Il Guardian, nel 2018, l’aveva definito un “futuro classico”. Al punto da inserirlo tra i cento migliori libri del XXI secolo. A distanza di cinque anni possiamo affermare che non solo la previsione era più che azzeccata ma che Normal People di Sally Rooney (edito in Italia da Einaudi) è diventato addirittura il ritratto letterario più accurato in circolazione sulla generazione dei millennials. La scrittrice irlandese, classe 1991, l’anno precedente aveva dato alle stampe il suo romanzo d’esordio, Parlarne tra amici, che insieme a Dove sei, mondo bello (2021) rappresenta una trilogia intima che guarda alle relazioni, al femminile, alla depressione, alle disuguaglianze sociali.
E al desiderio. Il filo rosso che collega tutte e tre le opere e che in Normal People trova la sua massima espressione. Definita dal suo editore alla Faber – casa editrice indipendente di Londra che ha dato alle stampe i tre romanzi – “Salinger della generazione Snapchat”, Rooney con il suo secondo lavoro è diventata la next big thing della letteratura anglofona.
Normal People su Raiplay
Un successo tale da attirare la Element Pictures, che nel 2020 ne ha acquisito i diritti per adattarla in una serie tv, Normal People – disponibile (finalmente) in chiaro su Rai Play – targata Bbc Three e Hulu. Alla regia Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald, protagonisti l’allora quasi esordiente Daisy Edgar-Jones e (all’epoca) uno sconosciuto Paul Mescal. Il resto lo sapete già.
Normal People è diventato un successo planetario e ha lanciato le carriere di Edgar-Jones e Mescal, nuovo volto del desiderio del cinema indie e mainstream, da Aftersun al sequel de Il Gladiatore. I due interpretano Marianne Sheridan e Connell Waldron, una coppia di ragazzi che s’incontra sui banchi di scuola – per sintetizzare: ricca e solitaria lei, povero e popolare lui – nel passaggio dagli ultimi mesi del liceo fino agli anni universitari del Trinity College di Dublino.
Un arco temporale che copre circa un decennio degli anni Duemila in cui Rooney – che firma anche la sceneggiatura della serie insieme ad Alice Birch (Succession) e Mark O’Rowe (Broken) – disegna i contorni di un racconto di formazione sui sentimenti di una potenza emotiva rara che lo sguardo di Abrahamson e Macdonald ha saputo lasciare intatto.
Desiderio e relazioni
Tornando al tema del desidero, chi conosce i suoi romanzi sa quanto il sesso, l’intimità e il contatto fisico siano un punto centrale della narrazione. E, azzardiamo, il successo dell’adattamento di Normal People è stato dovuto anche al fatto che la serie – oltre ad essere un manuale vero di scrittura, regia e recitazione – è uscita in pieno lockdown, in un momento in cui l’intimità era bandita.
Una sfera, quella sessuale, vista attraverso la lente delle relazioni che passano anche via social e tecnologia. Elemento imprescindibile se si pensa al momento storico in cui i suoi personaggi si muovono. Messaggi, mail, app di dating, video chiamate. Tutti strumenti che compongono un carteggio virtuale grazie al quale i personaggi di Rooney entrano in connessione, si eccitano, litigano, fanno pace, si sostengono. Ne è un esempio la sequenza in cui Marienne e Connel, lontani, si parlano via zoom in un momento di forte disagio emotivo per il ragazzo. Lei lo guarda addormentarsi attraverso uno schermo e lui, riaprendo gli occhi la mattina successiva, la trova ancora lì. Per lui.
Sally Rooney, la voce di una generazione
Ma i romanzi di Sally Rooney non sono solo l’affresco letterario di una precisa stagione della vita. In Normal People, Parlarne tra amici e Dove sei, mondo bello, sullo sfondo di Dublino e dell’Irlanda, si parla di solitudine, divari sociali, violenza domestica, consenso sessuale e paura. Quella che proviamo tutti. Sarà per questo che è così facile perdersi nelle storie di Marianne e Connel così come in quelle di Frances e Bobbi, protagoniste di Parlarne tra amici – altro titolo diventato una serie tv diretta sempre da Abrahamson e in esclusiva su Rai Play – o nell’amicizia a distanza tra Alice ed Eileen raccontata nel suo ultimo romanzo.
Sally Rooney, non senza qualche detrattore – ma del resto, il consenso unanime a cosa serve? – è diventata un fenomeno letterario istantaneo.
La fiamma del suo successo editoriale rischiava di bruciarsi subito. Poteva esserci stato un abbaglio collettivo. E invece no. La scrittrice, romanzo dopo romanzo, sviscerando tematiche così comuni e vicine al cuore di chi legge è riuscita a fare quello che riesce solo ai grandi autori: farci riconoscere pienamente e profondamente in quello che leggiamo. Nello struggimento di un addio o nell’euforia di un sentimento ricambiato, nell’incertezza del futuro o in un contesto sociale contraddistinto dalla precarietà. È per questo che Sally Rooney è diventata la voce di una generazione. La nostra.
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