Oltre una ventina di nomi importanti del mondo della recitazione – tra cui Susan Sarandon, Cynthia Nixon, gli attori di The Crown Khalid Abdalla e Tobias Menzies, e le star de Il Trono di Spade Charles Dance, Carice van Houten e Lena Headey – hanno contribuito a una serie di video a sostegno della storica causa del Sudafrica contro Israele per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.
La serie di video è stata pubblicata dal Palestine Festival of Literature, un’associazione culturale con sede in Gran Bretagna impegnata nella “creazione di un linguaggio e di idee per combattere il colonialismo nel XXI secolo”. Il video mostra gli attori che leggono le sezioni chiave del dossier di 84 pagine del Sudafrica, che sostiene che Israele è colpevole di aver violato la Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio nelle sue azioni di guerra a Gaza contro il gruppo terroristico Hamas.
Il Sudafrica ha presentato il suo caso alla Corte, il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite, giovedì 11 gennaio. Israele nega categoricamente l’accusa di genocidio e presenterà la sua difesa all’Aia venerdì 12 gennaio. Tra gli altri attori che hanno contribuito alla serie di video ci sono Paapa Essiedu (I May Destroy You), Indya Moore (Pose), Steve Coogan (The Trip), Wallace Shawn (La storia fantastica) e Alia Shawkat (Arrested Development).
Il Sudafrica ha sostenuto che i leader e i legislatori israeliani hanno “dichiarato il loro intento genocida” in affermazioni pubbliche come quelle del Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che in ottobre ha affermato che Israele avrebbe imposto un assedio totale al territorio perché stava combattendo “animali umani”. Nella causa, il Sudafrica chiede alla Corte di ordinare un cessate il fuoco a Gaza per evitare “danni irreparabili”.
Il video degli artisti a sostegno del Sudafrica
Secondo gli operatori sanitari di Gaza, più di 23.000 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, scatenata dagli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas e di altri gruppi armati nel sud di Israele, che hanno ucciso circa 1.200 persone e in cui sono stati rapiti circa 240 ostaggi.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha descritto il procedimento all’Aia come “un mondo alla rovescia”, affermando che “Israele è accusato di genocidio in un momento in cui sta combattendo contro il genocidio”. I funzionari israeliani hanno sostenuto che è Hamas che dovrebbe affrontare le accuse di genocidio e altri crimini. Il New York Times ha citato Lior Haiat, un portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, che ha definito il procedimento all’Aia “una delle più grandi dimostrazioni di ipocrisia della storia”, notando che Hamas “nella sua convenzione chiede la distruzione dello Stato di Israele e l’omicidio degli ebrei”.
L’accusa di genocidio è particolarmente significativa in Israele, uno Stato fondato dopo il massacro del popolo ebraico nell’Olocausto. Secondo la Convenzione ONU sul genocidio, di cui Israele è firmatario, deve essere dimostrato l’intento di distruggere – in tutto o in parte – un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. La prova dell’intento è spesso l’elemento più difficile nei casi di genocidio.
Il procedimento legale potrebbe durare anni, ma la corte dell’Aia potrebbe pronunciarsi nelle prossime settimane su eventuali misure di emergenza, tra cui un cessate il fuoco. Le decisioni della corte sono vincolanti, ma la corte ha pochi mezzi per farle rispettare.
Potete vedere il primo video qui sotto:
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma