L’appello di Rona-Lee Shimon, attrice di Fauda: “La nostra missione è riportare a casa gli ostaggi”

Parla una delle protagoniste della celebre serie israeliana. "Nessuno sano di mente avrebbe mai potuto scrivere una sceneggiatura così orribile: stiamo vivendo uno dei momenti più atroci di sempre, dal giorno dell'attacco tutte le nostre vite sono cambiate. Siamo distrutti e increduli e inorriditi". L'intervista esclusiva con THR Roma

“Abbiamo una sola missione: riportare a casa gli ostaggi”. Non parla un comandante dell’esercito ma l’attrice israeliana Rona-Lee Shimon, famosa per il ruolo da protagonista in Fauda, serie tv in cui interpreta Nurit, l’unica donna membro dell’unità antiterrorismo israeliana. Tra Israele e Hamas non c’è un cessate il fuoco, Gaza “è a corto d’acqua”, come ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità, né è stato concesso l’ingresso di aiuti umanitari. Secondo il ministero della Sanità palestinese il bilancio a Gaza è di 2.450 morti e 9.200 feriti mentre in Cisgiordania i palestinesi uccisi sono 56 e i feriti oltre 1.200. L’ufficio del primo ministro israeliano riferisce 1400 morti e si aggiorna anche il numero degli israeliani rapiti da Hamas, confermati dal gruppo islamico: 199.

“Il mondo dovrebbe stare dalla nostra parte, fare di tutto per liberare gli ostaggi”, dice Shimon a The Hollywood Reporter Roma. Lei, come molti altri attori e lavoratori dello spettacolo, comprese altre persone del cast di Fauda, si è data da fare per aiutare Israele. “Ho portato alle basi militari i pacchi assemblati dai volontari, con attrezzature e cibo”. Attrice e ballerina fin da piccola, Shimon a 18 anni scelse di non arruolarsi nelle Forze di Difesa israeliane per continuare a ballare. La carriera l’ha invece portata ad addestrarsi dopo, per interpretare Nurit. Shimon nella serie non ha controfigure, così come il resto del cast, e ha dovuto imparare a usare la pistola oltre che delle mosse di combattimento.

“Tutti noi non siamo più gli stessi”, dice Shimon. “Ognuno fa quello che può per aiutare in tutti i modi”. Molti artisti e cantanti si esibiscono nelle basi militari e negli ospedali per incoraggiare i soldati e i civili. Gli attori con molti follower sui social media usano le piattaforme per raccogliere donazioni e rifornimenti. Altre persone famose stanno ospitando le famiglie evacuate nelle loro case private. I cinema sono chiusi ma alcune sale offrono a bambini e adulti visioni gratuite come alternativa ai telegiornali, trasmessi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dall’inizio della guerra.

Dove si trova ora?

In questo momento mi trovo nel centro di Israele. Nei giorni scorsi ho preso parte a un’operazione di sostegno organizzata dai residenti di Kiryat Haim, un quartiere di Haifa. Abbiamo raccolto e portato più di 1.000 pacchi con attrezzature e prodotti alimentari alle basi militari dove si trovano i soldati donne e uomini delle Forze di difesa israeliane. Ovunque ogni israeliano, non solo qui ma in tutto il mondo, sta facendo tutto il possibile. Per aiutare a liberare gli ostaggi, per aiutare chi si prepara a combattere. Semplicemente per aiutare a vincere questa guerra.

Rona Lee Shimon

L’attrice israeliana Rona Lee Shimon. Credit: Or Danon

Che cosa stava facendo quando è iniziato l’attacco di Hamas?

In realtà sono stata una persona fortunata, ero al sicuro nella mia casa. Ma da quando è successo mi sento in colpa. Dal 7 ottobre tutti noi siamo cambiati. Tutte le nostre vite sono cambiate. Sentiamo tutti le stesse cose: siamo distrutti e increduli. Siamo inorriditi dalle atrocità di Hamas. Ma lo spirito ebraico, la nostra determinazione e la nostra forza nell’essere uniti, è quello che determinerà la nostra vittoria.

Nella serie tv Fauda lei ha un ruolo importante, da protagonista. Per certi versi la serie ha previsto alcune situazioni, di certo non è la realtà. Come si sente al riguardo? Molti altri attori di Fauda hanno fatto parte delle forze speciali prima di recitare e ora sono tornati in servizio.

Fauda è un programma televisivo. E penso che nessuno, sano di mente, avrebbe mai potuto scrivere una sceneggiatura così orribile. Stiamo vivendo uno dei momenti più atroci di sempre. Credo nessuno potesse immaginarlo, né scriverlo, né prevederlo. Vorrei inoltre che i media non utilizzassero le foto della serie tv nel parlare di questa guerra, perché lo trovo inappropriato, è un tema molto sensibile.

Lei, come altre persone che hanno un seguito notevole, utilizza le sue piattaforme social per diffondere notizie.

Ci sono video che mostrano le atrocità di Hamas e vanno diffusi. Dobbiamo far vedere che cosa Hamas ha fatto ai bambini piccoli, alle donne incinte, agli anziani, ai sopravvissuti all’Olocausto. Stupri, decapitazioni, omicidi. Hamas ha rapito quasi 200 persone. Capisco anche il motivo per cui la gente pensa che siano notizie false, perché le persone non concepiscono che queste atrocità possano accadere per davvero. Ma questi animali hanno dedicato il loro tempo anche a filmare tutto ciò che hanno fatto. E ora il mondo sa, e deve sapere, che Hamas è come l’Isis.

È d’accordo con i giornali, anche israeliani, che hanno accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di aver favorito, o comunque non contrastato abbastanza, questa situazione?

Non è il momento di parlare di politica. Non abbiamo il privilegio del tempo per discuterne. L’unica cosa di cui dobbiamo discutere è riportare indietro le persone in ostaggio e rafforzare i nostri eserciti per vincere questa battaglia, per eliminare Hamas.

Che cosa potrebbero o dovrebbero fare gli altri Paesi?

La missione primaria di questo momento, cioè liberare gli ostaggi, dovrebbe essere condivisa da tutti i Paesi del mondo. Hamas ha rapito cittadini da 36 Paesi. Il mondo dovrebbe stare dalla nostra parte. Queste persone vengono torturate e violentate ora, mentre noi parliamo. Dovrebbe essere uno sforzo mondiale, dovremmo pagare tutti i soldi che chiedono per farli tornare a casa. Spero li rilascino.

Molti altri lavoratori dell’industria dello spettacolo sono tornati in servizio o offrono il loro aiuto?

Non solo dell’industria dell’intrattenimento. Le persone hanno smesso di lavorare e tutto quello che fanno è raccogliere fondi, cibo e riparo per la gente dei villaggi nel sud di Israele, di Kfar Aza, di Be’eri, di Nir Oz. Per la gente che ha perso tutto. In prima linea, molti sono ridiventati soldati. Nelle retrovie tutti cerchiamo di fare qualcosa per l’enorme distruzione che è avvenuta e che continuiamo a vedere. È tutto quello che abbiamo fatto dall’inizio di questa orribile guerra.

Lei ha amici a Gaza? Conoscenti palestinesi con cui è in contatto?

No, non ne ho. So che anche loro chiedono aiuto contro Hamas.