L’intento della lista annuale dei 50 showrunner più potenti stilata da THR è quello di fornire una fotografia accurata dello stato della tv: una panoramica delle figure professionali che si muovono in un clima mediatico sempre più difficile, realizzano serie culturalmente rilevanti.
Gli showrunner che sono entrati nella lista del 2023 sono stati interpellati su una serie di argomenti. Se Suits può diventare un successo dello streaming anni dopo la sua conclusione, quali altre serie meritano un destino simile? Su quale proprietà intellettuale non vedono l’ora di mettere le mani? C’è già una questione urgente per i prossimi negoziati sul contratto WGA (il sindacato degli attori) con gli Studios? E se si ritrovassero con un account anonimo sui social media, cosa ne farebbero?
Ecco alcune delle migliori risposte degli showrunner a queste e altre domande.
Se avessi un centro di produzione come il ranch di Yellowstone di Taylor Sheridan, dove lo metteresti?
“Accanto al ranch di Taylor in Texas, poi inizierei una guerra per sottrargli la terra, quindi adatterei la storia della mia vita con Taylor interpretato da Taylor e George Clooney che interpreta me”.
– Lee Eisenberg, Lezioni di chimica
“Sulla luna. Con solo un sesto della gravità, le sedie da regista di tela sarebbero più comode e potrei starci seduto più a lungo”.
– Vince Gilligan, Better Call Saul
“Vicino al LaColombe Coffee”.
– Miles Millar, Mercoledì
“Sul fondo dell’oceano, come Curt Jürgens in La spia che mi amava“.
– Patrick McKay, Gli anelli del potere
“Memphissippi. Mi piacerebbe avere un centro di produzione che si estenda da Memphis, la mia città natale, fino a Southaven e Tunica, nel Mississippi, attraversando il confine di stato del Tennessee”.
– Katori Hall, P-Valley
“Nella campagna inglese”.
– Jenny Han, L’estate nei tuoi occhi
“All’interno del complesso di Taylor Sheridan. Nessuno penserebbe di cercarmi lì!”.
– Ryan Condal, House of the Dragon
“Nel 2014”.
– Noah Hawley, Fargo
La proprietà intellettuale su cui muori dalla voglia di mettere le mani?
“La strada, di Cormac McCarthy, ma come serie tv”.
– Sterlin Harjo, Reservation Dogs
“Gli uomini preferiscono le bionde. Quel film merita un aggiornamento”.
– Quinta Brunson, Abbott Elementary
“Dragon Ball”.
– Lee Sung Jin, Lo scontro
“Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, di Michael Chabon. Tre protagonisti stellari, un’ambientazione iconica di metà secolo, jazz, nazisti, supereroi, Salvador Dali. È incredibile e vergognoso che non sia ancora arrivato sullo schermo”.
– Patrick McKay, Gli anelli del potere
“Tutto ciò che riguarda Tonya Harding. Meriterebbe una serie limitata. Magari quella di Amy Talkington e mia (ne abbiamo già sviluppata una, una volta, e non ci fermeremo finché non sarà in onda)”.
– Liz Tigelaar, Le piccole cose della vita
“Amori & incantesimi”
– Akiva Goldsman, Star Trek: Strange New Worlds
“Hellboy di Mike Mignola è perfetto per la tv. È un X-File che indaga sugli X-Files. Geniale. C’è un elemento di mistero a sostenere la narrazione mentre il nostro eroe, il messaggero di buon cuore dell’apocalisse, si oppone alla ragione stessa per cui è stato portato sulla Terra: porvi fine”.
– Ryan Condal, House of the Dragon
“Dr. Katz Professional Therapist“.
– Cody Heller, Jury Duty
“La serie di romanzi su Dortmunder di Donald E. Westlake. Non ne ho mai abbastanza della mente criminale perdente di Westlake. Guarderei con piacere una versione televisiva”.
– Peter Gould, Better Call Saul
“Suits!”
– John Hoffman, Only Murders in the Building
È stata una scelta popolare, dal punto di vista di showrunner, chi altro merita una spinta come Suits?
“Sports Night di Aaron Sorkin. La guardavo in diretta e poi la riguardavo immediatamente sul mio videoregistratore”.
– Dallas Jenkins, The Chosen
“30 Rock“.
– Quinta Brunson, Abbott Elementary
“Psych. Ridateci quelle dei vecchi tempi, gente!”.
– Ashley Lyle, Yellowjackets
“Firefly e Freaks & Geeks. Entrambe sono dei classici, entrambe erano poco apprezzate ai loro tempi ed entrambe sono finite troppo presto, uscendo di scena quando avevano ancora molto da dire”.
– J.D. Payne, Gli anelli del potere
“A cuore aperto“.
– David E. Kelley, Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer
“My So-Called Life. È ancora così assurdo per me che la serie sia durata solo una stagione”.
– Nkechi Okoro Carroll, All American
Ah, se solo esistesse una serie legal con un cast corale che si occupasse delle dinamiche delgi uffici e della vita sentimentale degli avvocati!”.
– Robert King, The Good Fight
La priorità per il prossimo contratto WGA è…
“Assicurarsi che gli sceneggiatori emergenti facciano esperienza”.
– Charlotte Stoudt, The Morning Show
“Eliminerei del tutto le ‘mini room’ e le richieste di un secondo episodio per un compenso episodico standard senza il beneficio di un vero e proprio staff di sceneggiatori che lavora per 20 settimane”.
-Liz Tigelaar, Le piccole cose della vita
“Il lavoro sottopagato svolto dagli sceneggiatori nella preparazione, nelle riprese e nella post-produzione”.
– David Zabel, Daryl Dixon
“La miriade di progressi tecnologici che ci saranno tra oggi e allora. E mostriamo un po’ di amore al personale di supporto degli sceneggiatori”.
– Jenny Lumet, Star Trek: Strange New Worlds
“Un mentorato ufficiale tra nuovi showrunner e colleghi affermati”.
– Noah Hawley, Fargo
“Eliminare per sempre le mini-room”.
– Michelle King, The Good Fight
“Capire come codificare la diversità. È stata una grande preoccupazione per i miei colleghi sceneggiatori-produttori bipoc, dato che molti di noi si sono visti tagliare i loro show in questo periodo”.
– Katori Hall, P-Valley
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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