Perché uno Stato dovrebbe commissionare un film per mostrare ai propri cittadini la colpevolezza di un altro cittadino la cui condanna non è ancora definitiva e che quindi gode della presunzione d’innocenza? Quando inoltre esiste una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che stabilisce che questa persona dovrebbe essere rilasciata immediatamente. Tre giorni fa in Turchia la piattaforma digitale dell’emittente pubblica TRT ha trasmesso il primo episodio della serie Metamorfoz Kirilma.
È una serie su Osman Kavala. Anche se sullo schermo il suo nome è Teoman Bayramli, per evitare cause legali. L’attore Can Nergis, che interpreta Bayramli, ha una fisionomia simile a Kavala e nella serie tv è nato nello stesso posto e ha frequentato le stesse scuole. La serie mira però a screditare la reputazione dell’imprenditore e attivista turco, in carcere da sei anni e a cui l’anno scorso è stata confermata in appello la condanna all’ergastolo. L’intento della serie è dipingere Kavala come colpevole, e non è neanche troppo velato. Tanto che lui stesso, attraverso l’associazione Free Osman Kavala, ha dichiarato di non essere molto sorpreso dall’obiettivo della serie ma dal fatto che “giovani artisti non si siano fatti alcuno scrupolo nel prestarsi a questo progetto di falsificazione della verità volto a screditare la mia persona”.
#OsmanKavala‘s statement about the series broadcast on TRT’s digital platform ?https://t.co/uhIjglCQr0 pic.twitter.com/y55vhnuQpn
— Kavala’ya Özgürlük (@FreeOsmanKavala) June 20, 2023
Da Gezi Park al “capitalista” Kavala
Il primo episodio della serie, che nel trailer fa riferimento alle proteste di Gezi Park, racconta la storia di un uomo d’affari di sinistra che diventa un “capitalista” rilevando l’azienda dopo la morte del padre. Sotto al trailer i commenti sono diversi. Chi dice che il prodotto è di qualità, chi dice che non serviva camuffare il vero nome di Kavala con un altro, dato che “è così evidente che si parla di lui”.
Qualcun altro nota che anche se si racconta la vita del filantropo turco, nessun avviso, né all’inizio né alla fine, recita una frase come “ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale”.
Mustafa Burak Doğu è lo sceneggiatore della serie, lo stesso di Diriliş Ertuğrul, una delle serie turche di maggior successo, mentre Murat Onbul è il regista. L’attore principale Can Nergis, ospite in diversi programmi televisivi turchi, ha descritto la serie come “una incredibile storia di spionaggio”. E ha parlato della sua soddisfazione nell’interpretare questo ruolo.
La moglie di Kavala, la scienziata sociale Ayse Bugra, ha detto che operazioni come queste “fanno parte della campagna diffamatoria contro Osman”. Sei organizzazioni non governative attive nei settori della cultura e dei media in Germania, il Forum culturale Turchia-Germania, il PEN International, il PEN Germany Centre, il PEN Berlin, l’Accademia delle Belle Arti e Reporter senza frontiere, hanno già rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si legge: “Siamo seriamente preoccupati per la trasmissione di una serie televisiva sulla piattaforma digitale di TRT, l’emittente di Stato, che scredita e umilia Osman Kavala, sostenitore della cultura e intellettuale”.
I processi a Osman Kavala
Dieci anni fa, il 28 maggio, un gruppo di ambientalisti si riunì al parco Gezi di Istanbul per protestare contro la distruzione di uno degli ultimi spazi verdi nel cuore della città, la piazza Taksim. Non sapevano che la loro dimostrazione sarebbe diventata forse il più grande atto di disobbedienza civile nella storia turca, un affronto senza precedenti al governo conservatore del Partito per la Giustizia e per lo Sviluppo (AKP). La protesta fu repressa in modo violento dalla polizia e il parco venne sgomberato. In seguito furono arrestate decine di cittadini. Osman Kavala era tra questi, arrestato nel 2017 con l’accusa di aver contribuito a pianificare quelle proteste.
Nel febbraio 2020 viene prosciolto da queste accuse ma anche di nuovo arrestato. Stavolta è ritenuto responsabile del tentativo di colpo di Stato del luglio 2016. L’arresto è stato considerato un modo per aggirare la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2019, che chiedeva il suo rilascio immediato. Nell’aprile 2022, un tribunale di Istanbul l’ha condannato in appello all’ergastolo con l’accusa di aver provato a rovesciare il governo.
Il presidente Recep Tayyip Erdoğan, fresco di rielezione il 28 maggio scorso col 52% dei voti, aveva già dichiarato che non avrebbe rispettato la decisione della Corte europea. Questa decisione ha innescato un procedimento che potrebbe portare alla sospensione della Turchia dal Consiglio d’Europa, di cui è membro fondatore.
Serie e film turchi, strumenti di Erdoğan
Erdoğan sa bene come film e serie tv plasmano l’immaginario e creano cultura. Il 90% dei media turchi è controllato dallo Stato. L’industria cinematografica viene utilizzata da tempo per fare propaganda interna e per esportare il modello culturale turco. Dagli anni 2000 la produzione e la distribuzione delle fiction turche all’estero è stata sempre in crescita. In Italia si pensi solo a Terra Amara su canale 5 o a DayDreameri con Can Yaman. Secondo il ministero turco di Cultura e Turismo, in questi anni sono state centinaia le fiction esportate, conquistando un pubblico di 500 milioni di spettatori in Medio Oriente, Nord Africa, Europa, Asia e America Latina.
Uno dei motivi per cui il processo a Kavala è così importante per il presidente turco è proprio di natura culturale. Kavala svolgeva attività commerciali nel mondo della cultura. Figlio di una famiglia ricca, è tornato in Turchia dopo la morte di suo padre nel 1982, dopo aver concluso i suoi studi in Inghilterra. L’anno successivo ha fondato la casa editrice Iletisim e nel 1985 ha partecipato alla fondazione di altre due: Ana e Aras. La Iletisim, con il passare del tempo, è diventata un punto di riferimento per molti giornalisti e intellettuali di sinistra.
Rıza Türmen, uno dei principali avvocati e diplomatici turchi per i diritti umani, crede che l’obiettivo del governo dell’AKP con questa serie tv potrebbe anche essere quello di preparare l’opinione pubblica alla resa dei conti con il Consiglio d’Europa.
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