Lucia Mascino arriva all’appuntamento con gli occhi accesi di felicità ed è sì perché quando un tuo spettacolo va in scena a Parigi e gli esigenti francesi lo portano in tournée è una soddisfazione professionale grande, un riconoscimento. Ma più ancora è perché si tratta di questo spettacolo, tra i moltissimi che ha interpretato: si tratta di Smarrimento.
“E io non le so dire esattamente perché ma questo lavoro per me è uno spartiacque, segna un prima e un dopo. Ci cado dentro ogni volta che lo riallestisco come se fosse la prima ma poi no non è vero, non è esattamente così: ogni volta è la prima di un tempo nuovo, il testo è come se fosse andato avanti, siamo andati avanti lui e io dunque ci ritroviamo in un altro punto della storia. Ci conosciamo sì ma ci dobbiamo riconoscere da capo. Ogni artista, specialmente ogni attore di teatro ha un testo cardinale attorno a cui danza la sua esistenza. Per me è questo”.
Lucia Calamaro, pluripremiata drammaturga e regista (amatissima in Francia, ha un suo altro spettacolo a Parigi proprio in questi giorni al Festival d’Automne, “Le bruit de l’autre”, otto giovani attori in scena) lo ha scritto per lei: “per e con Lucia Mascino”, si legge in testa alle note. È il monologo di una scrittrice in crisi di creatività colta nel momento in cui deve uscire da casa per andare a fare un reading. Lei bianca, la casa bianca, i libri bianchi.
Lucia Mascino: ironica, profonda, veggente
Un testo tragicomico, un cabaret esistenziale che prende origine dalle parole di Bertold Brecht: “In questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità” . La scrittrice – una donna nella metà della vita, colta, borghese – ha avuto dai suoi editori un anticipo in denaro per un romanzo che non riesce a consegnare.
L’editore le organizza allora – per compensare un poco l’investimento e l’attesa – una serie di conferenze e letture nella speranza di vendere alcune delle sue vecchie opere. Lei non trova la ragione per vestirsi e uscire. Per fare ciò che ci si aspetta da lei.
C’è un passaggio del testo che dice: “Tu perché campi? Qual è il tuo buon motivo per vivere?”. È in dialogo col pubblico in sala, nessuno naturalmente risponde, ciascuno porta a casa con sé la domanda. Mascino, premio Flaiano nel 2023, è nota al pubblico per le sue interpretazioni in serie tv di successo, ma a teatro è proprio tutta un’altra musica. È magnetica, ironica, veggente. Ha una presenza scenica formidabile, è profonda e lieve, mai didattica né colpevolizzante come talvolta capita ai suoi massimi colleghi.
È nata per il teatro, per il corpo a corpo e la relazione magnetica col pubblico. Si ride e si dubita di sé al ritmo di un ballo, si esce diversi da come si è entrati. Il 10 ottobre all’Istituto italiano di Cultura di Parigi, ore 19, e poi il 13 ottobre al teatro dell’Istituto italiano di cultura di Marsiglia, il 15 al teatro du Balcon di Avignone. Tornerà in Italia, per chi lo avesse perso, dal 25 gennaio al 4 febbraio 2024 al teatro Basilica di Roma, dal 7 al 12 maggio al teatro Bellini di Napoli.
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