Le pratiche di esternalizzazione della gestione della migrazione sono “inefficaci e disumane”, hanno “sprecato miliardi di dollari dei contribuenti” e sono ormai “un approccio screditato e in gran parte abbandonato”: è quanto ha affermato l’attrice e produttrice australiana Cate Blanchett nonché ambasciatrice di buona volontà per l’Unhcr, al Parlamento europeo.
“Mi chiedo se coloro che ora mettono in dubbio la convenzione sul diritto d’asilo abbiano mai incontrato un rifugiato o sono stati costretti ad affrontare il costo umano di politiche dannose come l’esternalizzazione”, ha accusato l’attrice premio Oscar parlando all’assemblea, in uno discorso di oltre 23 minuti.
“Da Cate Blanchett parole banali e già sentite della serie ‘dobbiamo accogliere tutti’, ma poi lei ben si guarda da accogliere migranti nella sua mega villa hollywoodiana”. E’ quel che ha detto il capogruppo di Ecr, Nicola Procaccini, parlando a margine dei lavori della plenaria dell’Eurocamera a Bruxelles.
L’intervento di Blanchett arriva non a caso a pochi giorni dalla firma dell’accordo tra Italia e Albania proprio sulla gestione dei migranti ed è suonata a molti come un chiaro riferimento al governo italiano, presieduto da Giorgia Meloni. “Non nego che la situazione sia complessa. Ma questa è l’Unione Europea, e affrontare le sfide di sfollamento forzato e dei movimenti misti richiede unità, cooperazione internazionale, risorse e un lavoro paziente e compassionevole per affrontare le molteplici e sovrapposte ragioni per cui le persone si spostano”, ha sottolineato l’interprete mentre ricordava il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. “Nel decennio successivo, molti altri sono morti allo stesso modo. E tra dieci anni, le persone continueranno ad annegare vicino alle nostre coste, a meno che qualcosa cambi”.
“Il mio appello a questo parlamento è quindi triplice: in primo luogo, l’Ue si concentri sulla loro protezione e non sul rafforzamento delle frontiere; in secondo luogo, in qualità di rappresentanti dei cittadini europei, vi prego di ricordare ai vostri elettori che i Paesi a basso e medio reddito ospitano la stragrande maggioranza – quasi il 90% – di tutti gli sfollati forzati. Portate loro questo messaggio. In terzo luogo, continuate a sviluppare l’orgogliosa tradizione di sostegno umanitario dell’Ue, garantendo al contempo che i finanziamenti per lo sviluppo vadano ai Paesi ospitanti e ai rifugiati”.
L’attrice si è rivolta ai parlamentari europei chiedendo soprattutto umanità: “Come australiana – qui il passaggio cruciale del discorso dell’interprete di film come Elizabeth e Tar – posso dirvi che abbiamo imparato a nostre spese il devastante tormento fisico e mentale che i rifugiati hanno sperimentato mentre erano bloccati in mare aperto. I danni psicologici subiti da coloro che li sorvegliavano. I miliardi di dollari di denaro dei contribuenti sprecati per un approccio ormai screditato e in gran parte abbandonato. E, mi permetto di dire, la vergogna e il rimpianto che molti di noi provano per queste politiche inefficaci e disumane”.
Considerata una delle migliori attrici della sua generazione, Cate Blanchett è stata candidata in totale otto volte agli Oscar, la quarta attrice in assoluta più candidata della storia del premio (record condiviso con attrici del calibro di Glenn Close, Judi Dench e Geraldine Page). Il suo impegno nell’industria cinematografica è stato premiato con numerosi altri riconoscimenti, tra cui quattro Golden Globe, quattro premi Bafta, tre Screen Actors Guild Awards, due Coppe Volpi.
È inoltre stata nominata ai premi Oscar per film prodotti in quattro decenni diversi (anni novanta, duemila, duemiladieci e duemilaventi). Tra le onorificenze nazionali, è stata insignita del titolo di cavaliere dell’Ordre des arts et des lettres dal governo francese nel 2012 e di quello di compagno dell’Ordine dell’Australia per per i servizi resi in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, quest’ultimo consegnatole dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra.
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