L’ardente femminismo di Helen Mirren è tornata alla ribalta giovedì 2 novembre quando, nel corso di una conversazione a Toronto, all’attrice premio Oscar è stato chiesto cosa si aspettasse in merito all'”orribile situazione” dell’attuale guerra tra Israele e Hamas.
“Accidenti, è una domanda incredibilmente difficile, perché non si vuole essere ingenui e sciocchi. Ovviamente uno spera nella pace”, ha dichiarato Mirren ai Friends of Simon Wiesenthal Center durante la sua apparizione allo Spirit of Hope 2023 Benefit. Ha aggiunto: “Onestamente spero che le donne occupino un posto più importante nella società. Credo che questa sia la nostra speranza per il futuro”.
Alla domanda su cosa la spaventi oggi, Mirren ha risposto subito: “Oh, il 7 ottobre. È quello che mi spaventa di più. E mi spaventa qualsiasi cosa ci sia nell’umanità che rende le persone capaci di fare questo, qualsiasi cosa le spinga a commettere questi atti, qualsiasi lavaggio del cervello, qualsiasi cosa possa trasformare le menti delle persone in tali azioni”.
Parlando di altre gravi atrocità umane nella storia, l’attrice ha fatto riferimento all’Olocausto durante la seconda guerra mondiale e alla traumatica storia di linciaggio degli afroamericani per terrorizzare le loro comunità negli Stati Uniti. “I linciaggi erano molto diffusi. Di recente ho visto delle cartoline raffiguranti il pubblico di un linciaggio. La gente se le scambiava, come a dire ‘quanto ci siamo divertiti l’altra sera’. Che cosa c’è in noi, esseri umani? Forse fa parte della nostra natura tanto quanto tutta la bontà che abbiamo”, si è chiesta Mirren durante il gala di Toronto.
L’esperienza di Helen Mirren in Golda
Pur evitando di parlare apertamente della politica israeliana e della guerra con Hamas, Mirren ha fatto un tuffo nella storia del paese dopo il suo ruolo da protagonista in Golda di Guy Nattiv, in cui interpreta Golda Meir, il primo ministro di Israele durante la tesa guerra dello Yom Kippur nel 1973.
In merito alla decisione di interpretare la leader israeliana dell’epoca in cui Israele si trovava di fronte a una possibile distruzione, Mirren ha ricordato che da giovane aveva visto per la prima volta in Golda Meir un raro esempio di donna alla guida di una nazione.
“Quando Golda è salita al potere in Israele, per me è stato un momento fondamentale. Non avevo mai visto un primo ministro donna. Oltretutto, un primo ministro di un paese così complesso e importante, con tutte le sfide che Israele ha sempre avuto. Quindi, da un punto di vista puramente femminista, personalmente è stato molto importante”, ha ricordato l’attrice.
Mirren ha anche commentato la polemica sul fatto che una donna non ebrea come lei sia stata scelta per interpretare la leader israeliana. “È una discussione legittima. L’intero concetto di casting è stato davvero rivoluzionato di recente, e lo apprezzo. È assolutamente giusto”, ha argomentato. Allo stesso tempo, Mirren ha spiegato che non avrebbe accettato la parte di Golda Meir se il biopic non fosse stato diretto da un israeliano come Nattiv: “Senza quella voce autentica, non avrei mai accettato di farlo”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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