Ed Sheeran: “Il mio documentario? Non è sulla storia di un musicista, ma sul dolore”

Il cantante mette a nudo le sue paure e le due debolezze nel nuovo progetto diviso in quattro episodi dove parlerà dalla morte del suo migliore amico, della lotta contro il cancro della moglie mentre è incinta e del suo nuovo album

Il cantante di Photograph e Perfect debutta su Disney+ con il suo documentario Ed Sheeran: The Sum of It All. Negli episodi ci sarà molto da scoprire sulla sua vita privata: dalla morte del suo migliore amico alla lotta contro il cancro della moglie mentre era incinta oltre al lavoro per il suo nuovo album. Il cantautore, di solito restio a mettersi al centro dei riflettori, questa volta mostra il dietro le quinte della sua musica grazie all docuserie nella quale tocca argomenti come il dolore, la salute mentale, l’amore e la perdita.

“Non ho mai voluto fare un documentario che fosse incentrato sulla popstar triste e che fosse pietoso nei confronti della popstar triste!”, ha affermato Sheeran in occasione della prima del suo documentario. “Quello che penso sia davvero grandioso di questo lavoro sono i temi che esplora, che tutti affrontano. Tutti passano attraverso il dolore. Tutti attraversano alti e bassi. Capita a tutti, questo è il punto”.

Ed Sheeran: The Sum of It All, tra musica e vita

Il cantante nella serie si commuove per la battaglia di Cherry contro il cancro e per la morte, avvenuta lo scorso anno, di Jamal Edwards, amico che, con il suo innovativo canale YouTube SB.TV, ha dato a Sheeran – e ad altri artisti britannici – la prima grande occasione. “Non credo che si debba elaborarla”, ha detto Sheeran a proposito della morte. “Devi rispettare la persona che hai perso. Devi solo conviverci e permetterti di essere triste e di ridere dei ricordi divertenti. Ma cancellare una persona dalla propria memoria per non sentirsi tristi, credo sia piuttosto irrispettoso nei confronti della memoria di quella persona. Quindi mi permetto di sentirmi triste quando voglio sentirmi triste”.

“Credo che il punto di forza di questo documentario sia che le persone lo guardano e quando vedono la mia reazione non dicono: ‘Oh, sono triste per Ed perché Ed è triste’. Lo guardano e lo mettono in relazione con la loro vita e dicono: ‘Ho perso qualcuno e mi sento anch’io così'”, ha continuato Sheeran. “E credo che questo sia il motivo per cui il documentario è potente. Non è un documentario su un musicista. Sento che è un documentario sul dolore”.

Questa settimana Ed Sheeran ha fatto notizia quando ha ipotizzato che avrebbe abbandonato la musica se la sua hit Thinking Out Loud, vincitrice di un Grammy e coinvolta in una disputa sui diritti d’autore con Let’s Get it On di Marvin Gaye, avesse perso in tribunale.