Giudicare e valutare un’opera d’arte non è lavoro facile. E un’esperienza in realtà virtuale (VR) – o in mixed reality – non è da meno. In questi giorni di Mostra del Cinema di Venezia, che si chiuderà il 9 settembre, le giurie stanno procedendo con l’annoso mestiere di premiare i vari film e opere in concorso.
Nella sezione dedicata alla VR, al Lazzaretto Vecchio di Venice Immersive, il compito spetta ai giurati German Heller, regista argentino e Ceo di 3DAR, all’artista VR e documentarista di Taiwan Singing Chen e al regista e animatore brasiliano trapiantato a Berlino Pedro Harres.
Contattata da The Hollywood Reporter Roma per una spiegazione sulla valutazione di opere VR, Chen è stata molto chiara sulla sua metodologia di valutazione: “L’essenza del lavoro non dovrebbe essere ostaggio della tecnologia”. E continua: “La VR è un nuovo medium che comprende tanta tecnologia e tecniche innovative. Tuttavia è importante non perdersi troppo nella tecnica”.
Quando si parla di software, e i videogiochi sono un classico esempio, spesso il codice non funziona come dovrebbe, causando cosiddetti bug e crash, cioè situazioni in cui ci sono visibili errori o malfunzionamenti. Molte delle opere presenti negli spazi espositivi del Lazzaretto Vecchio sono prototipi, o copie dimostrative di lavori ancora in sviluppo.
Originalità ed emozione
Anche Heller, che l’anno scorso ha vinto il premio speciale della giuria a Venice Immersive con la sua opera Eggscape, si ritrova nella visione di Chen: “Non è facile portare un progetto e farlo funzionare con modifiche anche all’ultimo minuto”, spiega il giurato argentino. “Alcuni non funzioneranno bene la prima volta, per cui tornerò indietro a riprovarli – continua Heller – non voglio che qualche difficoltà tecnica mi impedisca di vedere l’intento del lavoro”.
Pedro Harres, che l’anno scorso ha vinto il gran premio della giuria con l’opera From The Main Square, sofferma il proprio sguardo sull’originalità dei progetti in concorso: “L’originalità e il rischio per me guadagnano punti in più. Mi piacciono gli sforzi coraggiosi”. Il metodo di valutazione di Heller invece si struttura sulla sfera esperienziale: “Devo semplicemente lasciarmi emozionare da ciò che vedrò, e poi esprimere un parere”.
La presidente della Giuria, che ha portato a casa il premio migliore esperienza al Venice Immersive del 2022 con The Man Who Couldn’t Leave, ha una sua visione specifica su questo medium artistico: “Spesso penso: ‘È davvero necessario che questo contenuto sia realizzato in VR?’”. “Perché alcune opere in VR potrebbero essere più adatte a essere prodotte con altri mezzi – aggiunge Chen – una buona esperienza in VR richiede una grande considerazione delle vere caratteristiche di questo strumento”.
Coinvolgere il pubblico nella VR
Singing Chen sottolinea inoltre che l’aspetto più importante è il modo in cui si coinvolge il pubblico nella creazione. “Ciò implica due cose: stabilire la prospettiva del pubblico e affrontare la sua presenza fisica all’interno dell’opera. Come attivare il senso del corpo? Si tratta di evocare una vera risposta percettiva da parte del pubblico”, ha dichiarato a THR.
“Indipendentemente dalla forma d’arte, le grandi opere suscitano sempre un certo senso di illuminazione. Stimolano qualcosa dentro di noi, rivelando un potere autentico – non necessariamente una rappresentazione della realtà, ma piuttosto una forza che svela l’essenza di qualcosa”, continua Chen. E conclude: “Tuttavia, questo non significa che le opere debbano essere eccessivamente serie. A volte, anche i pezzi più semplici possono essere portatori di questa pura essenza”
Durante i giorni della Mostra, i giurati proveranno le esperienze disponibili all’Isola del Lazzaretto vecchio, a un minuto di vaporetto dal Lido, e dovranno assegnare i premi Venice Immersive Grand Prize, lo Special Jury Prize e l’Achievement Prize. La cerimonia di premiazione si svolgerà il 9 settembre.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma