Ecco Chrome Dreams: dopo 46 anni, torna alla luce l’album perduto di Neil Young

Arriva l'11 agosto, doveva essere pubblicato nel 1977. Si tratta di uno dei più celebri dischi perduti della storia del rock, alcune delle sue canzoni furono poi pubblicate nei dischi successivi, da Pocahontas a Like a Hurricane

Di THR ROMA

La pubblicazione, l’11 agosto prossimo, di Chrome Dreams di Neil Young è una notizia che sta agitando il mondo del collezionismo discografico. Si tratta infatti di uno dei più celebri album perduti della storia del rock: contiene brani registrati tra il 1974 e il 1977 ed era
stato pensato per essere pubblicato nel 1977. Fu inciso su un acetato, dal quale negli anni ’90 fu ricavata una copia presto diventata un preziosissimo bootleg, ma non fu mai pubblicato. In realtà Neil Young queste canzoni le ha poi inserite nei suoi album successivi: alcune sono dei classici come Pocahontas, la dirompente Like a Hurricane, Powderfinger, Sedan Delivery.

L’incisione più vecchia è Star of Bethlehem, Sedan Delivery è presentata in una versione più lenta di quella già pubblicata, Pocahontas è nella stessa versione dell’album Rust Never Sleeps ma senza sovraincisioni, Sedan Delivery e Hold Back The Tears hanno un testo e caratteristiche musicali differenti rispetto alle versioni già note, Stringman era stata inserita solo nell’Unplugged.

Un’aura di malinconia

Chrome Dreams è il frutto di diverse sedute di registrazione, in alcune compaiono i fidi Crazy Horse al completo, in altre suona da solo o ha accanto solo Frank “Poncho” Sanpedro al mandolino. Will To Love è una performance eseguita davanti al camino del ranch di Neil Young che poi aggiungerà sovraincisioni. C’è un clima di malinconica intimità in questi brani ispirati a un minimalismo acustico che, nel caso di Captain Kennedy, si trasforma in una ballata folk contro la guerra.

L’enigma di Neil Young

La ragione per cui Neil Young abbia deciso di rinunciare a questo progetto e di spargere queste canzoni nei suoi album è un enigma che rende Chrome Dreams così affascinante, soprattutto se pensiamo ai rapporti a dir poco complicatissimi che il settantottenne rocker canadese ha avuto con l’industria del disco e alla sua sterminata discografia che comprende anche volumi tratti dai suoi archivi. Il mondo di Young è un mix di malinconia e di urticanti esplosioni rock che per la coerenza delle sue posizioni e la sua resistenza granitica nei confronti del mercato, ne hanno fatto una leggenda vivente e un eroe per le nuove generazioni.

Padre del grunge (e non solo)

A partire dalla fine degli anni ’70 non c’è stato decennio in cui il suo modo di intendere la musica, così essenziale e volutamente scarno, non sia stato preso a modello: è stato indicato come precursore del Punk, nume tutelare del Grunge (pensiamo ai Pearl Jam e all’album Mirror Ball), riferimento assoluto dell’alternative country e, in generale, dell’alternative rock.

Un uomo e un artista tormentato, dalla salute malferma, padre di due figli affetti da paralisi cerebrale, Neil Young è anche un progressista ambientalista che non ha mai avuto paura di schierarsi. La pubblicazione del suo album perduto offre ora la possibilità di guardare più da vicino nel suo universo musicale.

(Ansa).