Ieri la prima semifinale dell’Eurovision 2023 in diretta da Liverpool, con quindici delle 37 canzoni. Tre serate: il 9 e l’11 in onda su Raidue, poi l’attesissima finale il 13 sera su Raiuno.
Al commento italiano anche quest’anno Gabriele Corsi, volto di punta del canale NOVE affiancato da Mara Maionchi (che fa Mara Maionchi: ogni tanto scambiava i nomi delle nazioni, a un passo dall’incidente diplomatico). Alla conduzione internazionale nella M&S Bank Arena Hannah Waddingham, Alisha Dixon e Jula Sanina.
Stando al rilevamento Auditel, la serata ha messo a segno l’8.6% di share con 1 milione 824mila spettatori. Positivo anche il riscontro su Youtube, dove l’Eurovision ha registrato quasi 400mila spettatori.
La seconda semifinale si terrà l’11 maggio, quando verranno annunciati gli altri 10 finalisti. Questi si uniranno alle Big Five (ossia le cinque nazioni fondatrici dell’Eurovision) e all’Ucraina, vincitrice della scorsa edizione italiana.
In finale si esibirà Marco Mengoni, vincitore del festival di Sanremo con Due Vite. Ma non sarà l’unico italiano. Anche Alessandra, che quest’anno rappresenta la Norvegia, con il suo cosplay di Loki è stata premiata dal televoto. Alla Norvegia si uniscono Croazia, Moldavia, Svizzera, Finlandia, Repubblica Ceca e Israele; e poi Portogallo, Svezia e Serbia.
Eurovision 2023: le pagelle di THR Roma
Alessandra – Queen of Kings (Norvegia) – voto 7 e mezzo
Lei carichissima per la sessione settimanale di Dungeons & Dragons. Il suo grido di battaglia tecnovichingo le spiana la strada per il Valhalla e il suo vestito è perfetto anche per il Lucca Comics.
The Busker – Dance Our Own Party (Malta) – voto 5 e mezzo
Tra qualche passo alla Michael Jackson e assoli da Epic Sax Guy, il trio maltese ci porta un po’ di disco music nel palazzetto. Giovani e simpatici, sono quegli amici che inviti volentieri alle serate pizza il venerdì sera, dopo le lezioni in università e lo spritz di rito. Sai che non ti faranno mai fare brutta figura. Al contrario: loro portano la festa perché c’hanno il tamburello.
Luke Black – Samo mi se spava (Serbia) – voto 7
Suono e scenografia un po’ cyberpunk, ma con un look adatto per interpretare Light Yagami in un (ennesimo) futuro live action di Death Note. Dietro di lui durante l’esibizione un gigantesco Decepticon che non è chiaro perché sia lì. Dalla regia avvertono che Optimus Prime e gli Autobot sono per strada e stanno arrivando.
Sudden Lights – Aijā (Lettonia) – voto 5 e mezzo
Dai Maneskin in poi sono finalmente tornate le band all’Eurovision. Purtroppo però questo non basta per passare il turno. Canzone triste e melanconica che portano sul palco con i loro pigiami eleganti come a dire “siamo tranquillissimi”.
Mimicat – Ai Coração (Portogallo) – voto 5
Una chitarra conduce dolcemente Iago che accompagna Jafar nelle notti d’oriente su un ritmo sensuale e travolgente.
Wild Youth – We are one (Irlanda) – voto 4 e mezzo
A un ascolto distratto sembra una canzone dei Coldplay. Leggera e gradevole, ma un po’ più di carattere avrebbe fatto piacere. Il cantante poi mette su la zampa di elefante anni Settanta, prova qualche ancheggio alla Elvis, ma con tutte quelle luci e lo spettacolo pirotecnico il suo vestito è più che altro un giubbotto catarifrangente.
Let 3 – Mama SC! (Croazia) – voto 8
In una fusione tra Elio e le storie tese, Borat e i Village People. La linea tra genio e follia viene ampiamente superata dai glitter e dalla scenografia. Entra in testa, ma soprattutto nelle nostre playlist.
Remo Forrer – Watergun (Svizzera) – voto 7
Angelo maledetto, ma con una voce incredibile. Il suo è un timbro pulito che può presagire solo l’ascesa nel regno dei cieli fino a momenti più sofferti, soffocanti. “I don’t wanna be soldier”, canta. E neanche noi effettivamente. Una canzone dal testo semplice, ma non per questo meno di impatto.
Noa Kirel – Unicorn (Israele) – voto 9
Lei una regina del palco, lo domina e a tratti sembra proprio di sua proprietà, talmente ci si trova a suo agio. Ci scusiamo se altri musicisti hanno calcato questo palco prima di lei. Una Dua Lipa che canta di unicorni e del loro potere. Ha materialmente tutte le caratteristiche di una pop star, e forse anche di più.
Pasha Parfeni – Soarele si Luna (Moldavia) – voto 7
Qui abbiamo un esterno giorno: Doctor Strange si sta allenando per diventare lo stregone supremo. In sottofondo, diegetico, una colonna sonora techno folk: montaggio rapido e maledettamente riuscito. La base risuona di tantissime culture del mondo. Forse l’unica che manca è proprio quella moldava, ma va bene lo stesso.
Ora, sempre esterno giorno. Entrano gli Avengers…
Loreen – Tatoo (Svezia) – voto 6
Su una base un po’ blasonata, perfetta per la pubblicità di un profumo, c’è una voce maestosa. E la scenografia ondeggia tra l’intermezzo commerciale del superbowl di cui sopra e il suo look un po’ da Edward mani di forbice, un po’ la divinità sumera Gozer di Ghostbusters, ma con un retrogusto Fremen. Comunque la regia è di Denis Villeneuve, cercasi inoltre mastro di chiavi e guardia di porta.
TuralTuranX – Tell Me More (Azerbaijan) – voto 8
Merry e Pipino del Signore degli Anelli sono prontissimi per il 111° compleanno di Bilbo Baggins, e portano un alternative rock, mezzo rap e mezzo indie. Strano per il compleanno di Bilbo come per l’Eurovision. Questa è la tipica canzone che si canta sotto alla finestra della persona amata. Al posto della secchiata d’acqua, spesso meritata, questa volta si apprezza e si urla al bis.
Vesna – My Sister’s Crown (Repubblica Ceca) – voto 9
Sofia Coppola qua si è superata, in questa nuova versione del Giardino delle vergini suicide volteggiano trecce su un sottofondo elettronico da far saltare convulsamente in giro per il salotto come dei canguri. Aggressiva la musica, aggressiva la tematica. Energia travolgente.
Mia Nicolai & Dion Cooper – Burning Daylight (Olanda) – voto 6
“Resta qui ancora un minuto. Se l’inverno è soltanto un’estate. Che non ti ha conosciuto. E non sa come mi riduci. Hai le fiamme negli occhi ed infatti. Se mi guardi mi bruci”. Questa è la canzone, ma più epic pop e senza quel tocco di sbalorditiva leggerezza che l’ha fatta entrare nei nostri cuori qualche Sanremo fa. Sono i Coma Cose, ma non sono di Milano. Romantici tra i loro tulipani, manca la poesia.
Käärijä – Cha cha cha (Finlandia) – voto 7
Con un look un po’ da Dr. Neo Cortex di Crash Bandicoot. La scatola da cui esce a inizio esibizione peraltro è la stessa del gioco cult di PlayStation. Lui ha i braccioli pronto per l’ora di piscina, e stecca senza vergogna un paio di volte. Ma tutto il resto è su un livello tale per cui, anche in questo caso, la follia diventa geniale. Colori accecanti tinta evidenziatore per una performance che ricorda un po’ “life in plastic it’s fantastic” con la regia di Greta Gerwig.
Rebecca Ferguson e Alyosha (Ospiti) – voto 9 e mezzo
La cantante britannica, omonima dell’attrice svedese, incrocia la voce con l’artista ucraina, cantando una magnifica versione di Ordinary World dei Duran Duran. La scenografia era viva, evolveva durante l’esibizione, diventandone anche protagonista. Un video musicale dal vivo, esibizione fuori scala ed emozionante.
Rita Ora (Ospite) – voto 8
La cantante, seconda ospite della serata, ha portato un medley dei suoi brani di successo. Un’esibizione grintosa, e il corpo di ballo non è stato certamente da meno. Forse un po’ troppo autocelebrativo. Rita Ora, anche meno.
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