Ricordate le scene d’apertura di Cattivi vicini e Cattivi vicini 2? Fanno sbellicare. In entrambe Seth Rogen e Rose Byrne tentano di avere un amplesso dovendo combattere contro la stanchezza, le distrazioni, le interruzioni e quel pizzico di noia che affligge tutte le coppie dopo tanti anni. Dove non serve più essere performativi e sensuali, basta semplicemente concentrarsi sull’atto, mentre ci si intrattiene conversando e perdendosi in chiacchierare. E se alla fine nulla va in porto, tanto vale fermarsi, e magari ritentare la prossima volta. L’assenza dell’orgasmo non è sintomo di incompatibilità, bensì tutt’altro. È il vivere un matrimonio simbiotico e comprendere i bisogni dell’altro che, molto spesso, coincidono con i propri. L’inizio dei due film non solo segna un’entrata esilarante per i protagonisti, ma va constatandone un elemento di complicità che Byrne e Rogen avranno per tutta la durata delle commedie. Ebbene, è questo loro essere fedeli alleati il motivo per cui Nick Stoller, regista e sceneggiatore, li ha richiamati per la serie Platonic.
Platonic, da Cattivi vicini alla serie di AppleTV+
Originale di AppleTV+, nello show in dieci puntate i protagonisti non stanno insieme. Sono amici da sempre. O meglio, lo erano. La vita li ha allontanati, compreso il matrimonio di Will (Rogen) con Audrey (Alisha Wainwright), che alla BFF Sylvia (Byrne) non è mai piaciuta. Gli eventi, però, porteranno i personaggi a riavvicinarsi. O, forse, è solamente la crisi di mezza età. Tingendosi i capelli di biondo ossigenato lui, iniziando a tornare tutte le sere alle quattro di mattina lei, i protagonisti faranno un tuffo nel passato, ricordando come erano e riflettendo su cosa sono diventati.
Se di per sé Platonic non spicca per raffinatezza di scrittura, un estro che Cattivi vicini – con annesso sequel – mostrava invece sul versante del cinema demenziale, è grazie ai due interpreti che la serie ha una brillantezza, una scintilla e una chimica che si sprigionano di episodio in episodio. La loro intesa è la forza propulsiva della comicità della serie, che appartiene molto più alle loro interpretazioni, che alla delineazione dei caratteri di Sylvia e Will.
È l’affiatamento tra Rogen e Byrne a dare il giusto ritmo alla narrazione, le loro mille improvvisazioni, quel non doversi nemmeno parlare per riuscire a divertirsi e, soprattutto, a far ridere gli spettatori. Platonic non è entusiasmante, nemmeno imperdibile: sono i suoi interpreti ad esserlo, a bastarci per il tempo di una comedy. È un’uscita tra confidenti, buona per la parentesi di una serata. È il desiderio di voler diventare i loro migliori amici.
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