“L’hanno definito il peggior disastro mai accaduto alle Hawaii, ma stiamo tutti facendo del nostro meglio per far sì che tutto vada avanti e che migliori. Gran parte dell’entroterra è stato preso a calci nell’‘ōkole, e Lahaina praticamente non esiste più”, racconta al telefono Barry Rivers, direttore del Maui Film Festival, da lui fondato nel 2000, pochi giorni dopo gli incendi che hanno devastato l’isola di Maui. Il fuoco ha distrutto il villaggio di Lahaina e ha avuto un bilancio di 106 vittime, anche se le ricerche continuano.
In mezzo alla devastazione, Rivers, come molti altri nella comunità, è stato impegnato a dare una mano a chi è stato colpito dal disastro. “Stiamo facendo tutto il possibile per rendere la vita delle persone migliore di quella attuale”, dice Rivers. E aggiunge: “Lo spirito dell’ohana, la famiglia, è nell’aria per molti di noi che hanno vissuto qui per tutta la vita”.
“Non saremo nati qui – aggiunge Rivers – ma anche mio figlio oggi era impegnato in un banco alimentare a preparare cibo per la gente”. E continua: “Stiamo trovando cose in casa nostra che possiamo regalare, in modo che le persone abbiano più vestiti. Ci siamo dentro e non andremo da nessuna parte e molte persone come noi non andranno da nessuna parte, se non per continuare a ricostruire questo luogo che tutti amiamo e chiamiamo casa, per farlo tornare a essere il posto incredibilmente speciale che è per il mondo da molto tempo. Penso che sia qualcosa su cui possiamo contare; ci vorrà solo un po’ di tempo”.
Gli aiuti
A questo punto, l’agenzia federale per la gestione delle emergenze (Fema) ha stimato che i costi del processo di ricostruzione e recupero a lungo termine a Maui supereranno i 5,5 miliardi di dollari. Tra le celebrità che si sono fatte avanti per aiutare con donazioni e finanziamenti ci sono Jeff Bezos e Lauren Sánchez, che hanno annunciato un fondo per Maui di 100 milioni di dollari, e Matthew McConaughey, che sta collaborando con l’organizzazione no-profit Baby2Baby per finanziare un aereo che porti forniture di emergenza sull’isola.
Rivers stesso ha effettuato donazioni al Maui Country Club, che sostiene il Maui Strong Fund della Hawai’i Community Foundation, un fondo di risposta rapida. Il Country Club, dice, “ha avuto un numero incredibile di persone da tutta l’isola che hanno portato vestiti, cibo, acqua, auto, ogni genere di cose importanti e stanno diffondendo tutto da lì. Tutti si sono fatti avanti, offrendo posti dove stare. È una comunità meravigliosa, un luogo in cui tutti si preoccupano davvero gli uni degli altri e non vivono il momento come una specie di ‘ognuno per sé’, non è decisamente così”. E aggiunge: “Alcuni miei amici hanno distribuito cibo e carburante, altri hanno portato cibo alla gente con i loro jet privati. Tutti stanno facendo tutto il possibile”.
Ha anche raccontato che i suoi figli si sono trovati in mezzo agli incendi: “I miei figli hanno avuto un’esperienza piuttosto folle. Hanno salvato per un pelo la casa e il vivaio che hanno lavorato sodo per costruire e mettere insieme in campagna, a circa un km da uno dei primi punti in cui gli alberi sono caduti e hanno iniziato a prendere fuoco”.
Il Maui Film Festival
Per quanto riguarda il festival, Rivers dice che sta progettando un evento “che aiuti la comunità a risorgere dopo questo incubo che abbiamo vissuto. Sto lavorando per farlo forse fra tre o quattro mesi. Non ho ancora avuto un minuto per riflettere a fondo, ma siamo qui da lungo tempo, sono qui da 43 anni. Stiamo solo cercando di trarre il meglio dalla cosa peggiore che sia mai capitata a tutti noi a Maui”.
Rivers consiglia anche di fare donazioni alla Maui United Way, che fornisce aiuti diretti. Per ulteriori informazioni sulle donazioni e sul volontariato, nonché su rifugi, cibo e altri aiuti per le persone colpite, consiglia di visitare il sito Maui Rapid Response.
Kainoa Horcajo, nativo di Maui e consulente culturale hawaiano, co-proprietario della società di consulenza The Mo’olelo Group, racconta inoltre a THR che sta lavorando con Maui Rapid Response per aiutare a colmare le lacune che ci sono, nonostante tutto il lavoro svolto dal governo e dalle agenzie no-profit. “Dobbiamo fare in modo che la gente non si dimentichi dei bisognosi e della comunità il mese prossimo, l’anno prossimo”, dice Horcajo. E conclude: “Molte persone vogliono inviare forniture e denaro adesso, ma siamo preoccupati per quando calerà l’attenzione”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma