Tutto previsto, tutto da rifare. Morgan cacciato, come tutti potevano immaginare ben prima delle intemperanze dell’ultimo live che gli erano valsi un provocatorio 10 nelle nostre pagelle.
Come immaginava anche lui, perché quando ha capito che sua la testa era sulla ghigliottina ha pensato bene di fare come Don Bastiano ne Il marchese del grillo, con un Flavio Bucci maestoso che regala uno dei più bei monologhi della commedia all’italiana.
E voi, massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarvi, a chinare la testa davanti ai potenti! Adesso inginocchiatevi, e chinate la testa davanti a uno che la testa non l’ha chinata mai, se non davanti a questo strummolo qua [la ghigliottina]!
Inginocchiatevi, forza! E fatevi il segno della croce! E ricordatevi che pure Nostro Signore Gesù Cristo è morto da infame, sul patibolo, che è diventato poi il simbolo della redenzione! Inginocchiatevi, tutti quanti! E segnatevi, avanti!
E adesso pure io posso perdonare a chi mi ha fatto male. In primis, al Papa, che si crede il padrone del Cielo. In secundis, a Napuljone, che si crede il padrone della Terra. E per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della Morte.
Ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo! E adesso, boia, mandami pure all’altro mondo, da quel Dio Onnipotente, Lui sì padrone del Cielo e della Terra, al quale – al posto dell’altra guancia – io porgo… tutta la capoccia!
Se devo morire, deve aver pensato, almeno lo faccio con dignità. Che poi la concezione di quest’ultima per Morgan sia molto peculiare e improbabile, fa nulla: per lui uscirsene in gloria vuol dire scherzare in metrica, a Sanremo, Bugo, e giovedì scorso umiliare Francesca Michielin ricordandole una gaffe clamorosa (inelegante ma neanche così scandaloso, se fai la maestrina la bacchettata puoi prenderla anche tu) e dando del depresso a Fedez, quella un po’ un’infamata gratuita e cattiva, ma ormai aveva già perso la trebisonda. E Federico Lucia a sua volta era lì a difendere l’amica che l’aveva portato a concorrere a Sanremo con un tono che sapeva essere di superiorità. Immaginava bene cosa avrebbe suscitato, tanto che una battuta precedente (ottima, va detto) era andata a pungolarlo pesantemente già al momento della giostra.
Morgan cacciato da chi lo aveva preso per fare esattamente quello per cui è stato defenestrato
L’uomo che ha fatto più volte il giudice a X Factor (vincendo 5 volte su 8, dietro di lui come frequenza c’è il rivale Fedez, 7 ma con una percentuale di trionfi minore) aveva cominciato male, o meglio peggio del solito questa terza avventura nel talent. L’incontinenza verbale sessista e le parole contro Fedez nel live di Selinunte, che gli era già costato metà del cachet, sembravano essere state appianate con una sua bella ospitata nel podcast del rapper, Muschio selvaggio. E anzi, il primo Morgan, quello registrato e poi quello live, sembrava quasi anestetizzato: fatta esclusione per qualche innocente evasione (Annalisa indicata come vertice della mediocrità musicale, un diverbio con Ambra), la sua versione buonista e quasi smielata sconcertava.
Fino al quarto live, in cui dopo aver ingoiato il quasi beffardo ripescaggio degli Astromare due puntate prima, che lui non sopportava e che gli vengono appioppati, e soffrendo le sue stesse scelte, forse caldeggiate dagli autori ma poi non sostenute da pubblico e colleghi giudici, esplode.
Gridando al complotto, lamentandosi dei pezzi imposti ai suoi nella giostra e poi delle scenografie ematiche date agli altri concorrenti rivali e non ai suoi. Tutte cose verissime – non sono pochi i giudici fuoriusciti che ammettono che dal montaggio delle audition fino alla settimana di lavoro (a cui Morgan colpevolmente si dicesse partecipasse poco e maluccio, ma pure Maradona si allenava quantitativamente meno di altri, perché qualitativamente dava di più in meno tempo) gli autori hanno un ruolo fondante sulla narrazione del talent.
Uno in particolare li chiamava “la goccia cinese”, altri lamentavano promesse mai mantenute. In ogni caso, senza vedere burattinai e marionette, basta vedere i daily per capire che il percorso della gara come quello di puntata non sono del tutto spontanei. Non avremmo avuto altrimenti troppe edizioni con finali in cui rimanevano, magicamente, un concorrente per giudice, né musicisti e cantanti simpatici e non all’altezza portati troppo avanti nel talent e altri bravissimi ma poco televisivi lasciati indietro troppo presto. E non ci sarebbe stato, guarda un po’ la sfiga, il doppio siluramento di Selmi e Sickteens, i due pezzi più forti della squadra morganiana, nell’ultima puntata.
Sky e Fremantle, gli Alice nel paese delle meraviglie televisive
Ma il punto non è neanche questo.
Il punto è il comunicato un po’ grottesco con cui si chiude il rapporto con Marco Castoldi, in arte Morgan. “Sky Italia e Fremantle Italia hanno deciso, di comune accordo, di interrompere il rapporto di collaborazione con Morgan e la sua presenza a X Factor come giudice. Una valutazione fatta a seguito di ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti, e delle numerose dichiarazioni susseguitesi anche in questi giorni. È imprescindibile che i concorrenti e il loro percorso restino al centro del programma. La musica e il talento sono sempre stati e devono continuare a essere il motore fondamentale di X Factor, ed è prioritario che tutto si svolga in un ambiente di lavoro professionale e che il confronto, per quanto acceso, si esprima sempre nel rispetto reciproco. La decisione è presa in considerazione dei valori di cui Sky, Fremantle e X Factor sono portatori, nel rispetto tutte le persone coinvolte e del pubblico, e avrà effetto immediato”.
Quali valori? Il cinismo democristiano di chi scaglia violentemente il sasso e nasconde la mano furbescamente? Cosa ti aspettavi dal coinvolgimento di Morgan, uno che è stato capace di farsi cacciare pure da Amici? Ovvero da un talent in cui hanno accettato il bullismo istituzionalizzato di Alessandra Celentano, in cui si sopporta persino la comicità di Pio e Amedeo.
Sky in questo senso, prima ancora che Fremantle, ha una bella tradizione in merito: ricordate il caso di Paolo Di Canio a Sky Sport? Scandalo, nella sua prima puntata dell’approfondimento sulla Premier League nel 2016 nel paese delle meraviglie, Alice (nome d’arte della tv satellitare a pagamento) scopre che l’ex calciatore (e attuale opinionista!) ha tatuato sul braccio DUX.
Scandalo! Il vicepresidente lo caccia “riconoscendone la competenza”. Eh sì, perché il nostro non aveva fatto il saluto romano in uno stadio da giocatore, sotto una curva, non aveva amicizie compromettenti, non aveva più volte dichiarato le sue simpatie politiche. Ce lo eravamo immaginato. E pure lui, visto che in un’intervista ha confessato, a proposito di tatuaggi e comportamenti che “Un’amica di sinistra – ho tanti amici di sinistra” semicit. – mi ha detto che per me sono ormai legati a un’idea romantica e idealista della giovinezza. Forse non è neppure così. Quel che mi porto addosso è il simbolo di ciò che sono stato, di quel che ho fatto. Compresi gli errori”. Gli errori di cui si erano accorti tutti. Tranne Sky. Che poi lo riammette, perché le ipocrisie fanno giri immensi e poi ritornano, come gli strani amori.
Non chiediamoci perché Morgan sia stato cacciato. Ma perché, allora, lo hanno preso?
Di sicuro Fremantle e Sky hanno ripreso Morgan non perché in X Factor 16 tutti abbiamo rischiato la narcolessia per via di quanto era soporifero il tavolo, ma perché si aspettava da lui un aplomb alla Lorena Bianchetti, la bonomia di Fabio Fazio, la dialettica di Mara Venier quando intervista i suoi amici.
Non voleva uno che terremotasse quei morti di sonno dei giudici, no, né che facesse andare in tendenza sui social un programma che era arrivato a fabbricarsi i meme in casa pur di sopravvivere. Non hanno richiamato per la terza volta il re dei casinisti perché rianimasse degli ascolti che vivono un costante e inevitabile declino (il talent dopo l’addio di Manuel Agnelli e poi Mika ha, ben tardivamente rispetto ai parenti esteri, iniziato una parabola discendente) con ogni mezzo.
Figuriamoci. Non volevano che litigasse anche con l’usciere, e neanche che litigasse con ogni concorrente, compresi i propri (quello va detto è stato dadaismo puro da parte del Castoldi, che è un futurista che incontra un situazionista, entrambi ubriachi).
No, Sky e Fremantle, volevano che interpretasse il maestro Manzi musicale, e chi meglio di lui? Lui che nell’ospitata dello scorso anno, cantando con Beatrice Quinta, nella foga quasi l’ammazza?
Morgan è stato chiamato, usato, cacciato come già successo a chi prima di lui non si era dimostrato rassicurante, lì in un’esplosione tutta maschilista di mancato garantismo: Asia Argento, ex moglie del nostro peraltro, pagò per un’accusa infondata (e anche prima che lo dicesse il tribunale, persino un bambino, persino Dargen se ne sarebbe accorto).
Morgan è stato chiamato a X Factor 2023 per fare il Morgan. Lo ha fatto, non ha portato i risultati sperati e lo hanno buttato nell’umido. Esattamente come lui ci ha raccontato in diretta. Prima penalizzando lui, poi i suoi concorrenti e infine mettendolo alla porta a tre puntate dalla fine perché alla prossima avrebbero fatto fuori anche gli Astromare e si sarebbero trovati in semifinale e finale un battitore libero che avrebbe fatto e detto qualsiasi cosa.
Se volevano uno buono, composto, diligente, al massimo passivo aggressivo potevano tenersi Rkomi. Invece hanno voluto lui, per dopare gli ascolti. Scoperto che non serviva lo hanno prima provocato e poi impallinato, e per sicurezza eliminato i suoi preferiti. Come già fatto in passato con altri (per dire: com’è possibile che Manuel Agnelli non abbia mai vinto? Indizio: non ci vuole Carlo Lucarelli per scoprirlo).
Va bene tutto, ma che pretendano che crediamo loro è un po’ troppo, che ci strappiamo le vesti perché la loro voglia di cambiare il mondo e renderlo un posto migliore sia stato rovinato dall’artista tutto genio e sregolatezza è un insulto alla loro intelligenza e poi alla nostra. Certo Morgan poteva evitare di diventare, nell’ultima puntata, la caricatura di se stesso, la propria versione Cattivissimo me, ma che sia un cartoon timburtoniano lo sappiamo da sempre.
Parafrasando una canzone fatta cantare a Il solito dandy nello scorso live, per fare tv e avere il coraggio delle proprie scelte “Ci vuole un fisico bestiale”. Altrimenti non sei altro che un Piersilvio Berlusconi che depenna i possibili concorrenti del Grande Fratello per non cacciare Alfonso Signorini. Che è come ammazzare tutti i malati senza estirpare il virus. Ma questa è un’altra storia. Ma la stessa musica.
Ora, nelle prossime tre puntate celebreremo il funerale di X Factor. Perché non prenderanno neanche un sostituto (noi lo avremmo, sarebbe una bomba), se la canteranno e suoneranno tra loro, con la messa cantata e Fedez a dirigere il coro, anche un po’ annoiato.
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