Tina Anselmi e la scommessa Sarah Felberbaum: “Una donna vera, non ne facciamo un santino”

Volto noto delle grandi fiction popolari, da La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa a Il giovane Montalbano, l'attrice ora veste i panni della donna che arrivò a presiedere la Commissione d'inchiesta sulla P2 per il film di Rai1: "Ho tenuto un film intero sulle mie spalle: voglio ricominciare da qui"

Il casting che non ti aspetti e che può segnare, in un verso o nell’altro, il corso di una carriera. Scoperta dal pubblico generalista con le popolari fiction La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa e Il giovane Montalbano (ma l’esordio fu nel 2000, sul palco dello show Top of the Pops) Sarah Felberbaum, 43 anni, è il volto di Tina Anselmi – prima donna ministra in Italia e presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 – nel film tv Tina Anselmi – Una vita per la democrazia, il 25 aprile alle 21:30 su Ra1.

Nata a Londra, ma radicata da sempre in Italia (il suo compagno è l’ex calciatore Daniele De Rossi), Felberbaum è consapevole del rischio: “So di non somigliarle, ma abbiamo voluto evitare l’effetto caricatura. Mi sono documentata, ho lavorato sul set con la mia insegnante, quattro ore di studio al giorno solo sulle parole per dare significato anche alle virgole”. Con lei nel cast del film, prodotto da BIBI Film Tv per la regia di Luciano Manuzzi e la sceneggiatura di Monica Zapelli, anche Alessandro Tiberi e Andrea Pennacchi.

Tina Anselmi, prima ministra d’Italia. Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna. Il tempismo è casuale?

Sì. Sono stata contattata la primavera dell’anno scorso, ma so che ci stavano lavorando da un bel po’.  Questa però non è la storia di Giorgia Meloni. E no, non mi risulta che abbia commentato in merito. Vediamo se lo farà quando andrà in onda il film.

Come ha ottenuto il ruolo?

Ho fatto un primo incontro con il regista e il produttore, che avevano in mente me fin dall’inizio. Ho superato comunque un provino durissimo, di otto ore, interpretando Anselmi in fasi diverse della sua vita. Sapevo di non assomigliarle e di avere una voce molto diversa da lei. Ho studiato moltissimo per coglierne l’essenza. 

Ovvero?

Una donna forte e pura. Con ideali forti e una missione: cambiare il mondo. Soprattutto per le donne. Credeva nell’educazione, nella scuola e nel potere della conoscenza. E nella parità fra i sessi. 

Un po’un santino. O no?

No. A renderla vera è la sua umanità. E la sofferenza. Era una donna che anche di fronte al rapimento di Aldo Moro, persona cui teneva tantissimo, è rimasta dritta e fedele agli ideali. Si è fatta molti nemici. Lo stesso con la legge 194 (la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, che Anselmi firmò, ndr). Non dimentichiamoci che era cattolica e rappresentava la DC. 

Quanto ne sapeva, di Anselmi?

L’ho sempre detto senza vergogna. Sapevo le basi. Il nome, chi era stata, niente di più. Il ruolo è stato un regalo, perché probabilmente, da sola, non mi sarei informata. Di lei non se ne parla, non so se per dimenticanza o perché era scomoda. Spero che serva anche ai ragazzi: gli proponiamo un modo facile e non noioso per entrare in contatto con la storia.

Pensa davvero che i ragazzi la guarderanno? 

È sempre e comunque importante farlo. A qualcuno arriverà. C’è chi penserà che il linguaggio del film sia più pesante di quello di una serie. E chi si renderà conto che ha in mano uno strumento importante. Che sarebbe sciocco sottovalutare. 

Madrelingua inglese, sui set da più di vent’anni. Tutti vanno all’estero, perché lei no?

Perché ho una famiglia e delle responsabilità. Adesso che i bambini sono più grandi, e ho una maturità lavorativa diversa, posso riprendere in mano quel discorso. Che ovviamente mi interessa. Ma le mie scelte non sono sacrifici. Non si tratta di dare priorità, ma di “navigare”.

Elisa di Rivombrosa e Il giovane Montalbano: se riprendessero?

Elisa è terminato e con onestà è terminato anche il mio percorso in quel progetto. Per Il giovane Montalbano se ne è parlato più volte con Carlo Degli Esposti (fondatore della Palomar, ndr) e ho dato la mia disponibilità a esserci. L’ho amato tanto e so che il mio lavoro è stato apprezzato. Ma per ricominciare dobbiamo essere tutti.

Cosa le manca per uno scatto di carriera?

Uno scatto l’ho appena fatto, credo, e vorrei godermelo. Mi piacerebbe che venisse riconosciuto il mio lavoro: ho tenuto un film intero sulle mie spalle. Non voglio sentirmi sottovalutata. Vorrei muovermi grazie a Tina. Vorrei ricominciare: da Tina in poi.

Sarah Felberbaum

Sarah Felberbaum, foto di Roberta Krasnig