Il fantasma di Lady Diana apparirà in The Crown 6, in scene che gli addetti ai lavori di Netflix hanno descritto come “sensibili, premurose, autentiche” e soprattutto “senza esagerazioni”. Sedute come su un palco beckettiano, le costumiste Amy Roberts e Sidonie Roberts, la scenografa Alison Harvey, la truccatrice Cate Hall e la coordinatrice del movimento Polly Bennett si alternano per raccontare il gran finale, l’ultima stagione della serie di Peter Morgan. “Abbiamo voluto lasciare che la tragedia parlasse da sola, siamo stati sinceri”, dicono parlando del tragico incidente in cui morì Lady D, insieme a Dodi Al-Fayed, nell’estate del 1997.
La prima parte di The Crown 6, quattro episodi disponibili dal 16 novembre, prosegue con fluidità dalla fine della quinta stagione, in cui l’amore tra Diana e Dodi sta per sbocciare. La seconda parte invece (altri sei episodi) uscirà il 14 dicembre: il Giubileo d’Oro della regina Elisabetta del 2002, il matrimonio di Carlo e Camilla, l’inizio della relazione tra William e Kate. Poi calerà il sipario. A meno che il creatore Peter Morgan non riveli a sorpresa qualcosa di nuovo, come è successo proprio per la sesta stagione.
Il cast rimane lo stesso: Imelda Staunton è la Regina Elisabetta, Jonathan Pryce è il principe Filippo, Lesley Manville è la principessa Margaret, Dominic West il principe – oggi re, ndr – Carlo, Elizabeth Debicki è Lady Diana, Claudia Harrison la principessa Anna, Olivia Williams è Camilla Parker Bowles, Bertie Carvel Tony Blair, Salim Daw è Mohamed Al Fayed, e Khalid Abdalla è Dodi Al-Fayed.
Dodi e Diana: amore dallo yacht alle colline
Che si tratti o meno di un episodio completo, Peter Morgan ha rievocato la storia d’amore di Diana con Dodi. La storia è iniziata nell’episodio finale della quinta stagione, che si è concluso poco prima che la frenesia mediatica causata dalla loro relazione decollasse davvero. Le fotografie che li ritraggono insieme sullo yacht Cujo nel luglio 1997 fecero il giro del mondo, finendo sulla prima pagina di tutti i giornali – per caso o con la connivenza del padre di Dodi – e trasformarono un misterioso produttore cinematografico egiziano in uno degli uomini più chiacchierati del mondo.
“I costumi da bagno di Diana li abbiamo visti nella realtà”, spiegano le costumiste, “quindi abbiamo contattato l’azienda che li ha realizzati, la Gottex”. Il brand è quello che ha firmato l’iconico costume leopardato di Lady D. “L’azienda ci ha consegnato tre dei cinque costumi da bagno da utilizzare per vestire Elizabeth Debicki”. Il mestiere delle costumiste per The Crown 6 è stato meticoloso. “Per la principessa Diana, il periodo della sesta stagione è ben documentato, non potevamo inventare molto”, dicono. “Quello che abbiamo potuto fare, che è il senso del nostro lavoro, è stato ricostruire Diana somigliante a delle foto che non avevamo mai visto, come se le avessimo immaginate accanto a quelle vere”.
Per esempio, ricordano, c’è una scena in cui Diana scendendo dalla cima della collina della lussuosa villa di Saint Tropez indossa dei pantaloni a righe bianche e blu navy e una camicia senza maniche bianca e blu. Per loro un momento memorabile sul set. “Penso che sia memorabile per il modo in cui corre giù, tutti in fondo sono in soggezione di fronte a lei”, racconta Sidonie Roberts. “Assomiglia tanto a lei ma non si basa su nessuna foto in particolare”.
La tragedia di The Crown 6 “parlerà da sola”
L’incidente in cui Lady Diana e Dodi Al-Fayed perdono la vita in The Crown 6 non si vede, piuttosto i creatori hanno scelto di concentrarsi sui momenti subito prima e subito dopo. E poi sulle ripercussioni di questo evento tragico, sulla gente comune e sulla royal family. C’è quindi l’auto che lascia l’Hotel Ritz dopo mezzanotte con i paparazzi all’inseguimento, l’ambasciatore inglese in Francia che contatta il Ministero degli Esteri, e il momento dopo la morte dei due amanti.
“Avevamo molta fiducia nel team dei creatori”, dicono le costumiste, “ormai conosciamo Peter Morgan,e non avevamo dubbi sull’attenzione che avrebbe dedicato a questo momento”. Quello che hanno voluto trasmettere è stata anche la consapevolezza delle persone sull’evento. “A questo punto della storia siamo tutti molto istruiti, sappiamo come sono andate le cose, abbiamo scelto una rappresentazione che definirei umana e abbiamo preferito non esagerare, volevamo che la tragedia raccontasse da sola la sua storia”.
Dato che si tratta di momenti molto riconoscibili, dice la scenografa Alison Harvey, “guardare gli attori che interpretano quello che sappiamo già fa venire la pelle d’oca”. Il momento in cui Lady Diana scende dall’auto all’hotel Ritz, ricorda, “eravamo nel grande foyer all’esterno e c’erano circa 500 persone”. L’atmosfera era “elettrizzante” e il fatto che “alle comparse venisse detto di pensare che ci fosse davvero Diana, anche se non l’avevano mai vista, ha aiutato molto ed è stata un’emozione straordinaria”.
Un movimento psicologico
Nella documentazione d’archivio che gli addetti ai lavori hanno utilizzato per ricostruire la famiglia reale in questi anni di serie tv, le fotografie d’epoca hanno un posto d’elezione. La coordinatrice del movimento Polly Bennett di mestiere le fa rivivere. “Aiuto gli attori a immaginare la vita fisica della persona che stanno interpretando”, spiega. “Una fotografia porta con sé tutto quello che la persona ritratta ha vissuto nel suo corpo”.
Quando gli attori hanno molta documentazione sul modo di essere di chi devono interpretare, come nel caso della famiglia reale, il loro lavoro può diventare più difficile. “Sembra che le molte informazioni aiutino ed è così ma vanno organizzate”, continua. “Possiamo guardare una foto della principessa Diana e capire come si sente, capire perché il suo peso è su un lato del corpo, guardare il modo in cui si relaziona con un altro essere umano, chi sta toccando, dove sono i suoi occhi, che cosa non sta guardando e che cosa non sta facendo”.
Quello che più ha colpito Bennett è stato immaginare Lady D nella vita privata, soprattutto nel rapporto che aveva coi suoi figli, William e Harry. “Non abbiamo molte informazioni su come lei trascorreva il tempo con loro, la vita intima di questi personaggi va un po’ immaginata”, spiega. La truccatrice Cate Hall è d’accordo: “Una sfida difficile, perché lontano dall’immaginario pubblico che associamo ai reali, è stata replicare i momenti di relax di Diana, dove è con i figli, sullo yacht, in vacanza”.
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