Gli Omini portano a Sanremo Giovani un’evidente influenza grunge e pop punk, che avevano già manifestato dal palco di X Factor 2022, quando con il giudice Fedez arrivarono fino in semifinale. Il loro look riprende i Green Day di Basket Case, la loro presenza scenica ricorda i Sum 41, le capigliature rimandano al Liam Gallagher degli esordi.
Julian Loggia al basso e alla voce, Zak Loggia alla chitarra e ai cori e Mattia Fratucelli alla batteria condividono una passione artistica innata – due di loro sono figli di Alex Loggia, chitarrista del gruppo torinese Statuto. E a partire da quell’inclinazione connaturata decidono di formare un gruppo. Esordiscono nel 2015, esibendosi in decine di concerti nei club di tutta Europa e affermandosi come opening act di artisti come Afterhours, Subsonica e Arctic Monkeys.
Vivono il percorso verso la finale del 19 dicembre senza troppe aspettative, dando il loro meglio e confidando nel destino. Arrivano a Sanremo Giovani con Mare Forza 9oi, un brano energico – che riprende il termine che i marinai usano per indicare un oceano burrascoso – accompagnato da un videoclip in cui i tre esprimono a pieno la loro carica in un garage dismesso, vestiti total white e armati solo dei loro strumenti. Facendo dimenticare a chiunque li guardi che gli anni Novanta sono ormai finiti.
La vostra Mare Forza 90i ha influenze anni punk rock, sia nel sound sia nello stile. Come nasce l’idea del videoclip?
Abbiamo deciso di registrare il video nella sala prove di uno studio di registrazione a Torino, per dare allo spettatore l’idea concreta di quanto per noi sia importante il live. Ci siamo noi con le nostre tute bianche che saltiamo, ci muoviamo come pazzi e cantiamo a tutta voce la nostra canzone. È un po’ come vederci dal vivo a un nostro concerto.
Che esperienza è stata aprire il concerto degli Arctic Monkeys quest’estate?
È stato veramente fantastico, probabilmente il giorno più bello della nostra vita. Non vedevamo la fine delle persone, talmente erano tante. Aver suonato prima di una delle nostre band preferite è per noi un sogno diventato realtà.
È un punto d’arrivo o un punto d’inizio?
È un punto di mezzo. Non è iniziato tutto lì, però è stato sia un segno di fine che un punto di inizio, a partire da un’esperienza che abbiamo vissuto come un sogno. Però chissà, magari un domani ci sarà ancora qualcosa di nuovo ad attenderci.
Come sono andate le audizioni di Sanremo Giovani?
Sono andate davvero molto bene. A Sanremo abbiamo ritrovato facce che già conoscevamo e ci siamo presentati a tanti artisti nuovi che non conoscevamo. C’era un bell’ambiente in generale. Noi siamo andati lì con l’idea di dare il tutto per tutto, come facciamo in ogni occasione.
Il percorso verso Sanremo ha delle analogie con quello che avete fatto a X Factor?
L’unica cosa in comune tra queste situazioni è l’attesa. È un’attesa bella, però, che ti dà la carica. Tuttavia, sono state due cose completamente diverse, che però rientrano più o meno nello stesso universo. Anche se avevamo un’idea di cosa aspettarci, siamo arrivati lì senza alcuna aspettativa, cercando di fare il nostro meglio
Nel caso in cui doveste passare alla competizione, avete già pensato a che pezzo portare?
Ci stiamo pensando. In realtà abbiamo già qualche idea, però preferiamo lasciare un po’ di suspense.
Avete in mente un duetto per la serata delle cover?
Non abbiamo ancora pensato a una cover in particolare, però abbiamo già in mente un artista con cui ci vorremmo esibire. Ci piacerebbe molto duettare con Willie Peyote, amico e torinese come noi. Abbiamo già scritto qualcosa insieme, ma per noi sarebbe qualcosa di straordinario suonare con lui in quell’occasione.
Se doveste scegliere tre dei finalisti di Sanremo Giovani da portare all’Ariston, a chi pensereste?
Poter accedere al Festival di Sanremo come Big sarebbe un’opportunità davvero importante. Se dovessimo pensare, oltre a noi, a chi ci piacerebbe vedere su quel palco, diremmo Santi Francesi, Fellow e Vale LP.
Avete dei ricordi da spettatori relativi al festival di Sanremo?
Seguiamo il festival da sempre. Molte esibizioni ci sono rimaste impresse, come Tutti i miei sbagli dei Subsonica o L’assenzio dei Bluvertigo. Poi, ovviamente, ogni tanto ci torna in mente Abbiamo vinto il festival di Sanremo degli Statuto del 1992, che è un ricordo molto bello.
L’eredità familiare di due di voi ha contribuito alla vostra vocazione musicale?
Nostro padre non ci ha mai imposto niente. Ci ha aiutato dal punto di vista tecnico e musicale, ci ha instradato all’arte musicale ed stato veramente una grande fonte d’ispirazione. Lui ci è stato dietro per anni.
Come vi state preparando alla finale di Sanremo Giovani?
Sappiamo solo una cosa: il 19 dicembre spaccheremo tutto il Casinò. Daremo il nostro 100%, poi quello che succederà lo scopriremo solo vivendo. Ce la stiamo vivendo bene, siamo presi da mille cose che abbiamo da fare, ma siamo anche gasatissimi. Stiamo tutti i giorni in studio, a provare per questa cosa enorme che sta per accadere.
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