John Oliver ha recuperato circa cinque mesi di notizie arretrate nell’ultima puntata del suo show Last Week Tonight, andata in onda domenica 1 ottobre. Nei 15 minuti iniziali del primo episodio dalla fine dello sciopero del sindacato degli sceneggiatori (Writers Guild of America, ndr), il conduttore ha ripercorso i fatti di cronaca più importanti accaduti durante i 148 giorni di sciopero.
“Mi sarebbe piaciuto scherzare su questi argomenti nei giorni in cui se ne discuteva”, ha detto dopo aver riepilogato le notizie. “Ma non ho potuto perché i nostri autori, le persone che scrivono le battute, negli ultimi cinque mesi sono stati costretti a scioperare per ottenere un contratto equo”.
John Oliver contro gli Studios
“È stato un periodo difficile, non solo per loro, ma anche per tutti coloro che lavorano a questo show, e per molti altri che non potevano più fare il loro lavoro. E per essere chiari, questo sciopero è avvenuto per buone ragioni”, ha detto Oliver, spiegando come lo show business in questi ultimi anni ha visto autori che non riuscivano ad arrivare a fine mese o ad avere assicurazione sanitaria.
“Così la Writers Guild ha scioperato e fortunatamente ha vinto, ma ci sono voluti molti sacrifici da parte di molte persone per raggiungere questo obiettivo” – ha continuato il presentatore di Last Week Tonight. “E se da un lato sono felice che alla fine abbiano ottenuto un accordo equo, nonché orgoglioso di ciò che il nostro sindacato ha realizzato, dall’altro sono anche furioso per il fatto che gli Studios abbiano impiegato 148 giorni per ottenere un accordo che avrebbero potuto offrire fin dal primo giorno. Ma spero che questo possa incoraggiare altri, dai lavoratori del settore autotrasporti ai baristi di Starbucks, fino ai fornitori di servizi sanitari, che siano iscritti ai sindacati o che vorrebbero esserlo, a trovare il potere l’uno nell’altro. E all’interno del nostro settore”.
Oliver ha inoltre espresso sostegno al sindacato degli attori SAG-AFTRA e IATSE, sperando siano in grado di “prendere ciò che gli scrittori hanno ottenuto e sfruttarlo per ottenere contratti equi anche per loro”. “Perché la verità – conclude il conduttore – è che ci vogliono molte persone che lavorano duramente per fare cinema e televisione, e tutte meritano una fetta della torta, e per gli attori in particolare, non non torneranno a lavoro in tempi brevi”.
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