“Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo potranno finalmente beneficiare dell’indennità di discontinuità, uno strumento di supporto economico su cui contare stabilmente ogni anno. Un provvedimento strutturale e continuativo mai realizzato prima, che, in riferimento al 2023, prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro e punte massime di contributi pari a 4 mila euro per lavoratore. Stiamo attendendo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, occorrerà poi affrettarsi a presentare le domande entro il prossimo 15 dicembre 2023”.
È quanto dichiara il sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi in merito all’approvazione del decreto legislativo sull’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo.
Una prima volta per l’Italia
“È la prima volta che un governo vara un provvedimento così attento e consistente a beneficio dei lavoratori e degli artisti”, continua Mazzi. “Il consiglio dei ministri ha, infatti, approvato definitivamente il decreto legislativo che trova copertura finanziaria per 194 milioni nei prossimi tre anni e 40 milioni a regime dal 2026 con possibilità di rifinanziamento. A oltre 20 mila lavoratori (20.600), con un reddito inferiore a 25 mila euro, arriverà un contributo medio di 1500 euro con punte fino a 2200 euro. In fase di prima applicazione l’importo arriverà a 4 mila euro, per dare un deciso impulso all’istituto.
A questi benefici si aggiungeranno i vantaggi pensionistici e previdenziali con una contribuzione figurativa da parte dell’Inps a favore degli stessi lavoratori. L’inserimento, poi, nei percorsi di formazione e aggiornamento sono tesi a restituire dignità e a costruire nuovi orizzonti professionali”.
Il sottosegretario evidenzia inoltre che si continuerà “su questa strada per sostenere le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo con nuove misure strutturali e responsabili. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla volontà del ministro Sangiuliano, alla partecipazione dei ministeri del lavoro, dell’economia, all’Inps, alla direzione generale spettacolo e all’ufficio legislativo del ministero della cultura. Grazie anche ai presidenti delle commissioni cultura di Senato e Camera, Roberto Marti e Federico Mollicone”.
Mazzi conclude con una riflessione: “Qualcuno si lamenta? È curioso. Dopo vent’anni di chiacchiere e inerzia totale da parte di tanti esecutivi, si attacca il primo e unico governo che, in un contesto generale di grande rigore per la tenuta dei conti pubblici, investe da subito ben 100 milioni di euro per il settore. Noi, orgogliosi di questa manovra, siamo dalla parte di quei ventimila lavoratori che ne trarranno beneficio immediato”.
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