Assassin’s Creed Mirage, Jean-Luc Sala: “No ai cliché da Mille e una notte. Il Discovery Tour? Non ci sarà”

Assente la modalità di esplorazione educativa caratteristica degli ultimi capitoli della saga. La storia del protagonista Basim "è un coming of age", afferma il direttore artistico di Ubisoft Bordeaux. "Baghdad? La scelta più logica"

Fumettista, 55 anni, Jean-Luc Sala è al timone del reparto artistico di Assassin’s Creed Mirage, il nuovo capitolo della famosa saga degli Assassini ambientato a Baghdad nel IX secolo, durante l’epoca d’oro della città.

Per ricostruire la città abbiamo raccolto gli scritti degli studiosi dell’epoca“, afferma il direttore artistico di Ubisoft Bordeaux a The Hollywood Reporter Roma. “Storici sia interni che esterni ad Ubisoft ci hanno aiutato – continua Sala – volevamo ottenere lo spirito autentico di quella Baghdad, con uno stile di gioco orientato al parkour”.

“I videogiochi ti permettono di vivere numerose vite e possono aprire la mente su cosa significa essere qualcun altro. Speriamo di aiutare i giocatori ad aprirsi mentalmente su argomenti come la diversità,” afferma l’artista, che di recente è stato ospite al Giffoni Good Games con un panel sul gioco inclusivo ed etico, in cui ha dialogato con il game designer Fabio Viola e con il giornalista Daniele Daccò.

Parlando del gioco in arrivo il 5 ottobre 2023, il direttore artistico lo definisce “la nostra lettera d’amore al franchise”. E aggiunge: “Speriamo che i giocatori possano apprezzare questo ritorno alle origini”.

Intervista a Jean-Luc Sala

Assassin’s Creed Mirage torna a esplorare il medio oriente. Diversi secoli antecedente rispetto al primo capitolo della saga. Come siete arrivati a scegliere questo periodo e l’ambientazione di Baghdad?

Assassin’s Creed Mirage è una sorta di prequel dell’ultimo capitolo (Valhalla, ndr), in cui i giocatori hanno conosciuto Basim come un Maestro Assassino di origini levantine. In Mirage, esploriamo gli anni della gioventù di Basim e il suo percorso da ladro di strada a Maestro Assassino. È una storia di crescita. Baghdad era senza dubbio la scelta più logica. Era la città più grande del più grande impero dell’epoca.

C’erano altre ambientazioni storiche che volevate esplorare?

Tornando alle radici della saga, abbiamo ovviamente considerato di utilizzare le città presenti nel primo gioco. Studiando la documentazione disponibile sul periodo d’oro degli Abbasidi, però, Baghdad era costantemente presente. Così abbiamo deciso di approfondire la città, innamorandocene, e decidendo infine di ricostruirla.

Come avete realizzato il look visivo della città?

Il nostro obiettivo principale è stato quello di ottenere un mondo bellissimo senza cadere nei soliti (e sbagliati) cliché da Mille e Una Notte. Abbiamo lavorato sodo per essere il più accurati possibile rimanendo creativi e rispettando la cultura. Abbiamo collaborato con esperti della cultura e della religione araba per ricreare l’esperienza più vivida e reale possibile. Vedrete gesti tipici quando i personaggi parleranno, visiteranno luoghi incredibili e incontreranno personaggi storici. Quello era un periodo d’oro in cui il vero tesoro della città erano la scienza e la conoscenza.

La ricostruzione (virtuale) di Baghdad

C’è molta ricerca storica dietro alle ricostruzioni di Assassin’s Creed, come avete lavorato per ricreare l’ambientazione di Baghdad nella sua golden age?

Non è rimasto nulla della Baghdad del IX secolo. Per ricostruire la città abbiamo raccolto gli scritti degli studiosi dell’epoca e abbiamo localizzato dove potevano essere situati i luoghi descritti. Abbiamo utilizzato anche gli studi e le mappe di Guy Le Strange. Storici sia interni che esterni ad Ubisoft ci hanno aiutato, e insieme abbiamo costruito una mappa e un layout urbanistico. Abbiamo anche discusso sulle libertà artistiche che potevamo prenderci durante la ricostruzione per ottenere lo “Spirito di Baghdad” con uno stile di gioco orientato al parkour, il tutto rendendo la città una gioia per gli occhi.

Ci sarà anche per questo capitolo il Discovery Tour?

Non sarà presente un Discovery Tour fuori dal gioco come nei capitoli precedenti. Tutti i contenuti educativi sono inseriti all’interno del gioco principale e sarà necessario esplorare il mondo per collezionare tutte le pagine del codice. Questi collezionabili sono situati in aree specifiche, rilevanti per ogni tematica trattata. Numerosi musei hanno collaborato con noi per realizzare questi contenuti.

Ci ha aiutato molto il Dottor Ali Olomi. Lui è stato uno dei nostri consulenti storici e culturali, e ha dedicato la sua vita allo studio di questa cultura e di quel preciso periodo storico. Ed è molto contento del risultato che siamo riusciti ad ottenere. Ho avuto il privilegio di lavorare con lui ed essere la sua guida nel tour della Baghdad virtuale. È stato molto emozionante per entrambi. Per lui perché ha avuto l’opportunità di visitare la città perduta e per me perché ho avuto l’occasione di accompagnarlo per le strade.

Ricostruzione di Baghdad in Assassin's Creed Mirage

Ricostruzione di Baghdad in Assassin’s Creed Mirage. (Courtesy of Ubisoft)

Il protagonista di Assassin’s Creed Mirage

Basim è stato una sorta di mentore per Eivor in Assassin’s Creed Valhalla. Mirage è quindi un coming of age, come avete impostato il suo sviluppo caratteriale?

È stata una novità interessante esplorare la gioventù di questo Maestro Assassino e Mentore. In Mirage è un apprendista che sta ancora imparando il Credo e la via degli Assassini. Abbiamo tenuto a mente il carattere del Basim adulto per crearne una versione più giovane. Come potete sapere, lui è un personaggio molto tormentato in Valhalla e, per ovvie ragioni se conoscete il gioco, avete imparato a temerlo.

Abbiamo mantenuto questa parte di lui scavando ancora più a fondo, e abbiamo spiegato il suo passato mostrando che è anche un personaggio amabile. É un po’ naive, e certamente un gran spaccone, ma è anche insicuro sulla sua identità e volenteroso di unirsi al Credo per dare un senso alla sua vita.

Come siete arrivati al suo look finale? 

Per il suo look finale non abbiamo avuto dubbi: volevamo un costume che richiamasse quello del primo gioco. Siamo voluti tornare alle esperienze originali e volevamo riportare il look iconico del ramo est degli Assassini. Nel suo costume potrete trovare degli accenni di Altair (protagonista dell’originale del 2007, ndr) e alcuni dettagli arabi come la sciarpa Shemagh e i tradizionali pom-pom.

Non essendo ancora un Maestro Assassino, abbiamo deciso di dargli una cintura blu e un cappuccio con un piccolo becco. Abbiamo voluto riservare la fascia rossa e l’iconico cappuccio a becco per la sua Mentore, Roshan. Lei è un personaggio fantastico: una donna matura, un’astuta guerriera, totalmente dedicata al Credo. È l’ideale per eccellenza di Assassino.

Al Giffoni Good Games ha tenuto una conferenza per promuovere il gioco inclusivo ed etico. Il videogioco è spesso un ambiente molto ostile per le minoranze, come si può agire per creare un ambiente piú accogliente?

I videogiochi narrativi e di avventura per me sono molto educativi. Ti permettono di vivere numerose vite e possono aprire la mente su cosa significa essere qualcun altro, un personaggio completamente diverso da ciò che si è. Con la saga di Assassin’s Creed vogliamo far comprendere ai giocatori come si viveva in periodi storici differenti con culture diverse, a volte sperimentando anche generi e orientamenti sessuali diversi.

Dando queste opportunità al giocatore, speriamo di aiutarlo ad aprirsi mentalmente su argomenti come la diversità. Non penso che un singolo videogioco possa soddisfare o rappresentare tutti, non esiste una lista magica da spuntare. Ma includere almeno una di queste tematiche è un buon passo avanti.

Aggiornamento: l’articolo è stato aggiornato con la nuova data di uscita di Assassin’s Creed Mirage, che è stata anticipata dal 12 al 5 ottobre 2023.