Bambini che parlano con i cartoni animati: succede. Cartoni animati che rispondono ai bambini: succederà. Molto presto. Esattamente nei primi giorni del febbraio 2024, quando la rete pubblica americana PBS – nella sua declinazione kids, canali per i più piccoli – manderà in onda la nuova serie in inglese e spagnolo Lyla in the Loop, che integrerà un sistema di intelligenza artificiale in grado di permettere ai bambini di “chiacchierare” con i personaggi del cartone. In cantiere dallo scorso gennaio, la serie – come raccontato da The Hollywood Reporter – si comporrà di 40 episodi da trenta minuti ciascuno, e avrà come protagonista una ragazzina di sette anni che esplora la città di Filadelfia, dove vive con la famiglia, inventando modi creativi per riciclare gli oggetti della vita quotidiana.
È la realizzazione di un sogno, quello dell’interattività nei cartoni, inseguito dai pionieri della tv fin dagli anni Cinquanta. Era il 1953 quando andava in onda negli Stati Uniti lo show Winky Dink and You, condotto dal popolare presentatore Jack Barry con la spalla animata Winky Dink (la voce era quella di Mae Questel, la doppiatrice di Betty Boop). Il programma, andato in onda per tutto il decennio, invitava i piccoli telespettatori ad avvicinare allo schermo della tv un foglio di plastica adesiva trasparente (da comprare a parte, s’intende: due milioni e mezzo di “finestre magiche” vendute per posta insieme ai “pennarelli incantati” fino al 1957) con cui disegnare liberamente sullo schermo. Nel corso del programma, il piccolo, biondissimo, Winky Dink chiedeva aiuto ai coetanei per completare con i pennarelli forme e piccoli giochi. Bill Gates – che quando chiuse lo show aveva appena due anni, e non fece in tempo a viverne la magia – lo definì “la prima tv interattiva del mondo”.
Un altro tipo di interattività, divenuta molto popolare nei decenni seguenti, è stata quella della “pseudo conversazione”, in cui il personaggio del cartone fa una domanda, aspetta qualche secondo come se stesse ascoltando la risposta, e poi prosegue con un commento generico, che si adatta a qualsiasi reazione: da Mr. Roger’s Neighborhood del 1980 a Dora l’esploratrice del 2000, il sogno interattivo è rimasto per vent’anni, per l’appunto, un’illusione.
L’avvento della cosiddetta “conversational agent technology” (quella alla base degli assistenti vocali Alexa, Cortana o Siri) ha risvegliato il desiderio di animare l’inanimato. L’esperimento più recente, sempre per PBS Kids, è stato quello della serie del 2020 Elinor Wonders Why. Qui un simpatico coniglietto, con il pallino della scienza, rivolge ai bambini semplici domande su questioni matematiche: solo che il coniglietto non è un animale, ma l’assistente vocale di Google, in grado di trasformare in testo i comandi vocali dei bambini e trasformarli in input cui reagire coerentemente. Solo alcuni degli episodi del cartone sono interattivi e la supervisione degli adulti è consigliata – tanto per spiegare al bambino, nel caso se lo chiedesse, che i conigli, quelli veri, non parlano.
Prodotta dall’americana Mighty Picnic e dalla canadese Pipeline Studios, Lyla in the Loop è stata ideata dal produttore vincitore di un Emmy Dave Peth ed è finanziata dalla Corporation for Public Broadcasting e dal Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti: un progetto più grande e più complesso di Elinor Wonders Why – anche perché tre anni, per le intelligenze artificiali, non trascorrono a velocità umana. Alcune delle puntate del cartone, accessibili dalla piattaforma PSB Kids, saranno assistite dall’intelligenza artificiale: Lyla, a un certo punto dell’episodio, rivolgerà delle domande ai bambini che, con cuffia e microfono, potranno risponderle. L’IA ribatterà in modo coerente, cercando di invitare i più piccoli a riflettere sui temi dell’ecologia, del riciclo, ma anche (con una certa ipocrisia) sull’uso responsabile delle intelligenze artificiali.
“Mescolare l’elemento del gioco con l’animazione aiuta i bambini a incrementare l’attenzione, trasformandoli nei creatori delle loro stesse storie”, ha detto la dirigente di PBS Kids Sara DeWitt in un’intervista. Realizzati dai partner dell’Università della California-Irvine e dell’Università del Michigan, gli episodi di Lyla verranno testati per valutarne l’efficacia: l’intento è didattico, certo, ma non è ancora chiaro quanto i bambini del target individuato, tra i 4 e gli 8 anni, saranno ricettivi agli insegnamenti “artificiali”.
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