Le migliori serie da tutto il mondo da guardare durante le feste. Mare fuori c’è: per gli Usa è un guilty pleasure

La lista annuale di THR del meglio della TV internazionale da vedere durante le feste comprende una commedia romantica australiana, un thriller di spionaggio ungherese e una nuova rivisitazione delle fiabe popolari africane. Certo, per alcune di loro servirà una VPN statunitense, ma ne varrà la pena

Quali sono le migliori serie tv da vedere durante questi giorni di vacanza? Per chi ha già avuto la sua dose di film natalizi e di tradizionali prgrammi festivi, l’elenco annuale di The Hollywood Reporter delle migliori serie televisive internazionali offre alcune alternative per i pigri giorni tra Natale e l’Epifania. Non ci sono Babbi Natale o campanelli da slitta tra le nostre scelte di serie straniere, ma i fan della TV globale troveranno pane per i loro denti, che si tratti di un thriller politico ambientato in Senegal, di un dramma coreano sulla salute mentale o di una bizzarra commedia/soap danese di un vecchio maestro del cinema d’essai.

Colin from Accounts (Paramount+ e BBC)

Questa affascinante e disarmante commedia sentimentale australiana inizia con uno degli incontri più originali del genere: Gordon (Patrick Brammall) ferma la sua auto per far attraversare la strada ad Ashley (Harriet Dyer). Per ringraziarlo in modo sfacciato, lei gli mostra un po’ di tette. Distratto, Gordon investe un cane. In men che non si dica, i due si ritrovano a dover pagare un conto salato al veterinario e a discutere sui turni per badare al cane.
Partendo da questa premessa, Brammall e Dyer, che oltre a essere co-creatori della serie sono una coppia nella vita reale, danno vita a un’esplorazione leggera, divertente e a tratti profonda delle sfide delle relazioni moderne, che non si dilunga mai troppo. E sì, il cane è carino.

Spy/Master (HBO Max)

Questo avvincente thriller a tema spionaggio, complementare a Slow Horses di AppleTV+, attinge a piene mani dalla scuola di John le Carré, in cui i trucchetti psicologici e i doppi e tripli giochi hanno un ruolo più importante delle sparatorie o degli inseguimenti in auto (anche se di tanto in tanto la serie si concede anche questi).

La trama, ambientata durante la Guerra Fredda, vede Victor Godeanu (l’attore de La terra di Dio Alec Secăreanu) nei panni del braccio destro del dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu nonché talpa segreta del KGB. È il 1978 e mentre la paranoia di Ceaușescu raggiunge il culmine, Godeanu cerca di fuggire, sfruttando un viaggio diplomatico in Germania Ovest per tentare di disertare. Ma con la sua famiglia ancora in Romania e il controspionaggio che gli sta addosso, avrà bisogno di tutta la sua abilità di doppiogiochista per uscirne vivo.

Il Boss del condominio (Disney +)

Questa commedia dark argentina è incentrata su un diabolico uomo qualunque. Eliseo, interpretato da Guillermo Francella in una performance perfetta, è un amministratore, custode e tuttofare responsabile di un condominio di lusso in una zona chic di Buenos Aires.
Le famiglie che vivono nel complesso gli affidano le loro chiavi e i loro segreti ed Eiliseo è disposto ad approfittarne.

Quello che inizia come una serie di piccoli giochi di potere diventa presto più minaccioso quando Eliseo viene a conoscenza di un piano di ristrutturazione che potrebbe fargli perdere il lavoro.

L’interprete del silenzio (Disney +)

Ambientata nei primi anni ’60, durante il periodo di boom economico nella Germania del secondo dopoguerra, questa serie adattata da Annette Hess dal suo romanzo, racconta l’amnesia deliberata di un Paese che cerca di seppellire gli orrori del suo recente passato.

Katharina Stark interpreta Eva Bruhns, una giovane e ambiziosa donna che non ha memoria della guerra e accetta un lavoro come traduttrice dal polacco ai processi su Auschwitz a Francoforte, la prima volta che un tribunale tedesco ha perseguito dei tedeschi per i crimini dell’Olocausto. Ciò che ascolterà durante le testimonianze scuoterà le fondamenta della storia della sua famiglia.

Black Sands (Viaplay)

La piattaforma streaming scandinava Viaplay è custode di gemme del noir nordico straordinarie. In cima alla lista c’è questo dramma poliziesco islandese, che combina un ritratto anticonformista della vita rurale – Aldís Amah Hamilton interpreta Eyja, una detective che fugge dal caos personale della sua vita a Reykjavík per tornare nella sua sonnolenta città natale – con un avvincente thriller procedurale, incentrato sulle indagini su un serial killer che uccide i turisti.

I fan di The Killing apprezzeranno il ritmo lento e costante della serie (e i notevoli maglioni di Eyja), ma la vera magia deriva dall’equilibrio tra il mondo criminale, la sfera personale e le banalità quotidiane: la tagliente madre di Eyja, il suo imbarazzante riavvicinamento ai vecchi compagni di scuola, la sua frustrazione nei confronti di colleghi incompetenti. Black Sands offre sia il dramma che il brivido.

Mare Fuori (Netflix e Raiplay)

In Italia, Mare Fuori è un fenomeno culturale, che ha battuto i record di ascolto e ispirato un esercito di fan, che hanno preso a copiare la musica e lo stile di strada dei giovani delinquenti del cast della serie. Ambientata in un centro di detenzione minorile sulla costa italiana (le finestre sbarrate si affacciano sul Mediterraneo), Mare Fuori ha stile e sex appeal da vendere.

La serie ha più forma che sostanza – somiglia più a The O.C. che a Gomorra – ma in fatto di guilty pleasures, si può fare molto di peggio di questa succosa porzione di melodramma napoletano.

Copenhagen Cowboy (Netflix)

Copenhagen Cowboy è tutto ciò che si desidera e ci si aspetta da una serie Netflix di Nicolas Winding Refn. C’è la cupa e satura illuminazione al neon e la malinconica colonna sonora a base di percussioni (di Cliff Martinez). C’è la rappresentazione eccessiva e feticista della violenza. C’è la storia, un sanguinoso racconto di vendetta sulla squallida malavita danese, più simile a un sogno che a un ritmo o a una trama.

Un cambiamento rinfrescante nel modus operandi di NWR è rappresentato dalla scelta di Angela Bundalovic, l’attrice di The Rain che sembra una ragazzina, nel ruolo silenzioso di angelo della vendetta che di solito nei film di Refn è interpretato da protagonisti maschili e macho.

Se siete fan di NWR, questa serie vi piacerà davvero tanto.

 

Mystery Road (Acorn tv e Google Play)

Sebbene Acorn TV affermi che Mystery Road è la risposta australiana a True Detective, questo dramma poliziesco è più vicino a Reacher come fascino, con un detective aborigeno stoico e dalla lingua tagliente, Jay Swan (Aaron Pedersen), con un senso di rettitudine morale vecchio stile, le cui indagini sui crimini rurali portano a scontrarsi con il razzismo e l’ingiustizia istituzionale di fondo.

Mystery Road, che in fondo è un neo-western hard-boiled, bilancia bene la spavalderia alla John Wayne del suo protagonista con uno sguardo lucido sullo sfruttamento e la sofferenza della popolazione indigena australiana.

Wara (Apple Tv +)

Questo dramma senegalese segue il professore di legge Moutari Wara (Issaka Sawadogo) che, nonostante i suoi sforzi per rimanere al di sopra della mischia, viene coinvolto nell’attivismo politico. Quando uno dei suoi colleghi docenti viene arrestato in classe e una delle sue studentesse gli chiede di aiutarla a combattere la corruzione, non può rimanere in disparte.

Un thriller politico di alto livello che offre uno sguardo su un mondo che il pubblico americano vede raramente.

Un raggio di sole al giorno (Netflix)

Di serie coreane ce n’è in abbondanza, ma Un raggio di sole al giorno offre qualcosa di nuovo: uno sguardo serio, ma profondamente realistico ed empatico sulla salute mentale. Jung Da-eun (Park Bo-young) è un’infermiera alle prime armi in un reparto psichiatrico, che si occupa di pazienti i cui disturbi vanno dalla schizofrenia alla depressione, dagli attacchi di panico al disturbo ossessivo-compulsivo.

Con l’aiuto della capo infermiera Song Hyo-jin (Lee Jung-eun di Parasite), lotta per curare non solo le patologie, ma anche le persone che vi sono dietro. È una serie emotiva e strappalacrime (tenetevi vicino i fazzoletti), ma alleggerisce il dramma con momenti comici ed evita abilmente gli stereotipi per dare un’immagine più completa della salute mentale.

La nuit où Laurier Gaudreault s’est réveillé (Netflix)

Xavier Dolan, un genio del cinema d’essai canadese, ha notoriamente rinunciato al cinema, ma questo, il suo debutto televisivo, dimostra che la sua sensibilità autoriale funziona perfettamente anche sul piccolo schermo. Questa miniserie in cinque parti è stata liberamente adattata da una pièce teatrale di Michel Marc Bouchard, la cui opera Tom à la ferme era alla base del film di Dolan del 2013.

La nuit où Laurier Gaudreault s’est réveillé segue i Larouches, una famiglia disfunzionale del Quebec alle prese con la morte della matriarca, interpretata dall’abituale Anne Dorval. La serie è in parte un melodramma e in parte un giallo, in quanto diventa chiaro che gli eventi di una fatidica notte del 1991 contengono i segreti del profondo trauma dei Larouche.

Iosi, la spia pentita (Prime Video)

Questo thriller argentino-uruguaiano, del regista Daniel Burman, si ispira al caso reale di agenti dei servizi segreti della polizia federale argentina che si infiltrarono nella comunità ebraica argentina, raccogliendo informazioni che in seguito sarebbero state utilizzate per commettere due dei più letali attacchi terroristici della storia dell’America Latina: l’attentato all’ambasciata israeliana in Argentina nel 1992 e all’Associazione Mutua Israelita Argentina nel 1994.

Iosi, la spia pentita è un’opera di finzione, non un docu-drama. Gli eventi reali degli anni ’90 sono ancora oggetto di un acceso dibattito e gli autori degli attentati non sono mai stati consegnati alla giustizia. Ma la serie rimane uno sguardo agghiacciante e contemporaneo sulle conseguenze della paranoia di Stato e dell’antisemitismo istituzionale.

African Folktales, Reimagined (Netflix)

Le tradizionali fiabe popolari africane con mostri, geni e spiriti maligni vengono rielaborate in chiave contemporanea per un nuovo pubblico in questa serie onnicomprensiva di Netflix, che presenta cortometraggi di 30 minuti provenienti da Sudafrica, Tanzania, Nigeria, Kenya, Uganda e Mauritania.
Realizzata in collaborazione con l’organismo culturale dell’ONU, l’UNESCO, la raccolta è un campionario di fantascienza, fantasy e altri generi narrativi di creatori africani, con la maggior parte dei corti incentrati su protagoniste femminili. Come in ogni compilation, i risultati sono variegati, ma nel complesso African Folktales, Reimagined è uno sguardo fresco e stimolante sul futuro della narrazione africana.

The Kingdom Exodus (MUBI)

Con The Kingdom Exodus, il provocatore danese Lars von Trier torna 25 anni dopo alla bizzarra soap opera ospedaliera/commedia horror realizzata a metà degli anni Novanta. Questa conclusione in cinque parti delle due stagioni di The Kingdom – Il regno, terminate senza una vera e propria chiusura nel 1995, è uscita su MUBI all’inizio di quest’anno.

Si torna al Kingdom Hospital, un centro medico altamente tecnologico di Copenhagen che, guarda caso, è infestato da fantasmi. Un surreale mix tra Twin Peaks, The Office e melodramma ospedaliero, The Kingdom mescola il comico, l’orribile e lo strano in un modo che è puro von Trier e che è diverso da qualsiasi cosa si veda in tv oggi.

Dom (Amazon Prime Video)

Prodotto dalla società brasiliana Conspiracao, che ha ricevuto varie nomination agli Emmy, questo thriller poliziesco ambientato a Rio de Janeiro si basa sull’incredibile storia vera di Victor Lomba, un giovane sub che ha trovato la sua vocazione come agente dei servizi segreti militari che combattono la guerra alla droga.

Il suo stesso figlio, Pedro, diventa un tossicodipendente e poi uno spacciatore noto come Dom, nonché uno dei criminali più ricercati del Brasile. Frenetica, ricca di azione e visivamente stupefacente, Dom è una delle serie più coinvolgenti degli ultimi anni in America Latina.

Traduzione di Nadia Cazzaniga