Sotto la pioggia insistente, la seconda parte del concerto del Primo maggio a Roma, in piazza San Giovanni in Laterano, inizia a telecamere spente. La diretta Rai si è interrotta quando sul palco è salita Ema Stokholma per il dj set. La piazza è piena: oltre 300mila persone celebrano la Festa dei Lavoratori con la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Condotto per la sesta volta da Ambra Angiolini, affiancata da Fabrizio Biggio, compagno ogni mattina di Fiorello a Viva Radio 2, il concerto sul palco ospita Ligabue, dopo 17 anni, Emma e tanti altri nomi della musica italiana.
Quest’anno l’evento, che in oltre trent’anni ha sempre celebrato la festa dei lavoratori, a maggior ragione si può dire sia “fondato sul lavoro”, come l’articolo 1 della Costituzione italiana. Questo primo maggio infatti è dedicato ai 75 anni della Carta. L’alternarsi delle canzoni è interrotto dalla lettura di articoli della Costituzione, dalle parole dei cantanti dedicate a temi per loro significativi legati al lavoro o dalle proposte inviate dal pubblico attraverso l’hashtag lanciato sui social #ilDirittoCheMiManca. Le principali riflessioni degli utenti, come dei cantanti, hanno riguardato la parità di genere nel lavoro, le tutele per tutti i lavoratori, la salute mentale.
Angiolini si è commossa parlando dei suicidi degli studenti schiacciati dalle aspettative: “Quel bisogno di meritare sempre il massimo dei voti, di non poter accettare un 6 e magari un 5, ha finito per minacciare la loro dignità, fino a fargli credere che fosse meglio buttarsi dalla finestra, ché tanto dentro erano già morti. Nemmeno loro sono riusciti a volare, perché non erano supereroi. Erano persone”.
Così è iniziata anche la seconda parte del concertone. I big più attesi arrivano sul palco: Matteo Paolillo, Levante, Ligabue, Ariete, Mr. Rain. Poi l’ospite internazionale, Aurora, Emma, per la prima volta al Primo maggio di Roma, Lazza, Tananai, Carl Brave, Francesco Gabbani. Come ospite anche il fisico Carlo Rovelli, e poi Geolier, Coma_Cose, Stefano Massini, Piero Pelù, Mara Sattei, Johnson Righeira e Rocco Hunt.
Matteo Paolillo di Mare Fuori sul palco del Primo maggio: foto negate e letteratura
Il cantante e attore, star della serie fenomeno Rai Mare fuori, ha portato in Piazza San Giovanni il nuovo singolo Liberatemi e il brano O mar for, cantato da tutta la piazza in coro. Ha poi letto C’è forse vita sulla terra, dal testo di Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini, sulle note di A Model of the Universe di Jóhann Jóhannsson.
Dopo Matteo Paolillo è salita sul palco Levante che attraverso i brani scelti per il Primo maggio ha ripercorso la sua carriera: l’ultimo singolo Leggera, secondo estratto dal quinto album in studio Opera futura e incluso nella colonna sonora del film Romantiche, e poi Tikibombom e infine Alfonso. “Chiedo al governo di attuare l’indennità di discontinuità ai lavoratori della musica”, ha gridato la cantautrice. “Siamo qui a parlare di diritti. Fate un applauso ai tecnici che stanno lavorando qui”.
Luciano Ligabue: il ritorno dopo 17 anni
“Dieci anni fa ho scritto un pezzo sugli effetti della droga più vecchia del mondo”. Dopo 17 anni Ligabue è salito sul palco del Primo maggio senza salti da rocker ma con un discorso sugli abusi di potere, introducendo la canzone Il sale della terra. “La droga più vecchia del mondo non è chimica, è mentale ed è la smania di potere. In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza. Però di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente. Come dicevo questo è un pezzo sulla tossicità di quel potere che logora anche chi ce l’ha e fa così”. Ligabue ha anche cantato Urlando contro il cielo.
Ariete, Mr. Rain e l’ospite internazionale Aurora
Ariete portato sul palco del Primo maggio uno dei suoi primi successi, 18 anni, poi Spifferi e L’ultima notte. La sua esibizione è stata seguita da Mr. Rain, che ha parlato di salute mentale come “diritto che mi manca”, seguendo l’invito dell’hashtag del concertone. Il cantante ha ricordato Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un ex paziente a Pisa. Con Fiori di Chernobyl, I grandi non piangono mai e Supereroi, Mr. Rain ha salutato il palco.
Subito dopo è stato il turno di Aurora, la postar norvegese che ha prestato la sua voce anche al video teaser del concertone. Stimata da artisti come Billie Eilish, Katy Perry e Tom Odell, sul palco ha canto Cure for me, Exist for love e Giving in to the love.
Emma: “Diritto alla genitorialità in qualsiasi forma”
Emma è salita per la prima volta sul palco del concertone ed è stata presentata da Angiolini che ha letto al pubblico il “diritto che manca” secondo la cantante: “La nostra costituzione dovrebbe prevedere il diritto alla genitorialità in qualsiasi forma”. Emma ha cantato un medley composto da Stupida allegria, La mia città, Cercavo amore e Io sono bella e poi il suo nuovo singolo Mezzo mondo.
Anche Lazza era molto atteso al concertone, come dimostrato dal boato del pubblico che lo ha accolto. Cenere, Panico e Uscito di galera sono i tre brani che ha cantato.
Dopo l’esibizione di Lazza è salita di nuovo sul palco Emma che ha letto una poesia di Virginia Woolf, Resta vivo.
Tananai, Carl Brave e Francesco Gabbani
Tananai canta Abissale, Baby Goddamn, Sesso occasionale e Tango e ha ringraziato i tecnici della musica. Carl Brave si è presentato con un medley mettendo insieme Chapeau, Noccioline, Che poi, Makumba e Lieto fine per chiudere con Malibù. Il diritto che inserirebbe nella Costituzione recita così: “Ogni cittadino ha il diritto di crescere in un paese senza guerra e oppressione, in un mondo che promuova la piena libertà dell’individuo nel rispetto della collettività”.
Per Francesco Gabbani invece andrebbe aggiunto “il diritto di essere rispettati e il dovere di rispettare”, legge Angiolini prima del suo ingresso. Il cantautore si è esibito con un lungo medley formato da Tra le granite e le granate, Volevamo solo essere felici, L’abitudine, Viceversa per chiudere con Occidentali’s Karma.
Il fisico Carlo Rovelli: “Spendiamo per le armi invece che per la musica e il lavoro”
L’intervento del fisico Carlo Rovelli è stato l’unico momento della giornata che ha provocato alcune polemiche, soprattutto su Twitter. Il fisico ha parlato di ambiente e di guerra. “Spendiamo trilioni per le armi invece che per la musica e il lavoro. Per la smania di potere, perché i potenti vogliono governare su tutti o, come in Italia, per essere vassalli dei potenti”, ha detto.
Rovelli ha parlato anche del governo, criticandone le posizioni. “In Italia il ministro della difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, presidente della federazione dei costruttori di armi, il Ministero della difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte”, ha detto. Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra. E il Governo italiano sta decidendo di mandare una portaerei a fare i galletti davanti alla Cina, queste sono le scelte che rischiano di distruggere le nostre vite”.
Geolier e Coma cose
Geolier, rapper napoletano, infatti, ha portato al Primo maggio un medley con Come vuoi, Monday, Il male che mi fai, X Caso, M Manc e i due pezzi singoli Money e Chiagne.
Dopo Geolier, Coma Cose hanno cantato Chiamami, Fiamme negli occhi, L’addio e in anteprima il singolo Agosto morsica, in uscita il 5 maggio.
Lo scrittore Stefano Massini: una dedica rabbiosa
Lo scrittore Stefano Massini è salito sul palco del Concertone con un discorso contro lo sfruttamento e il precariato. “A te che ogni volta ti dicono ‘tu che lavoro fai?’ e non sai che rispondere”, ha detto. “A chi a fine mese non ci arriva. Buon primo maggio. A te che sei giovane e stai iniziando. Non puoi chiedere quando verrai pagato, perché verrai scartato. A chi lavora come un pazzo a chi invece non fa un cazzo. Buon Primo Maggio a te che porti le pizze ma hai studiato, a chi va al lavoro come si va in trincea, se sei giovane sei inesperto se a quarant’anni resti senza lavoro sei vecchio e se sei una donna nessuno assume una a rischio maternità e allora buon Primo Maggio che a forza di stare zitto ti sei fottuto fino all’ultimo minuto. Buon primo maggio a te che sul lavoro sei morto, schiacciato, bruciato travolto, avanti fino al prossimo funerale, fra tante parole in libertà. A te incravattato delinquente che giochi sulla gente”.
Piero Pelù, Mara Sattei e Johnson Righeira
“Abbiamo un garante della costituzione e ci sta molto molto simpatico. Mattarella è rock, esorcizza il male e ci unisce”. Queste le parole di Piero Pelù, che aveva anticipato il desiderio di portare sul palco il Presidente della Repubblica. Pelù è salito sul palco con una bandiera della pace e ha cantato sia delle canzoni della band di cui faceva parte, i Litfiba, (El Diablo) sia della sua carriera da solista (Gigante). Si è esibito inoltre con la nuova Musica libera, in duetto con Alborosie. “Vogliamo leggere due parole in più: sicurezza e lavoro”, ha detto riferendosi alla Costituzione.
Mara Sattei, una delle ultime artiste a esibirsi al concertone, dopo Pelù, ha cantato Duemilaminuti, Altalene e Tasche. Dopo di lei, Johnson Righeira è salito sul palco con L’estate sta finendo e Vamos a la playa.
Rocco Hunt chiude il concerto del Primo maggio
Rocco Hunt, il rapper salernitano, chiude il concerto del Primo maggio. Non litighiamo più, La vita senz ‘e te, Ti volevo dedicare e Nu juorn bbuono sono i brani che ha portato per la chiusura.
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