Donne in piazza: vogliamo contarci? “Siamo almeno 500mila” dicono le organizzatrici del movimento Non una di meno che il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, hanno organizzato manifestazioni in Italia, ufficiali a Roma e Messina. A Roma il Circo Massimo è pieno, il fumo rosa accompagna il corteo. “Mamma non ti preoccupare, oggi in piazza non sono da sola”, “Se non te la do non te la prendere”, “Ok la giustizia dopo ma vorrei essere libera prima”, “Per Giulia, per tutte, bruciamo tutto”.
“Noi di The Hollywood Reporter Roma siamo in piazza Roma, tutti insieme. Per dire Basta, ora davvero basta. L’omicidio di Giulia Cecchettin segna un punto di non ritorno, per molte ragioni: c’è sempre un momento in cui la storia cambia, ed è questo”, dice la direttrice Concita De Gregorio. “Le moltitudini per strada lo dicono più di ogni parola. È la cultura diffusa, quel che dobbiamo tutti insieme cambiare. L’educazione primaria, la scuola, la comunicazione. Non sono le pene a dissuadere: servono ma non bastano. È la consapevolezza che la violenza sulle donne e sulle persone fragili non è un problema delle donne ma della società intera. Da questo tutto il resto discende. Tutto il resto”.
25 novembre: la piazza fucsia
Con le donne in piazza a Roma, uomini, adolescenti, bambini, neonati nelle carrozzine, cani al guinzaglio e alcuni sotto braccio. Non una di meno riunisce una marea fucsia per l’ottavo anno di seguito “con più rabbia che mai”. I volti di chi stringe striscioni e cartelli sono segnati di rosso e gridano “ci vogliamo vive, contro il patriarcato”, urlano in coro “siamo il grido, altissimo e feroce, di tutte quelle donne che più non hanno voce”. Cori e slogan, non importa se sono cartoni disegnati di corsa con pennarelli scarichi. Perché “più parole si hanno meno mani si alzano”, ha detto la scrittrice Chiara Valerio, insieme a THR Roma nel corteo.
In piazza scende anche la segretaria dem Elly Schlein che ritiene la piazza fucsia un momento di “straordinaria partecipazione” e “un segnale importante, il Paese chiede di fare un passo avanti contro la violenza di genere”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha definito “inaccettabile lo stillicidio di aggressioni alle donne”. In un messaggio ha scritto: “Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini”.
Attori, attrici e cantanti sfilano al corteo
Un fermento che si sentiva da prima delle 14.30, orario dell’appuntamento. “Sbrigati, adesso adesso”. Sulla metro romana, le porte suonano e le persone smettono di dondolare. Lei si piega in avanti di fronte all’amica seduta e chiude gli occhi. Click del tappo del pennarello e il segno fucsia sullo zigomo è fatto. La metro è piena, come il lunedì alle 8 di mattina e invece è sabato 25 novembre. Tanto sono vicine tra loro che sembra sia la loro specie di danza dondolante, dovuta al movimento delle rotaie, che spinge i vagoni fino alla fermata Circo Massimo.
A sfilare tra loro anche attori, attrici, cantanti. Esserci con il corpo, un impegno di madre e di padri in figli e figlie. L’attore Fabrizio Gifuni, vincitore del David di Donatello al miglior attore protagonista quest’anno per Esterno notte di Marco Bellocchio lo dice a THR Roma. “Sono qui insieme a tantissime persone, migliaia, in una manifestazione bellissima e importante come non mai, sentivo l’assoluta necessità di esserci insieme alla mie figlie”.
Madre e figlia sono Lidia Vitale e Blu Yoshimi, entrambe attrici, insieme alla manifestazione. “Il motivo principale per cui sono qui è per sensibilizzare gli uomini”, dice Vitale a THR Roma. “Io vorrei veramente che tutti si interrogassero su quando hanno avuto comportamenti patriarcali, se ne rendano conto e lo dicano a voce alta. Perché c’è bisogno di consapevolezza. Non dobbiamo arrivare a essere uccise, basta dirci stai zitta, pagarci di meno per uno stesso progetto”. E Yoshimi dice: “Questo non è né l’inizio né la fine di niente, questo corteo è una camminata quotidiana, è bello sentire oggi che non siamo soli”.
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