonici e l’abbonato Rai da casa si domanda perché resistere a simili teatrini informativi che stridono con la 3a rete e la storia giornalistica di colei che ha dato il proprio nome e la propria impronta al programma.

Il calo Auditel e la riconferma a sorpresa

Non a caso l’Auditel ne ha pesantemente risentito. La scorsa estate, a fine giugno, Cartabianca era visto da 1.167.000 telespettatori, con ben l’8.2% di share in tasca. Con l’ultima puntata di martedì i telespettatori sono diventati 832.000, con uno share al 5%. In 11 mesi si è perso un terzo del pubblico.  Negativo anche il confronto diretto con i competitor, che ha visto DiMartedì su La7 arrivare ai 1.180.000 telespettatori e a uno share al 6.9%, e Fuori dal Coro su Rete4 fermarsi ai 776.000 telespettatori, con uno share al 5.3%.

Nella Rai meloniana che spedisce Fabio Fazio sul Nove e ipotizza di fermare Lucia Annunziata caricando volti amici sulla prua di una nave sovranista e populista, Bianca Berlinguer osserva dall’alto un destino sorprendentemente già scritto.  Un anno fa dato per chiuso al 99%, Cartabianca ha incredibilmente resistito alle bordate in arrivo da più parti, strappando un’altra stagione che ha reso felici quasi unicamente la sua conduttrice, Mauro Corona e Alessandro Orsini, ora tutti confermati anche per l’annata televisiva 2023/2024.

Perché Cartabianca fa colore, rumore, riempie due ore e mezzo di prime time, è salotto tutt’altro che visibilmente nemico per il governo e non dà fastidio più o meno a nessuno, se non a Linea Notte e al povero Maurizio Mannoni che quasi ogni settimana, puntualmente, si lamenta per lo sforo orario. Ma questa è tutta un’altra storia, perché Carta canta e Bianca è ancora in onda.

Il miglior programma della settimana? Viaggi Pazzeschi, su Tv8.