X Factor, le pagelle della finale: vince la migliore, ma non basta per riscattare l’edizione peggiore del talent

Vince Sarafine, il talent cerca di rifarsi il trucco facendo trionfare la migliore. Ma non basta a riscattare un'edizione numero 17 abbastanza disastrosa, in cui hanno ragione soprattutto gli assenti, da Morgan a Angelica. Se non ci sarà una rivoluzione, il talent potrebbe far la fine dei suoi cugini internazionali. Ovvero, andare in pensione.

Il diciassette porta sfortuna. Sarà pure uno stereotipo, una ridicola superstizione ma che l’edizione 17 di X Factor, non solo secondo queste pagelle della finale, sia la peggiore della storia del talent è difficile da non abbinare a questa banale coincidenza cabalistica. Non basta che vinca la migliore e neanche quella scena bellissima di eliminati e finalisti che ballano selvaggiamente sul palco per festeggiare chi lo merita, per salvare l’anima al programma. Non quest’anno.

Non sono sufficienti quei ragazzi che improvvisano un sabba sfrenato sulle note di una di loro per celebrare la musica, la stessa che con ironia infantile e mal riuscita, era stata presa in giro da Fedez, almeno nei modi di dire che spesso la coinvolgono.

Annunciate le selezioni per il 2024. Sì, ma con quali giudici? Fedez, Chiara Ferragni, Leone e Vittoria? Noi ci permettiamo di suggerire Carlo Lucarelli e i tre giudici di Masterchef, fantastici in Un tranquillo weekend da Masterchef.

Che belle le confidenze su come sono diventati cuochi e soprattutto perché: Barbieri, mortacci tua, m’hai fatto piagne. E quasi pure ci riuscivi con Cannavacciuolo.

Sarafine 10

Che voce. Fedez fa di tutto per rovinarle la serata con una presentazione in inglese che ricorda il Matteo Renzi dei tempi d’oro: lei neanche lo ascolta, si prende il palco, i nostri timpani, il cuore e fa diventare arredamento gli Ofenbach così tanto che il fratello (10 e lode, adottatemi ragazzi) prima di morire per asfissia per le troppo urla si commuove pure. Noi no, ma perché siamo a bocca aperta e ne vorremmo ancora.

Dà una prova di talento e consapevolezza e glielo dicono proprio gli Ofenbach, che essendo francesi e dj di musica elettronica la puzza sotto al naso ce l’hanno di default. Più che boria, una bora sotto il naso.

È quasi impossibile tenere il beat di un pezzo come Overdrive, modulare il tono della voce su una pista elettronica di quel tipo, tenendo l’energia della musica e la complessità della performance e valorizzare se stessi e il pezzo. Lei ci riesce facendolo sembrare semplice. Ce la fa con una naturalezza irrisoria.

Il suo percorso è stato perfetto: prima ci ha mostrato il progetto, poi una produzione sempre più raffinata, infine tira fuori una voce clamorosa e inaspettata nella sua nitida potenza, nella capacità di essere usata come uno strumento, nella personalità che ha e che la porterà a non essere una meteora. E Fedez ha l’intuizione (l’unica buona di tutti e sette i live) di capire che ha un’artista davanti e innanzitutto non deve fare danni. Lei prende da lui ciò che le serve e si fa accompagnare in un ambiente che non conosce. Più che un maestro, una guida alpina.

L’inedito cantato con tutti i concorrenti, superstiti ed eliminati che ballano, malati di gioia, è qualcosa di bellissimo e splendente. Più bello del premio, perché alla fine hanno, abbiamo tifato tutti per lei.

Per capire cos’è stata capace di fare: ha convinto tutti, da Max Pezzali agli Ofenbach. Come se Gianni Alemanno e Marco Rizzo fondassero un partito insieme. Cazzo, è successo davvero.

Il mitico fratello Dario, l'urlatore pazzo di questo X Factor, abbraccia la vincitrice Sarafine

Il mitico fratello Dario, l’urlatore pazzo di questo X Factor, abbraccia la vincitrice Sarafine

Gianni Morandi 9,5

Il sogno è vederlo duettare con Geolier a Sanremo, con i Mäneskin a Times Square, con Billie Eilish a Monghidoro. Ti chiedi perché è X Factor, poi quasi stona sull’attacco di In ginocchio da te e proprio mentre stai per sorridere con sufficienza sei in piedi davanti alla tv, mano al petto, a cantarla senza alcun pudore, roba che i The Jackal con Despacito ti spicciano casa.

E ora abbiamo capito: X Factor ha una sola speranza di sopravvivere, Gianni Morandi come conduttore e giudice e superospite ogni puntata. Su C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones cantata da tutti, arriva a livelli Freddie Mercury: Anna perché non lo convinci a salire sul palco vestito da regina d’Inghilterra?

Poi fa cantare i giudici. Ecumenico, generoso. Sopporta la quasi stecca di Dargen, dà la nota giusta a Ambra, poi arriva a Fedez ma lui senza autotune sembra il sottoscritto sotto la doccia alle prese con Perdere l’amore e quasi gli viene un colpo: si riprende il microfono, perché è buono ma mica fesso.

Dopo 10 minuti di apnea nell’affrontare un medley da Guinness dei Primati, ha più fiatone il pubblico. D’altronde lui la mezza maratona la fa in un’ora e cinquanta. Il tempo che io metto a parcheggiare.

Angelica 9

Lo so, non c’era. È la forza dell’abitudine. L’amore. La nostalgia canaglia. Il lacerante interrogativo: con chi avresti duettato? Almeno nelle pagelle di The Hollywood Reporter Roma la migliore doveva arrivare in finale. Che bello il suo abbraccio stretto con Sarafine. Sincero, felice, giocoso. E quel sorriso.

Stunt Pilots 8

Con Omar Pedrini, diventano i Timoria. Oggi hanno preso la laurea, un master e vinto pure uno scudetto all’ultima giornata. Sole spento in bocca, acceso sul loro futuro. Si sono fatti un regalo e lo hanno fatto a Omar, artista meraviglioso che forse sta facendo il suo ultimo tour, almeno per un po’.

Sul primo posto sfumato all’ultimo, tranquilli, i Mäneskin arrivarono secondi. Le band per avere successo non possono vincere X Factor, devono lasciare l’amaro in bocca ai fans. Loro sapranno farsi valere, devono trovare un loro linguaggio personale – l’inedito non è male, ma si può far di meglio – ma raramente negli ultimi decenni si è visto un trio così omogeneo e talentuoso, tre frontman che suonano così bene, con un equilibrio e un sound rari.

E poi quelle facce. Io già immagino le cover dei loro album, i live in cui Farina farà stage diving e noi saremo lì sotto a inneggiare all’Abruzzo. E lui non capirà, perché è di Salerno.

Francesca Michielin 7

Solite chiacchiere non è male (e Morandi che gliela spoilera è stellare). D’altronde quando canta, dimentichi tutto (l’opening morandiano di livello e quanto è sexy al piano, solo lei con quella voce poteva duettare con Lui). E pure lei, vedi Ivan Graziani. Scherzi a parte, alla fine la porta a casa e ora per liberarsi della gaffe potrebbe andare a duettare al GialappaShow con gli imitatori di Colapesce e Dimartino.

Non è il suo mestiere condurre, ma ci mette un po’ di goliardia, di amore per la musica e per i concorrenti, di empatia per ciò che è stata e alla fine ce la fa sempre a uscire dal rischio dell’effetto Comello (unico caso di conduttrice di talent dietro le quinte) per mettere la sua firma.

Dell’apparato X Factor è l’unica che si salva, ieri mette su anche due vestiti da urlo, però la maestrina con Morgan anche no. Bello che ti si legga in faccia quello che pensi, Michielin, però lì è quasi diventato bullismo. Fortunatamente il buon Castoldi è il tipo che passa gioiosamente e velocemente dalla parte del torto e la reputazione altrui è salva.

P.S.: autodefinirsi La Michielin è patriarcato? O solo vicentino?

Maria Tomba 6

Dopo i pigiami, la camicia da notte da nonna elegantissima, ora le hanno messo addosso la tenda di un bar anni ’80 per non montare le porte del bagno. O il baldacchino del bordello di Barbie, siamo indecisi. Sull’inedito, poi, le spiumano un cuscino addosso. Se ci fosse stata un’altra puntata, sarebbe stato il turno della trapunta di zia, la vestaglia d’oro del Padrino o l’avrebbero avvolta direttamente direttamente in un rotolo di carta da parati a fiori.

Però si merita la sufficienza piena, nonostante l’ineditaccio e una prima performance buona ma in sicurezza, perché le danno un duetto pessimo, con Myss Keta, e lei con più personalità della sua duettante, la usa come spalla e dimostra personalità proprio a un passo dalla trappola.

Detto questo, il suo quarto posto è strameritato e l’impressione è che al massimo, fuori da qui, la troveremo a Tale e quale show a provare a fare Adele per poi fare i capodanno da Courmayeur a Mola di Bari. Che non è male, si intenda.

Il solito Dandy 5

Gabbani – ma non era meglio, che so, un Baccino? – gli lascia poco spazio, lui senza un’idea interpretativa quando finisce per fare l’esecutore si spegne. Ieri sparisce mentre gli altri (ri)affermano in modo più convincente la loro identità anche nelle altre due manche.

Bello quando si veste da Automan sul proprio inedito, mancava solo Cursore. Comunque arriva terzo e non ruba nulla. Se non l’occhio per le sue mise che sembrano unire, al maschile, quelle di Francesca Michielin e Sarafine.

Anche lì, originale ma non troppo, come gli è successo in questa coda finale del talent. Venditti e Compagno di scuola sembravano il suo trampolino, l’inizio dello sprint finale, era invece l’apice da cui scendere. E la dice lunga che non la metta nel medley dei suoi cavalli di battaglia.

Ambra 4

Confesso di essere molto distratto dalla sua mise da Cigno nero di questa finale che ovviamente può condizionare gli animi più fragili. Tipo quello di chi scrive.

Senza concorrenti si diverte, è molto generosa, in un impeto di dolcezza balla persino un lento con Fedez – il diavolo e l’acqua pazza – mentre Gianni nazionale canta. Le va dato atto che in questi due anni di declino almeno ha provato a essere qualcosa d’altro rispetto al blocco Lucia.

Però l’insufficienza è inevitabile: aveva la squadra più forte e si è vista eliminare Matteo Alieno e Angelica alla terzultima e penultima puntata. Perché come dimostrano le 5 vittorie di Morgan, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e saperne a pacchi di musica aiuta. E anche non avere contro l’intero condominio di Fedez.

Senza concorrenti, non ha neanche il virus Emma addosso, molla le frasi fatte, evita le lacrime, non c’è rivendicazione emotiva. Sorride, si diverte, se la gode. Certo, sognavo T’appartengo cantato con Angelica, ma magari lo faranno in uno dei live di cui sarò il primo groupie.

Dargen D’Amico 3

In quest’ultimo live decide che il look, una giacca tipo Chanel da nonna da cinepanettone con tanto di giro di perle, debba essere simile al suo eloquio. Parole in sequenza casuale come gli accessori e i gioielli che ha addosso. Poteva davvero essere il giudice perfetto, leggero quanto basta e abile il giusto, abbastanza competente ed empatico da essere adatto a una gara di giovani non troppo lunga, furbo quanto serve.

Dalla prima puntata a cui ha partecipato a quest’ultima, però, ha vinto l’indolenza e una fondamentale sudditanza, a tratti riluttante (più per capriccio che per convinzione) nei confronti di Fedez.

Ci ha cantato per mesi di fottercene e ballare. Ma lui non l’ha fatto, soprattutto la prima delle due cose. Quando attacca la freddurite alla Michielin – che va detto, pronti via fa più ridere di lui – capisci che non ha più nulla dare al programma.

Fedez 2

Lui non voleva solo partecipare come giudice a X Factor. Lui voleva avere il potere di farlo fallire.

X Factor 1

La peggiore stagione di questo talent un tempo glorioso, probabilmente la penultima se è vero che si aprono le selezioni per il 2024. Ci provano a salvarsi facendo vincere chi se lo merita in una finale tra Sarafine e Stunt Pilots che è l’unica cosa davvero sensata di questa 17esima edizione. Una foglia di fico che tenta di recuperare l’irrecuperabile. Ma quest’anno si è sbagliato tutto il possibile.

Vogliono l’edizione 18? Dovranno recuperare l’emorragia di ascolti, dovranno scegliere nuovi giudici, che saranno consapevoli come si ha soprattutto da perdere a quel tavolo se non sei Sua Maestà Manuel Agnelli. O almeno Mika. Il format o viene rivoluzionato, dalla radice, o come già successo all’estero, è esaurito. Anzi, proprio esausto.

La cacciata di Morgan, intrisa di autolesionismo e ipocrisia e incapacità di rete e produttori di tenere botta alle proprie stesse decisioni (e aspirazioni), ha sancito probabilmente un punto di non ritorno. Soprattutto se così capisci che a comandare non sei tu, ma uno di quelli che paghi (pure lautamente)

Myss Keta 0

Un bluff così non si vedeva dai tempi di Regalo di Natale di Pupi Avati.