Sedici ottobre 1923: in quella data fu firmato l’atto di fondazione della Walt Disney Company. Cento anni, e chissà se Walt e Roy, i fratelli Disney, immaginavano la portata della loro avventura, nata dalla delusione di aver perso i diritti di una loro creazione, il coniglio Oswald (oggi la chiameremmo proprietà intellettuale), a causa di un produttore filibustiere.
Oswald e il produttore sono oggi celebri solo per avere dato lo stimolo a Disney di credere ancora di più in sé stesso e nelle sue possibilità. Il resto è Storia, con la esse maiuscola, e come ha sempre amato dire Walt “tutto è cominciato con un topo”. Poi sono arrivati i cortometraggi animati, le Silly Smphonies, le favole e i lungometraggi animati, i film live action, i documentari sulla natura, i parchi a tema, le crociere, la Marvel, Guerre Stellari e tante, tante altre cose.
Una multinazionale dalle tante ramificazioni, ma ancora guidata dallo spirito del suo fondatore. È praticamente impossibile rinchiudere un secolo dentro le stanze di una mostra che, gioco forza, non può essere definitiva. Giusta quindi la scelta di puntare su un percorso concettuale, come voluto dalla curatrice Becky Cline, che è anche la direttrice degli archivi della Disney – quindi custode di una collezione inestimabile.
Alcuni pezzi si possono trovare, dal 13 ottobre fino al gennaio 2024, a Londra, camminando tra le dieci sale di Disney100: the Exhibition. Si va dal cavalluccio della giostra di Mary Poppins ai libri con cui si aprono Biancaneve e i sette nani e Cenerentola, fino alla scarpetta di cristallo del film live action diretto da Kenneth Branagh con Cate Blanchett perfida matrigna. È felice della selezione dei pezzi e della costruzione del percorso Miss Cline, che accompagnerà questa celebrazione in giro per il mondo per i prossimi cinque anni, e anche lei a malincuore ammette di avere dovuto fare delle scelte, in alcuni casi per la fragilità di alcuni pezzi, ma soprattutto per la vastità dell’archivio.
Tante interattività pensate per far divertire i più piccoli e per raccontare alle nuove generazioni una piccola parte delle storie della Disney, i suoi personaggi, ma al di là dei pezzi esposti, dei video, le audiodescrizioni, i giochi, la cosa più importante di questa mostra è ciò che rievoca e la riflessione che è necessario sull’evoluzione di un’azienda che è di fatto diventata una parte fondamentale della cultura pop mondiale. L’icona di Topolino è riconoscibile da chiunque a qualunque latitudine, da cento anni a questa parte il concetto stesso di famiglia è legato alla regolare scansione dell’uscita di un film animato della Disney.
Una vera e propria passeggiata nella memoria, ricordando di quando i nuovi classici della Disney uscivano a Natale, mentre la Pasqua era riservata alla ripresa di un vecchio film. Mancano molte cose all’appello, ma come si diceva non è possibile fare un evento definitivo, perché ogni giorno c’è qualcosa di nuovo. Sono i concetti al centro di tutto. “Da dove vengono le storie”, “L’illusione della vita”, “Lo spirito dell’avventura e della scoperta”, questi alcuni dei nomi delle dieci gallerie, che sarebbero piaciuti assai a Walt, e che alla fine saluta i visitatori con una delle sue frasi più famose: “Voglio solo ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere questo sogno realtà”.
Non è una mostra imperdibile Disney100: the Exhibition, semplicemente perché le aspettative nei confronti di un evento di questo sono comunque altissime e inevitabilmente verrebbero disattese per tutti. Manca per esempio tutta la parte editoriale, così come non viene dato spazio alla importantissima produzione televisiva. Si preferisce puntare sui brand contemporanei, e certamente a molti farà piacere vedere lo scudo di Capitan America, mentre altri potranno soffrire per l’assenza di una delle motociclette di Tron. Ma appunto, impossibile fare tutti contenti, la cosa sicura è che l’exhibition è molto importante per il suo valore simbolico e perché permette di comprendere la reale portata dell’impatto artistico, tecnologico, creativo ed economico di una compagnia che ha cambiato il mondo dell’intrattenimento.
Essere Disney ha un che di religioso, il fondatore è ancora oggi visto come una divinità e bene lo spiega il bellissimo cortometraggio animato che celebra il primo secolo della Disney presentato in anteprima nel corso dell’evento d’inaugurazione della mostra. Il piccolo film si intitola Once Upon a Studio, è diretto da Eric Goldberg, l’animatore che ha creato il Genio di Aladdin, e in otto minuti si vedono praticamente tutti i personaggi creati dalla Disney Animation. Un gioiello di sintesi, ritmo e narrazione, con una scena che strapperà il cuore anche all’uomo più cinico del mondo. È la magia di Walt Disney. Così risponde Betsy Cline a chi chiede come sia possibile che tutti i dipendenti della Disney parlino del loro fondatore come fosse ancora vivo: “Perché è così, è ancora con noi, tutti i giorni”. Non serve aggiungere altro.
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