William Shatner ricorda come sia riuscito ad ottenere il ruolo del capitano James T. Kirk nella serie originale di Star Trek, nel 1966. Durante l’intervista principale dell’attore al festival South by Southwest di Austin, Texas, il fondatore dell’Alamo Drafthouse Tim League ha chiesto a Shatner come ha ottenuto il ruolo che gli ha cambiato la carriera. “Come sanno tutti i fan di Trek, per il primo pilota della NBC, The Cage, per il ruolo del capitano Christopher Pike venne scritturato Jeffrey Hunter.
Comprare o non comprare?
“Un bel ragazzo, era un bel nome”, racconta Shatner. “Presentarono l’episodio pilota alla NBC, dopodiché c’è quel momento in cui gli dei – in questo caso, i dirigenti della NBC – decidono di comprare o non comprare. Comprare o non comprare, questa è la domanda! Hanno detto: ‘No, non lo compreremo, perché non ci piace. Ma ci piace l’idea. Quindi riscrivete, rifate il cast e vi daremo i soldi per farlo’. Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere, né prima né dopo”.
E’ ancora Shatner a parlare: “Così sono andati in giro a cercare un nuovo capitano. Io ero a New York per lavoro. Mi chiamarono e mi dissero: ‘Verresti a vedere il pilota?’. Con l’idea che fossi io il capitano. Guardai l’episodio pilota, e pensai: ‘Oh mio Dio, è davvero bello. Perché non l’hanno comprato?. Ma perché non l’hanno comprato? Certo, gli attori erano un po’ troppo poderosi: tipo, ‘timoniere, vira a dritta!’. Allora, se sei stato cinque anni in mezzo allo spazio, non diresti “ehi George, vira a sinistra: c’è un meteorite in arrivo. Beh, togliti di mezzo!’. E allora io ho aggiunto un po’ di leggerezza. Così è stato venduto. E questa è la risposta”.
Kirk non può essere un comico
L’attore, oggi 91enne, ha anche spiegato che il suo suo ruolo peggiore è stato quando ha tentato di realizzare una performance da stand-up comedian come capitano Kirk: lo scherzo consisteva nel fatto che Kirk si produceva in battute stereotipate da una riga senza capire perché non fosse divertente. In effetto il numero fu un totale fallimento. “Probabilmente è stata la cosa peggiore che mi sia mai capitata”, ha raccontato ancora Shatner.
Come si comporterebbe Shatner se al cinema qualcuno parlasse o mandasse messaggi sul cellulare nel bel mezzo di un film: “Chiudi quella cazzo di bocca!”, ha ruggito l’attore-icona, per poi continuare a parlare dei vantaggi della “bomba F” (la parola ‘fuck’) per attirare l’attenzione della gente. Durante l’intervista, Shatner sembrava ben più giovane e brillante di quanto induca a far pensare la sua età, a volte alzandosi in piedi e camminando pieno d’energia sul palco raccontando un aneddoto. Alla fine dell’intervista, la folla ha dedicato una standing ovation all’attore.
A 90 anni nello spazio
L’icona di Star Trek, 91 anni, era presente al festival anche per sostenere il suo nuovo documentario biografico, You Can Call Me Bill, che racconta i suoi sei anni di carriera come attore, autore, artista discografico e attivista ambientale vincitore di un Emmy. L’anno scorso Shatner era assurto nuovamente alle cronache quando è diventato la persona più anziana ad andare nello spazio, volando a bordo di una capsula suborbitale della società Blue Origin di Jeff Bezos.
Nel suo volume di memorie, Boldly Go, ha raccontato come l’esperienza lo abbia lasciato profondamente triste. “Ho pianto per la Terra perché ho capito che sta morendo”, scrive Shatner nel libro. “L’ho dedicato a mio pronipote, che non ha ancora 3 anni: nella dedica dico che sono loro, i giovani, a raccogliere quel che abbiamo seminato in termini di distruzione della Terra”. E ancora: “Ho visto più chiaramente di quanto non abbia mai fatto, con tutti gli studi e le letture che ho fatto, la lenta morte della Terra e la nostra morte sul pianeta. Che è una piccola roccia con un’atmosfera a buccia di cipolla intorno. Ecco quanto è fragile. È così fragile. Siamo appesi a un filo”.
Attualmente Shatner è conduttore e produttore esecutivo di The UnXplained su History Channel, che “esplora i misteri più affascinanti, strani e inspiegabili del mondo”.
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