Boris Becker arriva su Apple TV+ che continua a calare assi con racconti sportivi sopra le righe e dopo la geniale ed esilarante serie Ted Lasso. Boom! Boom! The World vs. Boris Becker è il nuovo documentario in due parti del regista premio Oscar, Alex Gibney (Taxi to the Dark Side, Enron – L’economia della truffa, The Armstrong Lie, Going Clear – Scientology e la prigione della fede) e del produttore premio Oscar John Battsek (Un giorno a settembre, Searching for Sugar Man, The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi, The Deepest Breath). Sulla piattaforma è in programmazione dal 7 aprile e ha bucato la bolla degli appassionati riuscendo a conquistarsi una fetta di pubblico “generalista” (per quanto possa esserlo l’audience di una piattaforma) non indifferente.
Boom! Boom! The World vs. Boris Becker, di cosa parla la docuserie
Boom! Boom! The World vs. Boris Becker esplora ogni aspetto dell’uomo che è diventato una leggenda del tennis dopo aver vinto i campionati di Wimbledon a soli 17 anni, arrivando a vincere 49 titoli in carriera, tra cui sei Grandi Slam e una medaglia d’oro olimpica, nonché la sua vita personale, spesso sotto i riflettori e a volte tumultuosa. Non mancherà nulla: dalle disavventure finanziarie che lo hanno portato l’anno scorso a una sanguinosa bancarotta fraudolenta agli ottavi di finale di Wimbledon del 1985 contro Tim Mayotte – allora testa di serie numero 7 e già sconfitto al secondo turno degli Australian Open dello stesso anno – in cui stava per ritirarsi per dolori lancinanti alla caviglia sinistra, ma lo statunitense di spalle non se ne accorse e il tedesco finì il match al quinto arrivando poi a vincere da underdog il torneo, in barba a tutti i campioni più accreditati.
Per oltre tre anni i registi hanno avuto un accesso speciale e unico a Boris Becker, fino alla fine di aprile del 2022, quando è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per aver nascosto beni e prestiti allo scopo di evitare di pagare i debiti contratti durante anni di cause legali (di cui una rocambolesca per una paternità inizialmente non riconosciuta), sconfitte a poker e investimenti sbagliati. The World vs. Boris Becker percorre l’incredibile e a tratti improbabile vita del fuoriclasse attraverso interviste intime al protagonista, tra cui una conversazione esclusiva realizzata la settimana della sua condanna, insieme ai contributi dei suoi familiari e a quelli di altre stelle del tennis come John McEnroe, Bjorn Borg, Novak Djokovic, Mats Wilander e Michael Stich.
Boom! Boom! The World vs. Boris Becker, chi sono gli autori
Scritta e diretta da Alex Gibney, la serie è una coproduzione tra la Ventureland di Battsek e la Jigsaw Productions di Gibney, in associazione con la Lorton Entertainment, i cui progetti includono anche Diego Maradona di Asif Kapadia, nominato ai premi BAFTA, e il recente documentario di Matt Smith, Rooney, sul grande calciatore inglese Wayne Rooney. The World vs. Boris Becker è prodotto da Battsek e Gibney con i produttori George Chignell ed Erin Edeiken. I produttori esecutivi sono Stacey Offman, Richard Perello, Kerstin Emhoff, Andrew Ruhemann, Julian Bird, Duncan Ford e Ed Barratt. Alex Gibney è anche sceneggiatore e regista della docuserie.
Boris Becker, le dichiarazioni sulla prigione
Si parlerà, nella docuserie, anche dell’HMP Wandsworth, il più duro carcere del Regno Unito, è chiaro. Un luogo in cui 1300 anime dannate – tossicodipendenti e spacciatori, detenuti di lungo corso per delitti violenti – lottano innanzitutto per sopravvivere, quotidianamente. Boris Becker è stato infatti condannato a due anni e mezzo di carcere per bancarotta fraudolenta per un debito contratto anni fa nei confronti della banca privata Arbuthnot Latham & Co e altri finanziatori. Inutili sono risultati i tentativi di estinguere il debito ipotecando varie proprietà immobiliari, in particolare una a Maiorca. Un inferno di otto mesi (dal dicembre scorso è stato estradato in Germania) di cui il campione tedesco ha già parlato con toni dolorosi e sorprendenti.
“Tutto quello che fa ciascuno di noi, ogni decisione che prendiamo, inizia dalla mentalità e dell’atteggiamento. Quando ci svegliamo la mattina, abbiamo un piano e speriamo che la giornata vada in un certo modo. Il più delle volte, però, le cose non vanno secondo i piani. Di solito succede qualcosa. In un certo senso la mia vita da tennista mi ha preparato al tempo che ho passato in prigiona. L’unica cosa che ti salva sul campo in una finale di Wimbledon – che da quel carcere dista solo due miglia – è la tua mente. Hai paura, rispetti l’avversario, non conosci l’arbitro, non sai che tipo di partita sarà. E la vita in prigione è molto, molto simile: non sai mai cosa ci sarà dietro l’angolo domani” . Ed è in quei frangenti che ha avuto la conferma di un’amicizia vera. “Novak Djokovic è diventato un membro della famiglia. Sapete che abbiamo avuto una relazione professionale per molti anni e che l’abbiamo interrotta nel 2016. Ma siamo sempre rimasti vicini e soprattutto durante la mia detenzione è stato attento e presente. Mi ha sostenuto e ha sostenuto la mia famiglia”.
“In prigione non sei nessuno, solo un numero di matricola. Io ero A2923EV. A nessuno frega niente di chi sei”. In cambio di 500 mila euro, Boris Becker ha raccontato ancora più approfonditamente la sua esperienza dietro le sbarre all’emittente tedesca Sat1. “Ho imparato una dura lezione, molto dolorosa, molto costosa», ha detto il tre volte campione di Wimbledon, estradato (su un aereo privato). Becker è tornato a Leimen, il paesino dove è nato, lì dove vive ancora mamma Elvira, 87 anni. L’ex tennista racconta: “Ero solo un numero. Non mi chiamavo Boris, ero un numero. E a nessuno frega nulla di chi sei. Credo di aver riscoperto l’umano in me, la persona che ero una volta.
Il cibo – ha spiegato l’ex numero uno del mondo – era pessimo e fornito in porzioni insufficienti a togliermi la fame. Non c’erano altre attività integrative e il clima era di generale violenza: Ho imparato una dura lezione, molto costosa e molto dolorosa. Ma l’intera faccenda mi ha insegnato qualcosa di molto importante e utile. E alcune cose accadono per una buona ragione”. Il giorno dell’uscita da quel luogo se lo ricorda bene. “Mi svegliai all’alba, mi vestii subito. Guardavo fisso la porta della cella, sperando a ogni rumore che stessero per venirmi a prendere, che toccasse a me uscire. Alle 7,30, dopo ore di attesa, arrivarono. Ero già prontissimo, scattai in piedi e uscii”
I film sullo sport su Apple TV+
Oltre all’0rmai cult Ted Lasso, questa docuserie si inserisce in un genere cinesportivo percorso con coraggio e determinazione da Apple TV+, come La lotta per il calcio – Il caso Super League, che documenta la battaglia per il futuro del calcio europeo; la serie di documentari in quattro parti nominata agli Emmy, They Call Me Magic, racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson e The Long Game: Bigger Than Basketball, sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker. Tra i prossimi progetti figurano anche un documentario sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno, Sir Lewis Hamilton; il film documentario Underrated, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry e The Dynasty, una nuova serie di documentari sui New England Patriots, realizzata dalla Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films.
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