È cominciata con un affettuoso “Bentornato maestro!” e si è conclusa con applausi entusiasti, calorosi e riconoscenti, nel Giorno della Memoria la prova aperta straordinaria del concerto della Filarmonica della Scala (in programma lunedì nella Sala del Piermarini) diretto ieri sera da Daniel Barenboim a favore dell’Associazione Figli della Shoah.
Prima dell’inizio il maestro, che ha passaporto israeliano e palestinese, si è rivolto al pubblico spiegando che “la Shoah è stata uno dei più orribili momenti della storia umana. E purtroppo non è finita lì: abbiamo visto ultimamente come il 7 ottobre è cominciato un orripilante atto contro Israele. E subito dopo un orripilante atto da parte di Israele. La violenza purtroppo è rimasta. E bisogna fare tutto il possibile per farla cessare: la violenza non è un diritto. Io credo che da parte nostra fare musica nel giorno della memoria sia il meglio che si possa fare”.
Barenboim, apparso dimagrito e forse un po’ affaticato dalla malattia che nell’ultimo anno lo ha costretto a lasciare molti degli impegni presso i più importanti teatri del mondo, ha diretto due tra le più note sinfonie di Beethoven, la n. 6 Pastorale e la n.7, con la passione, la grande sensibilità e il piglio deciso di sempre, interrompendo più volte i professori della Filarmonica scaligera quando non era soddisfatto dell’esecuzione.
Il pubblico che occupava tutti i 1420 posti della Sala Verdi lo ha gratificato con applausi sinceramente entusiasti e con tutta la stima e tutto l’affetto maturati dal 2007 come maestro scaligero e poi dal 2011 e il 2015, quando è stato Direttore musicale della Scala.
(Ansa)
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