Il 6 dicembre 2023 la puntata della trasmissione Chi l’ha visto è ovviamente dedicata a Giulia Cecchettin, ma nel corso della puntata a rubare l’attenzione degli spettatori è anche la storia di Maria Doros, scomparsa ben 12 anni fa, in questo stesso giorno.
Come riporta la consueta scheda nel sito ufficiale del programma “Maria Doros, 45 anni, moldava, è in Italia dal 2009 e lavora come collaboratrice domestica negli alberghi della riviera o in case private a Chiavari (Genova). Il 6 dicembre 2011 una cugina che vive in Liguria, con la quale si sentiva regolarmente, ha ricevuto un sms inviato dal suo numero nel quale era scritto che sarebbe andata in Francia per trovare lavoro e visitare un’amica. Ma quest’ultima ha riferito di non averla vista e che l’ultimo contatto con lei risaliva a novembre. Nemmeno l’ex fidanzato italiano è stato in grado dare notizie di Maria Doros, della quale non si sa più nulla. Il 13 gennaio la cugina ha quindi presentato denuncia di scomparsa”.
La storia della scomparsa di Maria Doros
Una storia oscura, fin dall’inizio: la donna, laureata in pedagogia in Moldavia e cameriera stagionale negli alberghi della Liguria, avrebbe mandato alla parente un sms fortemente sgrammaticato, pur avendo una grande padronanza della sua lingua, lasciando intendere alla donna che il messaggio di testo potesse essere stato inviato da un terzo, dal suo device.
Uno degli indizi che ha convinto la Procura di Chiavari, come riportò allora Il Secolo XIX, ad aprire un’indagine per sequestro di persona, dopo un’iniziale chiusura delle indagini per allontanamento volontario. Lo stesso quotidiano nel 2019 rileva come Sergio Tiscornia, accusato dell’omicidio di Orazio Pino, avesse avuto una relazione con lei. Quest’ultimo infatti è stato l’ultimo uomo ad intrecciare una relazione con Maria Doros.
Storia particolare quella di Tiscornia, peraltro: è ora all’ergastolo, passato in Cassazione, per aver ucciso Orazio Pino, pentito di mafia che negli anni ’80 era vicinissimo a Nitto Santapaola e che da una decina d’anni era uscito dal programma di protezione per aprire gioiellerie con la sua società “Isola preziosa”, peraltro oggetto di indagini dell’antimafia poco prima della sua morte.
Il movente del suo assassinio è tutt’altro che mafioso ma sentimentale: Tiscornia dopo Doros ha intrecciato una relazione con Adriana Hernandez Escobar, trafficante d’oro precedentemente compagna di Orazio Pino, con cui c’erano contenziosi legali e personali.
Tiscornia per risolverli lo ha freddato con un colpo alla nuca, simulando appunto un’esecuzione mafiosa, ma gli inquirenti liguri hanno in fretta rintracciato i reali motivi del reato.
Difficile capire se la povera Maria Doros si sia trovata in una situazione del genere, al confine della legalità, sta di fatto che i legami con due uomini poco prima della sua scomparsa (uno, romeno, sposato e Tiscornia, in via di separazione allora) potrebbero essere la chiave di una possibile, se non probabile tragedia.
Lo stato delle indagini
Di sicuro c’è che tra le mani degli investigatori, recentemente, sono arrivati alcuni frame estrapolati da vecchie immagini delle telecamere di sorveglianza di banche della zona che potrebbero dare una svolta al caso della scomparsa di Doros. L’inchiesta, in mano ora al procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, e
le immagini, ritrovate dagli investigatori della squadra mobile agli ordini del primo dirigente Marco Calì che indagavano su un altro caso, sono state affidate alla scientifica che grazie alla nuova tecnologia ha migliorato la qualità dei volti ripresi.
Fondamentali, perché il bancomat della donna era stato usato per circa 3 settimane con cadenza regolare tra Chiavari, Lavagna, Sestri Levante, Carasco, Cogorno e Cicagna, con prelievi fissi di circa 200, 250 euro per volta. Il cellulare di Maria, però, non aveva agganciato alcuna cella di quelle zone. Secondo gli investigatori il bancomat della donna sarebbe stato usato da chi potrebbe avere avuto un ruolo nella scomparsa della donna.
Purtroppo, secondo fonti della procura potrebbe essere stata uccisa, sebbene l’uso degli stessi cani molecolari usati per ritrovare il cadavere di Yara Gambirasio, non abbia dato risultati. Si crede che il suo corpo possa essere stato nascosto nei dintorni di Chiavari e che in Francia, la vittima, non sia mai arrivata.
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