La serie M. Il figlio del secolo “avrà toni da commedia nera. Ma Mussolini non è un eroe”. Parola di Antonio Scurati

Lo scrittore del romanzo da cui è tratto l'adattamento Sky racconta a THR Roma la lavorazione del copione: "Il libro ha avuto successo, molti politici lo tengono sul comodino. Ma nella scrittura della sceneggiatura ci sono stati momenti di disaccordo, addirittura di conflitto"

“Ho visto i primi quattro episodi della prima stagione. Devo dire che mi sento molto sollevato, perché hanno continuato a fare come volevano loro e non come volevo io”. Accenna un sorriso Antonio Scurati, giornalista e autore del romanzo premio Strega M. Il figlio del secolo, che narra l’ascesa al potere di Benito Mussolini e che nel 2024 avrà il suo atteso adattamento seriale firmato da Joe Wright. “Credo che il risultato sia di alto livello artistico e di forte coinvolgimento narrativo”.

Lo scrittore è stato tra i protagonisti delle celebrazioni per i 20 anni di Sky Italia organizzate al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano di Roma, durante le quali ha partecipato al talk Letteratura e serialità con Valeria Golino e Giancarlo De Cataldo. “A chi farei leggere il mio romanzo oggi? Al più alto numero di lettori possibile”, racconta Scurati a THR Roma. “Ma non per l’ambizione dello scrittore. È insito nella forma del romanzo – che è popolare e democratica – il volerlo fare. Esistono intere biblioteche di studi storici, saggi, memorialistica sul fascismo. Ma il romanzo è la novità. Il genere più democratico che esista. È una forma di sapere che dice: ‘Entrate, il regno della conoscenza è aperto a tutti’”.

Dal romanzo, in cui ha evitato in ogni modo di rendere eroica la figura di Mussolini, Scurati è passato alla serie partecipando alla stesura della sceneggiatura. “Ho accettato di collaborare per scongiurare gli stessi pericoli, ma in forme completamente nuove. Insieme a Stefano Bises e Davide Serino abbiamo lavorato bene. Ci sono stati momenti di disaccordo, addirittura di conflitto. Alcune direzioni che prendeva il racconto, che vira nella serie verso toni da dark comedy, io non le ho condivise. Però da questo laboratorio credo sia uscito qualcosa di diverso dal libro. Qualcosa di notevole”.

Un’opera in corso di traduzione in 40 paesi e una lente attraverso cui analizzare il contemporaneo. “Il romanzo è uscito da qualche anno e ha trovato milioni di lettori in Italia e nel mondo”, sottolinea Scurati. “Forse il motivo principale del suo successo è che chi lo ha letto lo ha usato come una mappa cognitiva per orientarsi nell’attualità. È già accaduto. Molti politici italiani e stranieri, di destra e di sinistra, mi hanno contattato per conoscermi. Alcuni tengono il romanzo come un vademecum sul comodino, per capire come comportarsi. Per fermare una deriva di tipo fascista o per imitarla? Lasciamo la domanda aperta”.