Entrata Papa, Loreen è uscita Papessa dall’Eurovision Song Contest 2023. La Svezia ha stravinto la sua settima edizione con 583 punti, raggiungendo così l’Irlanda in testa a questa speciale classifica. Loreen, 39 anni, è così riuscita a fare la storia, avendo eguagliato il primato di Johnny Logan, unico cantante dal 1956 ad oggi ad aver conquistato due volte l’Eurovision. Con What’s another year nel 1980 e Hold Me Now nel 1987. Loreen c’era riuscita nel 2012 con la super hit Euphoria, bissando ora con Tattoo. Una classifica finale che ha visto Marco Mengoni smentire i bookmakers della vigilia, che l’avevano piazzato all’ottavo posto, raggiungendo i 350 punti e il 4° piazzamento finale dietro Svezia, Finlandia (526 punti) e Israele (362 punti). Nel 2013, con l’Essenziale, Marco arrivò settimo. Lo scorso anno, con Mahmood e Blanco, arrivammo sesti.
Come è mutato l’Eurovision
L’Italia è tra i paesi fondatori dell’Eurovision Song Contest ma nel 1997, dopo il 4° posto conquistato dai Jalisse grazie a Fiumi di Parole, disse basta. Mamma Rai tagliò il cordone ombelicale da una manifestazione che nel Bel Paese non aveva mai preso realmente piede, pur avendo vinto due edizioni, suscitando l’ira di Annalisa Minetti che da trionfatrice di Sanremo nel 1998 rimase con un pugno di mosche in mano a cantarsi addosso “Senza te o con Me”.
Per 13 anni gli appassionati italici di Eurovision sono stati così costretti a seguirlo in streaming sul computer, interamente in inglese, godendo le meraviglie di un carrozzone trash che altrove spopolava. Poi tutto è cambiato. Grazie anche all’interazione social, ai commenti in diretta, a quell’unione europea che si è improvvisamente fatta unione televisiva e nazional popolare, l’Eurovision è tornato ad abbracciare l’Italia nel 2011 con Raphael Gualazzi, facendosi conoscere ed apprezzare ad una nuova generazione, mutando sul fronte visivo e qualitativo.
La tre giorni kitsch anni ’80 e ‘90 si è trasformata in manifesto di libertà e rappresentazione, in perfetta e spettacolare macchina organizzativa, in megafono di inclusività e unità continentale. Sul fronte televisivo è praticamente impossibile criticare l’Eurovision, che ha criteri rigidissimi di tipo strutturale e una scaletta soppesata al secondo in cui è quasi impossibile sgarrare, con quel meccanismo di voto finale che è un puro e semplice capolavoro, così originale, coinvolgente e tensivo da far impazzire ogni anno una platea di circa 160 milioni di telespettatori in tutto il mondo.
Liverpool promossa, l’Auditel ringrazia
L’edizione 2023, organizzata nel Regno Unito vista l’impossibilità dell’Ucraina, trionfatrice a Torino, di poter accogliere simile evento causa invasione russa, è stata neanche a dirlo ineccepibile, impeccabile, puntualmente grandiosa. Un tripudio di luci e fiammeggianti tecnologie, con la musica al centro del palco e dell’intera serata, con 26 canzoni snocciolate in 2 ore esatte. Per noi cresciuti a pane e 30 ore per Sanremo, qualcosa di inimmaginabile.
E anche l’Auditel ha nuovamente premiato l’evento, con 4.9 milioni di telespettatori e il 34% di share. Si tratta della 2a finale e della 2a edizione più vista di sempre, dietro quella irripetibile dello scorso anno, organizzata proprio dall’Italia, quando furono 6.590.000 i telespettatori, con il 41,9% di share.
Eurovision 2023 pagella conduttori
Hannah Waddingham: ne è passato di tempo da quando urlava “shame, shame, shame” alla povera Cersei Lannister ne Il trono di spade, indossando gli abiti monacali di Septa Unella. Monumentale Rebecca Welton nella serie Ted Lasso, grazie alla quale ha vinto il Premio Emmy e il Critics’ Choice Award come migliore attrice non protagonista in una serie comedy, Hannah Waddingham ha giganteggiato su chiunque osasse affiancarla alla co-conduzione della manifestazione. Sorridente, elegante, divertente e divertita, ha ballato, interagito, dato segni di vita e sorpreso la platea parlando perfettamente il francese. Attrice straordinaria, donna di rara bellezza, si è formata a teatro ed è esplosa soltanto ora, alla soglia dei 50 anni. Meglio tardi che mai, perché è impossibile non amarla. Voto: 9
Alesha Dixon e Julija Sanina: entrambi cantanti, la prima inglese e la seconda ucraina, Alesha Dixon e Julija Sanina hanno pagato a carissimo prezzo l’esuberanza, la potenza e l’intraprendenza di Hannah Waddingham, rimanendo costantemente nel suo cono d’ombra. Incapaci di sciogliersi, rigide e infiocchettate tra semifinali e finale, non sono mai riuscite a distinguersi, tanto da non farci mai mai chi fosse chi. Voto: 4
Graham Norton: colonna comica della tv inglese, Graham Norton si è fatto vedere solo in finale, mantenendo un aplomb da Sir BBC. Anche troppo. Voto: 6
Mara Maionchi e Gabriele Corsi: Gabriele è ormai un habitué dell’Eurovision ‘raccontato’ dall’Italia, sciolto e puntuale, mentre Mara, novità di stagione dopo l’addio di Cristiano Malgioglio, è risultata drammaticamente monocorde. Avrebbe voluto tirare giù qualche Santo ogni tre per due ma consapevole di doversi trattenere non ha ingranato mai la marcia, forzatamente frenata, con commenti il più delle volte sterili, banali e ripetitivi. Voto 6 Corsi, 5 Maionchi.
Kaze: la spokesperson italiana è stata semplicemente perfetta, anche se avremmo voluto rivedere Carolina Di Domenico, grande assente di questa edizione. Voto 8
Eurovision 2023 pagella cantanti finale
Svezia – Loreen
Vincitrice annunciata dopo aver già trionfato nel 2012, giustifica i pronostici della vigilia con un’esibizione che trasuda classe, forza, talento. Insuperabile, gioca in un altro campionato con un’autentica hit. Sul piano competitivo l’Eurovision non si è davvero mai giocato. Voto 9
Finlandia – Käärijä
Spettacolo scenografico e ritornello martellante, il 19enne Käärijä parrebbe uscito da un semaforo di Roma nord dopo aver elemosinato spiccioli al termine di uno spettacolo improvvisato con nastrini colorati ed equilibrismo con le palle ad impressionare gli automobilisti. E invece ha fatto ballare tutta Europa con il suo Cha Cha Cha, ballerini al guinzaglio e un potpourri musicale che ha visto Ballando con le Stelle incrociare il Forte Prenestino. Tra le canzoni più amate di questa edizione. Voto: 8
Israele – Noa Kirel
Bellezza mozzafiato ha ricevuto la benedizione di People, che l’ha inserita nel listone dei maggiori 100 talenti dell’anno. Felice di simile incoronazione Noa Kirel, Elodie d’Israele, lo ha esplicitato ballando come un ossesso sulle note di una canzone che è un tornado pop. Voto 7.5
Italia – Marco Mengoni
La performance scala-tappeto elastico di Yoann Bourgeois è vista e stravista, con Pink che ne aveva già fatto uso accompagnandola alla sua Trustfall, ma quando Marco Mengoni canta è di un altro Pianeta. Due Vite, trionfatrice a Sanremo 2023, è la ballad tra le ballad di questa’anno, con la voce del cantante di Ronciglione ancora una volta in grado di emozionare, senza mai incrinarsi, sbavare, limpida e profonda. Look alla Tom of Finland rivisitato Versace, avrebbe meritato il podio, sfuggito per un niente. Voto: 8,5
Norvegia – Alessandra Mele
Nata in provincia di Savona, con papà italiano e mamma norvegese. Vestita come una cosplayer qualunque di Cate Blanchett in Thor: Ragnarok su note da M2O. Quattro ballerini strappano ad Alessandra un mantello senza decapitarla ed è già di suo un trionfo. Voto 5
Ucraina – Tvorchi
Avrebbero dovuto giocare in casa dopo il trionfo torinese dei Kalush Orchestra, e invece i Tvorchi si sono ritrovati a Liverpool e si sono perfettamente adattati alla situazione. Di ucraino non c’è niente, dalla lingua al genere musicale che guarda all’occidente come forse mai prima d’ora, ma Heart of Steel è uno dei pezzi più interessanti sentiti quest’anno. Voto: 7
Belgio .- Gustaph
Inno queer coreografato da suo marito, Because of You del belga Gustaph occhieggia alla disco anni ’70, con il voguing ad impreziosire l’arena di Liverpool in un trionfo di libertà e inclusività che avrà mandato di traverso la cena ai vari Simone Pillon d’Italia. Voto: 7
Estonia – Alika
Pianoforte, sei metri di capelli e 4 kg di orecchini per l’estone Alika, tanto elegante quanto vocalmente spaventosa e musicalmente parlando soporifera. Voto: 5
Australia – Voyager
Ogni anno ci si chiede cosa ci faccia l’Australia all’Eurovision, con Voyager salito su una macchina del tempo per riportarci nei peggiori anni ’80. Tra le più brutte canzoni presentate dall’Australia da quando è stata invitata a partecipare, nel 2015. Voto: 4
Repubblica Ceca – Vesna
6 (finte) sorelle vestite di rosa con treccia infinita da utilizzare a mo di frusta. Sarebbero una bellissima sottotrama in un ipotetico Kill Bill 3 di Tarantino, mentre a Liverpool rappano, ballano, cantano e fanno centro. Voto 7
Lituania – Monika Linkytė
La Rosamund Pike di Lituania gioca a fare Dido prendendo a piene mani da decenni di ballad Eurovision per poi presentarsi a Liverpool con un brano in inglese urlato e rapidamente rimosso da qualsivoglia traccia mnemonica. Voto 4
Cipro – Andrew Lambrou
La quota muscolare dell’Eurovision 2023. Il cipriota Andrew Lambrou ha scatenato gli ormoni di milioni di telespettatori, con il bel volto e i bicipiti a motivare la cascata alle sue spalle. Perché lasciare intendere quando è possibile esplicitare? Voto: 5
Croazia – Let 3
Inascoltabile canzone “politica” contro la guerra e contro Vladimir Putin, gode di una folle e travolgente messa in scena en-travesti con testo in serbo semplicemente intraducibile, spogliarello finale e missili sul palco. Voto: 4
Armenia – Brunette
Inizialmente gattina sexy, Brunette cambia presto passo trasformando la sua Future Lover in un brano dalle multiple sfumature, giocando con luci e un piano inclinato che farebbe invidia a Stasera tutto è Possibile. Voto: 6
Austria – Teya & Salena
Le Paola e Chiara d’Austria giocano con il gigantesco videowall alle loro spalle e con un ritornello di facile orecchiabiltà, ma lo strazio vocale è lampante e l’impianto scenico non basta a cancellarne le tracce. Voto: 5
Francia – La Zarra
La Nina Zilli d’Oltralpe avrebbe meritato di riportare la Francia tra i primi posti della manifestazione, dopo la medaglia d’argento del 2021. Classe da vendere, potenza vocale, presenza scenica, abito chilometrico che si fa colonna di luce, La Zarra ha un nome d’arte che in Italia farebbe pensare ad una cantante del Quarticciolo, ma quanta bellezza. E quanta bravura. E quanta poca eleganza, visto il dito medio sfoggiato in mondovisione dopo i pochi punti rastrellati al televoto. Voto: 7,5
Spagna – Blanca Paloma
Flamenco gitano per la 33enne spagnola, lamentosa urlatrice di primissimo piano che ha reinventato un genere rendendolo più contemporaneo, fascinoso e al tempo stesso faticoso. Praticamente Valeria Rossi se solo capitasse tra le mani di Pedro Almodovar. Voto: 5
Moldava – Pasha Parfeni.
Look improbabile alla divino Otelma guest star al Cocoricó, con due cubiste di corna munite a completare una messa in scena tra il fantasy, Bollywood e una festa di Carnevale a Tor Marancia. Voto 4
Polonia – Blanka
Vento tra i capelli, guanto glitterato, quattro ballerini al suo fianco e coreografia basica rubata alle Letterine di Passaparola, Blanka è un incrocio tra Nina Moric e una qualsiasi canzone di Paris Hilton. Voto 3
Svizzera – Remo Forrer
Stucchevole ballad pacifista, incredibilmente banale tanto nella scrittura quanto nell’arrangiamento. Davvero inspiegabile il suo arrivo in finale. Voto 3
Slovenia – Joker Out
Un po’ Hanson, un po’ Stato Sociale, un po’ Maneskin, un po’ Bee Hive, ma sicuramente tanto inascoltabili e dimenticabili. Voto: 4
Albania – Albina & Familja Kelmendi
Il neomelodico con tanto di fazzolettata, coro di Scampia e armatura. Da Napoli all’Albania è un niente. Cult istantaneo. Voto: 6
Portogallo – Mimica
Bionda e piumata con un brano che è un’autentica scarica di vita, in faccia al tradizionale fado portoghese. Definita la “Amy Winehouse del Tago” non ha praticamente niente di Amy Winehouse, ma questa è un’altra storia che qualcuno prima o poi dovrà spiegarci. Perché nel dubbio Mimicat ha spettinato Liverpool. Voto 7
Serbia – Luke Black
Incrocio tra Mika ed Elly Schlein con un armocromista trovato su Subito.it, Luke Black canta e balla in un videogioco sparatutto post-apocalittico. È piaciuto solo a Mara Maionchi, e ai televotanti della prima semifinale. Voto 4
Regno Unito – Mae Muller
Un’Elettra Lamborghini britannica per giocarsi l’Eurovision in casa. Peccato che Mae Muller sia tremendamente innocua. Voto: 3
L’heavy metal all’Eurovision è un genere che ogni anno genera mostri puntualmente diventati virali, con i Lord of the Lost perfettamente in linea con i precedessori. Il frontman sembra uscito da una puntata anni ’90 dei Power Rangers, tirapiedi di Rita Repulsa che nel privato colleziona tazze Disney. Musicalmente parlando, inascoltabili. Voto: 2
Eurovision 2023 pagella Ospiti
Mahmood – Imagine
Cantare Imagine di John Lennon a Liverpool, mentre impazza una guerra nel cuore dell’Europa. Impresa impossibile che Mahmood ha faticato a rendere possibile. Emozionantissimo, quasi catatonico, impreciso sulle note di un arrangiamento discutibile. Il peso di un brano manifesto ha finito per travolgerlo. Voto 4,5
Eurovision 2023: la classifica finale
Vediamo ora come si sono posizionati tutti i 26 Paesi in gara all’Eurovision 2023. Ecco la classifica finale:
- Svezia – 583 punti
- Finlandia – 526 punti
- Israele – 380 punti
- Italia – 350 punti
- Norvegia – 268 punti
- Ucraina – 243 punti
- Belgio – 182 punti
- Estonia – 168 punti
- Australia – 152 punti
- Cechia – 129 punti
- Lituania – 127 punti
- Cipro – 126 punti
- Croazia – 123 punti
- Armenia – 122 punti
- Austria – 120 punti
- Francia – 104 punti
- Spagna – 100 punti
- Moldavia – 96 punti
- Polonia – 93 punti
- Svizzera – 92 punti
- Slovenia – 78 punti
- Albania – 76 punti
- Portogallo – 59 punti
- Serbia – 30 punti
- Regno Unito – 24 punti
- Germania – 18 punti
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